Fuori dal Palazzo di giustizia hanno aperto il corteo con uno striscione inneggiante al "sabotaggio". Dentro il Palazzo di giustizia, nel corso di un processo, hanno rivendicato la partecipazione all'assalto del 14 maggio 2013 al cantiere di Chiomonte. Così, a Torino, l'ala più estrema della galassia No Tav, quella animata dal movimento anarchico, ha rilanciato la battaglia contro il supertreno ad alta velocità. Quasi duecento persone si sono raccolte davanti alla cittadella giudiziaria torinese per dare vita a una manifestazione di solidarietà a favore di "Lucio, Francesco e Graziano", i tre anarchici in carcere da nove mesi per le molotov scagliate contro l'odiato cantiere in Valle di Susa. L'udienza preliminare si è aperta proprio questa mattina, e in due hanno preso la parola non solo per ammettere di avere fatto parte del gruppo degli assalitori, ma per ribadire le ragioni del loro gesto (la causa è stata poi aggiornata al 12 maggio). Nel frattempo i dimostranti hanno trasformato il presidio in corteo. Uno speaker ha tracciato un parallelo con la "resistenza al nazifascismo", altri hanno declamato slogan contro le forze dell'ordine, i giornalisti e i magistrati, primi fra tutti Antonio Rinaudo e Andrea Padalino, i pm che conducono le inchieste più scottanti sui No Tav. Alla testa del serpentone, dove si erano raccolti gli anarchici torinesi e quelli provenienti da varie regioni italiane, si sono poi sentiti i cori di scherno verso Filippo Raciti, l'ispettore di polizia morto negli scontri davanti allo stadio di Catania nel 2007, e i carabinieri periti nella strage di Nassiriya. Parole che hanno "disgustato" il senatore Giuseppe Esposito, vicepresidente del Copasir. "Deve cessare - afferma - questo odio ingiustificato e barbaro contro uomini e donne, servitori dello Stato, che con il loro lavoro garantiscono tutti gli italiani quotidianamente anche a costo della propria vita. Noi saremo al fianco degli agenti e mai dei criminali". Con l'arrivo dell'estate le forze dell'ordine si aspettano una ripresa delle iniziative antagoniste contro il cantiere di Chiomonte. Gli attentati messi a segno lo scorso inverno in varie parti d'Italia hanno creato una spaccatura fra gli oppositori del supertreno: il movimento della Valle di Susa aveva preso nettamente le distanze ma, per questo motivo, era stato pesantemente criticato dagli ambienti legati all'estremismo anarchico, i quali, pur senza rivendicare direttamente le azioni, le avevano lodate. Oggi a Torino si è aperta anche un'udienza preliminare per terrorismo. Due bergamaschi e un italo-svizzero, esponenti del movimento ecologista radicale Earth liberation front (Elf), sono accusati di essersi procurati in Piemonte l'esplosivo che nel 2010 doveva servire per un attentato al centro Ibm di ricerca sulle nanotecnologie a Ruschlikon, vicino a Zurigo. La necessità di tradurre in italiano una sentenza dell'autorità giudiziaria elvetica ha provocato un rinvio.
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