La trattativa per cedere la Pininfarina al gruppo indiano Mahindra è ormai alle battute finali e l'accordo potrebbe essere annunciato già la prossima settimana, prima dell'assemblea degli azionisti convocata per il 29 aprile. "Non mi sento di confermare che ci possano essere novità a breve ma neppure di escluderlo", si limita a dire il presidente Paolo Pininfarina. Il titolo vola in Borsa: bloccato per quasi tutta la seduta in asta di volatilità, chiude in rialzo dell'11,39% a 6,015 euro, tra scambi molto sostenuti. Da fine marzo, quando è emersa la notizia della trattativa, il titolo è salito di quasi il 50%. L'interesse di Mahindra, produttore indiano di suv, è stato confermato un mese fa dalla Pincar, la holding della famiglia Pininfarina che detiene il 76% del capitale. Non c'era ancora alcun "accordo vincolante tra le parti", ma in queste settimane la trattativa è andata avanti. Un'eventuale cessione - che segnerebbe il passaggio di un altro pezzo storico del made in Italy, dopo Pirelli, a un gruppo asiatico - richiede il consenso dei tredici gruppi bancari creditori che dal 2008 sostengono il rifinanziamento del debito e hanno in pegno l'intera partecipazione di Pincar. La Pininfarina, fondata nel 1930, ha disegnato modelli come la Ferrari Testarossa, l'Alfa Romeo Giulietta Spider, il Duetto, la Fiat 124 Spider. Più di recente la Ferrari Sergio, dedicata a Sergio Pininfarina scomparso nel 2012. Oggi l'azienda ha 680 dipendenti a fronte dei 1.600 degli anni '90, non produce più auto di massa, ma solo pezzi unici, vetture esclusive o piccole serie. Rimangono attivi nel torinese il Centro stile e ingegneria di Cambiano e la galleria del vento di Grugliasco. Mahondra non è il primo gruppo straniero ad avere messo gli occhi su Pininfarina: il finanziere francese Vincent Bollor?, con cui l'azienda torinese ha lavorato insieme per l'auto elettrica Bluecar, aveva presentato una formale manifestazione d'interesse a inizio 2011. Rumors avevano riguardato gruppi cinesi, come Brillance e Anhui Jiangling, l'austro-canadese Magna e già in passato indiani: il gigante Tata, con cui Pininfarina ha realizzato una joint venture, la stessa Mahindra e Bajaj.
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