Giulio Burchi, l'ex presidente di Italferr indagato nell'inchiesta della Procura di Firenze sulle grandi opere, avrebbe affidato un "incarico" di "componente dell'Organismo di Vigilanza" della "società Mobilità Serenissima srl" ad Enzo Collio, ex vice presidente di Metropolitana Milanese ed ex esponente socialista, "segnalato da Riccardo Nencini", vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e segretario del Psi. E' quanto risulta da alcune intercettazioni riportate in un'informativa del Ros dello scorso 20 settembre agli atti dell'inchiesta. In una telefonata dello scorso 11 settembre, infatti, "Maurizio Pagani, direttore generale della A4 Holding spa di cui è amministratore delegato Giulio Burchi - scrivono gli investigatori - chiede a Burchi conferma se il soggetto a cui affidare l'incarico di componente dell'Organismo di Vigilanza della società Mobilità Serenissima srl, è Collio". E Burchi "conferma che il nominativo giusto è Collio, segnalato da Riccardo Nencini". Nell'intercettazione Burchi dice: "Collio è stato vice presidente della Metropolitana Milanese ... è quello di Nencini (...) quello lì me l'ha dato Nencini". Il giorno seguente, si legge sempre nell'informativa del Ros, Burchi parlando al telefono con una donna conferma che "ha dato l'incarico a Enzo Collio". E l'interlocutrice ribatte: "Sono contenta, hai fatto carità socialista ... non cristiana".
In questo Paese senza regole ho fatto soldi
"Forse si sta bene solo in questo Paese qua...perchè nei Paesi dove ci sono le regole secondo me si sta molto peggio...io ti dico la verità... che sono stato assolutamente...anzi nessuno mi può dire un cazzo...anche se qualche compromesso l'ho fatto anche io naturalmente come tutti...però i soldi che ho guadagnato in questo Paese di merda deregolarizzato...non li avrei mai guadagnati in Inghilterra o in America". Sono le considerazioni di Giulio Burchi, ex presidente di Italferr e tra gli indagati nell'inchiesta fiorentina sulle grandi opere, fatte al telefono il 19 settembre scorso, parlando al telefono con un amico. I due, in una intercettazione agli atti dell'indagine della Procura di Firenze, parlano dell'avviso di garanzia ricevuto quel giorno dello scorso settembre da Antonio Acerbo, l'ex sub commissario di Expo ed ex responsabile unico del Padiglione Italia accusato dai pm di Milano di turbativa d'asta e corruzione e che ora è sotto inchiesta anche nel capoluogo toscano per i lavori di Palazzo Italia. Burchi, come si legge nell'informativa del Ros, al suo interlocutore "racconta che l'impresa Rizzani de Eccher, mentre era impegnata sul cantiere della Scala a Milano, ha assunto il figlio (Livio Acerbo, ndr) su un cantiere in Russia". L'ex presidente di Italferr continua: "Bruti Liberati ha fatto quell'operazione lì su Acerbo...hai visto che ha nominato il figlio...no? (...) è normale che il figlio di un direttore dei lavori di un'impresa abbia degli incarichi da quell'impresa lì?..ma io non lo so!...ma che Paese è!" Burchi poi, "stigmatizzando, cinicamente ammette che la partecipazione a questo sistema senza regole di scambio di favori, gli ha consentito di trarne importanti benefici economici". Infatti aggiunge:"...pensiamoci ...forse si sta bene solo in questo Paese qua...perchè nei paese dove ci sono le regole secondo me si sta molto peggio ...io ti dico la verità... che sono stato assolutamente...anzi nessuno mi può dire un cazzo... anche se qualche compromesso l'ho fatto anche io naturalmente come tutti...però i soldi che ho guadagnato in questo Paese di merda deregolarizzato... non li avrei mai guadagnati in Inghilterra o in America".
"Infrango ogni regola umana e divina"
"Sto infrangendo ogni regola umana e divina..ma insomma...però è andata in porto...", "dobbiamo festeggiare... un bicchiere di vino ce lo dobbiamo bere","penso di aver lanciato il cuore oltre l'ostacolo": così l'imprenditore Stefano Perotti viene intercettato il 30 ottobre 2013 dal Ros dei carabinieri mentre esulta con un dirigente dell'Eni per aver ottenuto la progettazione da parte dell'Eni del palazzo di San Donato Milanese. "Insomma adesso per l'amor di Dio... sto infrangendo ogni regola umana e divina... ma insomma... però è andata in porto... finché non ha l'ufficialità per l'amor di Dio. Insomma io penso che è confermata ufficialmente ... mettiamola cosi ... era la scelta giusta ... era la scelta più opportuna", dice ancora Perotti al suo interlocutore, manifestando soddisfazione e aggiungendo prudenza: "Aspettiamo l'ufficialità - aggiunge avendo saputo per vie confidenziali - dobbiamo festeggiare. Un bicchiere di vino ce lo dobbiamo bere. Questi hanno fatto comunque io penso di aver lanciato il cuore oltre l'ostacolo ... però penso che vale la pena... perché penso che sia una cosa bella da fare". La notizia positiva Perotti la riporta anche alla moglie Christine: "M'hanno chiamato per dirmi 'Complimenti per ieri ... e allora anche se dobbiamo aspettare la formalizzazione bisogna... bisogna dire che va tutto bene'. Allora... insomma praticamente penso che abbiamo vinto". Perotti fa capire che ha dovuto però abbassare la sua offerta economica ma in ogni caso uno dei "nove obiettivi prefissati di lavoro è stato raggiunto". Perotti: "Sono nove gli obiettivi da raggiungere ancora". E la moglie Christine: "Nove?". Perotti: "nove! ... meno uno... meno uno...". Perotti: "Con te... non sei mai contento quindi... vabbè... okay...".
