La Commissione europea difenderà "fino all'ultima parola" la sua proposta sul ricollocamento in due anni di 40mila migranti da Italia (24mila) e Grecia (16mila). Lo ha assicurato una portavoce della stessa Commissione, in vista della discussione del consiglio Ue Affari interni di martedì prossimo e del vertice dei leader del 25 e 26 giugno. Si annuncia dunque battaglia alle due riunioni europee che hanno in agenda la storica novità dei trasferimenti dei richiedenti asilo dai Paesi di primo approdo. Gli Stati del Nord e dell'Est, ma anche la Spagna, frenano in particolare sull'obbligatorietà e sui parametri stabiliti per la ripartizione dei profughi. Sull'altro fronte, l'Italia - come hanno spiegato il premier Matteo Renzi ed il ministro dell'Interno Angelino Alfano - considera insufficiente la proposta della Commissione e vorrebbe invece aumentare la quota di persone da trasferire. Non sarà facile, dunque trovare un accordo ed in questi giorni i negoziati tecnici proseguono senza sosta per preparare i due appuntamenti. L'ex premier Enrico Letta esorta a salvare le vite umane. "Non si può pensare - dice - che, a causa dell'atteggiamento di noi europei, il Mediterraneo diventi un Mare Mortum". Sul fronte interno, intanto, non si arrestano le polemiche sulla distribuzione dei migranti nelle varie regioni. Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, invita ad "affrontare i problemi con realismo e disponibilità da parte di tutti: non si deve alimentare la paura che non è mai una buona consigliera". Il governatore lombardo Roberto Maroni passa dal "non li vogliamo qui" al "fatemi sapere dove li sistemate". "Ho appreso dalla stampa - spiega - del trasferimento in Lombardia di ulteriori 500 migranti e dunque ho chiesto ai prefetti di sapere se tale notizia corrisponde al vero, le date di arrivo, in quali comuni e in quali strutture andranno". Domande fatte, aggiunge, "per consentire alle Asl competenti di verificare che vi siano le condizioni minime sanitarie, per poter garantire la salute di tutti e per prevenire possibili rischi sul fronte della salute pubblica". Rincara la dose il leader della Lega Matteo Salvini, che cita le notizie sui casi di scabbia registrati a Milano e dintorni: "che andassero tutti ad abbracciare Renzi e la Boldrini!!!". Maroni, poi, sostiene che "sospendere Schengen ora non avrebbe senso, perché la Libia o la Tunisia non fanno parte di Schengen" e chiede piuttosto di fermare le partenze con un "un blocco navale e creando dei campi profughi in Libia". E anche il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, alle prese con gli immigrati ammassati alla stazione centrale, chiede uno stop. "Noi - ricorda - abbiamo fatto il nostro dovere istituzionale. Abbiamo dato segni forti di vicinanza e solidarietà. Certo c'è un limite. Non si può pensare che Milano da sola, o con pochi altri comuni, possa risolvere un problema epocale". Cgil, Cisl e UIl scrivono ad Alfano sottolineando che "la solidarietà non basta. Senza una riorganizzazione e un potenziamento della filiera dei servizi all'immigrazione, si rischia lo stato di emergenza permanente".
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