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11 Giugno 2015 - 18:25
asl
I debiti delle Asl del 2012 sono stati azzerati a fine settembre 2013 per il 60% delle Aziende. E' migliorata la situazione generale dei debiti, il tutto accompagnato da una riduzione del 35% dei tempi di pagamento dei fornitori, che con una media di 195 giorni restano però ancora lontani dal limite dei 60 giorni previsti dalla normativa vigente. E' un quadro fatto molto più di luci che di ombre quello fotografato dall'indagine FIASO, la Federazione di Asl e Ospedali, sull'applicazione del Dl 35/2013, per il pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione, che riguarda il pagamento della prima delle tre tranche degli oltre 13 miliardi di debiti Asl. Un lavoro di monitoraggio espressamente richiesto dal Mef alla Federazione e che ha visto coinvolte ben il 73,7% (180) delle Aziende sanitarie e ospedaliere.
Dal 2011 al 2014 si è avuta una riduzione del 35% dei tempi di pagamento dei fornitori, pari a 105 giorni guadagnati. La media di 195 giorni resta però lontana dall'obiettivo dei 60 giorni fissato per legge, al quale si avvicinano Valle d'Aosta, Trentino Alto Adige, Friuli, Lombardia e Marche, tutte sotto i 100 giorni di attesa per i pagamenti. Rimangono invece molto critiche le situazioni in Calabria e Molise, rispettivamente con 794 e 790 giorni. C'è anche da dire però che in Molise il finanziamento effettivamente erogato dalla Regione è pari solo al 9% del debito maturato certo, liquido ed esigibile, mentre in Calabria è del 17%.
Il 60% delle Aziende dichiara infatti di aver registrato una situazione debitoria migliore rispetto alla data di entrata in vigore del decreto sul ripiano dei debiti PA. Percentuale che sale all'81% al Sud. E il 53% di Asl e Ospedali ritiene che questi miglioramenti siano permanenti e strutturali.
Il 14% inoltre rileva che l'operazione di ripiano abbia prodotto sconti sui contratti in essere, mentre per l'8% ha generato una riduzione dei prezzi su quelli nuovi e il 6% accredita al decreto 35/13 l'ampliamento del portafoglio fornitori.
E a sorpresa più risorse sono state utilizzate al Nord.
Al termine della rilevazione compiuta da FIASO risulta che il 36% dello stock complessivo di debito dichiarato dalle diverse realtà sanitarie è stato saldato con la prima tranche. Ma, contrariamente a quanto previsto da molti economisti, la maggior parte delle risorse non è andata al più indebitato Sud bensì al Nord, dove è stata assegnata la quota più rilevante rispetto all'intero debito pregresso, sia in termini percentuali, con il 49%, che assoluti, con 1,6 miliardi su 2,8. Il Centro ha invece saldato con la prima tranche solo il 27% dei debiti pregressi, Sud e Isole il 26%.
La sola Regione ammessa al finanziamento di tutto il debito comunicato è l'Abruzzo, con una percentuale del 98%, seguita dalla Calabria con il 56%, il Veneto (50%) e l'Emilia Romagna, con il 48%.
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