Perotti sogna Rocco Trane, 'Rideva, a me consulenze'
"Ho sognato Rocco. Stavamo in un corridoio del tipo quello di un albergo e mi guardava soddisfatto e ridacchiava. Era la fine della notte... quindi poi mi sono svegliato... non ci sono stati rapporti particolari. Però poi sono arrivate due belle notizie tipo ... vabbè a parte 'sta cosa di Philippe bellissima (la laurea, ndr) ... sono tanto contento che s'è levato 'sta rottura e poi abbiamo preso 'sta Pedemontana Veneta e il palazzo dell'Eni". Lo diceva, ridendo, l'imprenditore Stefano Perotti - arrestato nell'inchiesta di Firenze sui grandi appalti - raccontando il 22 novembre 2013 un sogno che aveva fatto di notte a Pasquale Trane, figlio di Rocco Trane, socialista, già segretario del ministro Signorile. Nel sogno era comparso, appunto, Rocco Trane. Questa cosa "E' fantastica - diceva ridendo, ma intercettato dal Ros, Perotti - Ho detto, lo devo dire a Pasquale". Le consulenze aggiudicatesi da Perotti riguardarono la progettazione del palazzo dell'Eni a San Donato Milanese (Milano) e la strada Pedemontana Veneta.
Assunto pure il figlio del direttore Infrastrutture
Non solo il figlio del ministro Maurizio Lupi: il super burocrate Ettore Incalza si diede da fare per far assumere anche il figlio del direttore generale del ministero delle Infrastrutture, Maria Margherita Migliaccio. Negli atti allegati all'inchiesta della procura di Firenze c'è un lungo elenco dei 'favori' fatti ai soggetti che contano nel ministero. Un elenco di regali, vacanze, assunzioni di figli eccellenti, che parte dal 2004 e arriva fino ad oggi. Ecco come il Ros lo ha ricostruito, sottolineando che le indagini hanno "consentito di individuare, tra l'altro, l'esistenza di uno stabile interscambio di favori di varia natura". LUGLIO 2004: Viene intestato al genero di Incalza, Alberto Donati, un immobile in via Gianturco a Roma acquistato con 520 mila euro in denaro contante proveniente da Diego Anemone, socio di fatto di Angelo Balducci, all'epoca presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici DAL 2006 A MAGGIO 2010: Allo stesso Donati viene conferito un rapporto di lavoro da parte della Argo Finanziaria (gruppo Gavio) per un importo complessivo di 692 mila euro NOVEMBRE 2011: Stefano Perotti (l'imprenditore arrestato dai pm fiorentini, ndr) chiede al presidente del consorzio Nodavia (impegnato nei lavori Tav Firenze-Bologna, ndr) Furio Saraceno l'assunzione di una persona (non individuata) su richiesta di Ercole Incalza. 17 DICEMBRE 2013: Stefano Perotti, tramite Franco Cavallo (altro arrestato, ndr), regala al figlio del ministro Lupi, Luca, che si è appena laureato in ingegneria, un orologio Rolex dal valore di 10.350 euro acquistato 4 giorni prima dallo stesso Perotti in una gioielleria di Milano. NATALE 2013: Nicola Bonaduce (persona della segreteria di Lupi) riceve un un orologio del valore di 7-8 mila euro acquistato da Cavallo il 20 dicembre 2013 nella stessa gioielleria di Milano dove è stato comprato il Rolex per il figlio di Lupi. L'orologio viene pagato dalla società Servizi Integrati Facility srl. GENNAIO 2014: Perotti assume su richiesta di Incalza Antonio Alberto Tomao, figlio della dottoressa Maria Margherita Migliaccio, direttore generale del ministero delle Infrastrutture. FEBBRAIO 2014: il solito Perotti assume anche Luca Lupi, il figlio del ministro su richiesta di Incalza. MAGGIO 2014: Il nipote di monsignor Francesco Gioia, Gianluca Laveneziana, ottiene un contratto di consulenza biennale da parte delle Ferrovie del Sud Est srl. MAGGIO 2014: Perotti paga al collaboratore di Incalza, Sandro Pacella e alla moglie una vacanza/soggiorno in Spagna AGOSTO 2014: Incalza chiede all'Ad di Rfi Maurizio Gentile di assumere il figlio dell'ex parlamentare e sottosegretario Angelo Sanza; ANCORA IN CORSO: La ingegneria Spm, società di Perotti, versa una somma di 7117,48 alla Equo Commuication di Franco Cavallo per "prestazioni servizi professionali".
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