Matteo Salvini non molla e dopo le regionali torna all'attacco: "Si votasse adesso la Lega si presenterebbe da sola". Forte del risultato in Veneto e dell'apporto determinante della Lega per la vittoria di Toti in Liguria, il leader del Carroccio punta sempre più in alto l'asticella per la leadership nel centrodestra. E dà mostra di non voler scendere a patti con Forza Italia. "Alle Politiche vado da solo perché su temi importanti come l'Europa, Forza Italia è con Renzi. A Bruxelles Renzi e Berlusconi sono alleati", attacca in un'intervista a La Zanzara su Radio 24. Dove scommette di poter vincere senza dover badare alle alleanze. "Se la Lega è il secondo partito in Toscana, una cosa inimmaginabile fino a ieri, perché non dovrebbe esserlo a livello nazionale?". Il risultato elettorale gli serve per cercare di portare a termine la sua Opa lanciata sul centrodestra senza dover cedere troppo alle pressioni di Silvio Berlusconi che invece vede il risultato della Liguria in modo speculare a quello di Salvini. Un ballon d'essai che dimostrerebbe come un centrodestra unito, con un candidato 'moderato' ma appoggiato anche dalla Lega, porti a casa la vittoria e risulti l'unico modo per spazzare via Renzi. Un modello che potrebbe contare su una leadership di Salvini contrapposta da un forte candidato alla premiership dello schieramento di centrodestra. L'offensiva di Salvini (che si candida anche alle comunali di Milano se non dovessero esserci le politiche nel 2016), tuttavia, rischia ora di intralciare quel rimescolamento di carte che vede da un lato il possibile riavvicinamento di Raffaele Fitto, che tuttavia conferma l'addio da Fi e rilancia le primarie del centrodestra, e quello di un'area di Ncd. Un'area che vuole tagliare i ponti con Renzi a meno di una radicale modifica dell'Italicum che gli consenta di correre in autonomia. Il coordinatore di Ncd, Gaetano Quagliariello è uscito allo scoperto: "O si cambia la legge o bisogna fare una scelta", dice. Provocando lo sdegno delle senatrici Laura Bianconi e Federica Chiavaroli che lo rimproverano: "a che titolo parla?". Lo difende Nunzia De Girolamo che intanto, a Milano, lancia i 'Repubblicani', un'associazione che dichiara l'ambizione di confederare tutti i partiti di centrodestra. "Una via di mediazione esiste" replica il deputato Pd Giuseppe Lauricella che propone di togliere il ballottaggio dall'Italicum, "così, la lista che raggiunge il 40% governa; altrimenti, governo di coalizione". Intanto mentre le cronache del Palazzo segnalano un prossimo 'fuggi-fuggi' di parlamentari di Fi che si vorrebbero mettere al 'riparo' nel Misto, si fa sempre più insistente la voce di un addio di Denis Verdini. Un primo transfuga arriva dalla Toscana dove il coordinatore regionale di Fi ha rassegnato le dimissioni. Ma lui nega: "Non c'entrano i verdiniani, nè il patto del Nazareno". Corrado Passera, invece, si prepara a scendere definitivamente in campo per dare nuova voce all'alternativa al renzismo: "il tempo del riscaldamento è finito" avverte il coordinatore di Italia Unica Lelio Alfonso.
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