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ROMA. Tangenti: Incalza difende Lupi, "rapporti istituzionali"

Per oltre due ore ha risposto alle domande del gip respingendo le accuse e difendendo l'operato del ministro Maurizio Lupi. Il primo atto istruttorio della maxinchiesta della Procura di Firenze sulla corruzione nell'affidamento di appalti per le grandi opere ha visto protagonista Ercole Incalza, ex superdirigente di lungo corso del ministero delle Infrastrutture, figura chiave dell'indagine che vede iscritte nell'albo degli indagati 51 persone tra cui anche imprenditori. L'interrogatorio di garanzia si è svolto in una saletta al secondo piano del carcere di Regina Coeli, a Roma, dove l'ex capo struttura di missione del ministero si trova detenuto dal 16 marzo con l'accusa di corruzione. Un "clima sereno e collaborativo", così l'avvocato Titta Madia, difensore di Incalzi, ha descritto le due ore di interrogatorio. Il gip di Firenze, Angelo Pezzuti, ha elencato tutti gli episodi, presunti illeciti, che hanno portato all'arresto del manager. "Il mio assistito ha risposto non solo su ogni singolo caso - ha raccontato Madia - ma ha fornito elementi utili anche su ogni singola telefonata che gli viene contestata". In base a quanto trapelato, inoltre, Incalza avrebbe anche sostanzialmente difeso l'operato del ministro Lupi, spiegando che con lui, in questi mesi, c'è stato sempre un rapporto esclusivamente istituzionale. Per la difesa di Incalza in questa vicenda "non c'è un euro che viene contestato al di fuori delle sue prestazioni professionali: è tutto registrato da fatture e dichiarazioni dei redditi, non si è mai visto - ha proseguito Madia - un caso di corruzione nel quale il corrotto percepisce somme emettendo fatture e pagando Irpef". Il manager è apparso al suo difensore in buone condizione di salute. "Mi sembra che abbia reagito bene e con grande forza d'animo a questa prova difficile", ha aggiunto Madia. Incalza ha fornito al magistrato toscano risposte "logiche ed attendibili" al punto che Madia si dice "certo che dopo essere stato assolto in altre quattordici procedimenti penali, arriverà anche la quindicesima".
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