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27 Luglio 2015 - 15:12
E' di dieci miliardi di euro in tre-quattro anni il risparmio stimato per il Servizio Sanitario Nazionale, derivante dalle misure per una maggiore efficienza contenute nel Patto per la Salute, siglato lo scorso anno tra il ministero e la Conferenza Stato-Regioni. Ai quali si aggiungono anche altri 13 miliardi derivanti dalla stretta sulla prescrizioni inappropriate.
Il Patto è stato evocato dal commissario alla revisione delle spesa e parlamentare Pd Yoram Gutgeld, in un'intervista a La Repubblica, come una delle fonti da cui il Governo potrebbe trovare 10 miliardi di euro per la legge di stabilità.
La cifra si dovrebbe ottenere da misure come i costi standard, i tagli dei posti letto, le centrali uniche d'acquisto e la 'e-health', ovvero l'introduzione di ricetta dematerializzata, fascicolo sanitario elettronico e referti digitali. Alcune delle misure del Patto per la Salute sono state 'anticipate' nell'accordo Stato-Regioni siglato lo scorso 2 luglio per coprire un taglio di oltre 2 miliardi di euro del Fondo Sanitario Nazionale per il 2015, attraverso norme inserite nel Dl Enti Locali approvate dalla Commissione Bilancio della Camera e che vanno in aula già da domani. Fra queste la rinegoziazione dei contratti e l'adozione dei criteri per una maggiore appropriatezza prescrittiva, anche con sanzioni nei confronti dei medici inadempienti. "Lo spazio per il recupero di risorse è grande - conferma Francesco Saverio Mennini del Ceis dell'Universita' di Tor Vergata di Roma -. Un nostro studio ad esempio ha dimostrato che solo per beni e servizi non legati alle prestazioni, dalle mense alle lavanderie, si possono recuperare tra 1,5 e 2,5 miliardi di euro. Mi sembra importante che Gutgeld abbia insistito sul fatto che le misure vanno prese in tempo di alcuni anni, solo così, agendo con gradualità, si può evitare che diventino dei semplici tagli lineari".
Anche il capitolo dell'inappropriatezza delle prescrizioni è stato spesso evocato anche dal ministro della Salute. Secondo Lorenzin, che ha messo al lavoro il ministero su una serie di protocolli stringenti per diminuire le prescrizioni eccessive, il fenomeno costa al Servizio sanitario nazionale 13 miliardi di euro l'anno. "Le banche dati per scovare l'inappropriatezza in questo campo ci sono, basta farle dialogare tra loro - spiega Mennini -. Anche sul fronte dell'aderenza alle terapie si può intervenire. Solo nel campo dell'ipertensione, ad esempio, la scarsa aderenza costa qualche miliardo. È fondamentale comprendere che in ogni regione sono presenti sacche di inefficienza accanto ad eccellenze gestionali significative.
Solo con questa presa di coscienza si riuscirà ad intervenire in maniera efficiente".
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