Cerca

FIRENZE. Tutti i soldi per Incalza

L'ipotesi degli inquirenti è che la società Green Field abbia rappresentato una specie di camera di compensazione per far arrivare soldi da commesse pubbliche a Ercole Incalza. Il passaggio, almeno in un caso, sarebbe stato dal Consorzio Cavet, impegnato nei lavori Av Firenze-Bologna, alla Spm Consulting, poi alla Green Field System, quindi al supermanager delle infrastrutture, che è stato socio della stessa Green Field. E' quanto si legge negli atti di Firenze sulle grandi opere. Secondo quanto accertato, Incalza avrebbe percepito, dal 1999 al 2012, compensi non solo dal Ministero delle Infrastrutture, ma anche dalla Green Field System srl per circa 670.800 euro, dalla Cmc di Ravenna per 500.000 euro e da Brescia Mobilità per complessivi euro 250.000. La Green Field, tra il 2001 ed il 2012, sempre secondo gli investigatori del Ros, avrebbe anche pagato compensi a Sandro Pacella, collaboratore di Incalza (circa 450.000), a Angelantonio Pica (oltre 1.100.000) e a Salvatore Adorisio per 1.200.000). Pacella (membro del cda di Green Field dal 2000 al 2004), inoltre, dal 2000 al 2012, ha percepito redditi dalle Ferrovie del Sud est per 1.300.000 euro. I carabinieri si sarebbero interessati anche ad un lodo arbitrale di 50 milioni di euro tra la Ingegneria Spm ed il Consorzio Cavet che sempre i Ros ritengono possa essere basato su elementi fittizi e seguito direttamente da Incalza. La Green Field ha lavorato per conto della Spm per la tratta della linea ferroviaria ad alta Velocità Firenze Bologna: questo farebbe ipotizzare, sempre secondo gli investigatori, che la Green Field sia una "camera di compensazione" che ha potuto drenare denaro pubblico per farlo arrivare a Incalza.
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori