Cerca

ROMA. Tangenti: interventi su Lupi per direzione lavori A3

ROMA. Tangenti: interventi su Lupi per direzione lavori A3

Maurizio Lupi

 L'ex presidente di Italferr Giulio Burchi e l'imprenditore Stefano Perotti, coinvolti nell'inchiesta sui grandi appalti della Procura di Firenze, sfruttando le relazioni esistenti tra lo stesso Perotti, l'imprenditore Francesco Cavallo e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi, si erano fatti dare "indebitamente" l'incarico di direzione dei lavori per l'ammodernamento di un tratto della A3 Salerno-Reggio Calabria, dal km 153,400 al km 173,900. L'incarico era "il prezzo della mediazione illecita verso il ministro". E' quanto scrivono i pm di Firenze nelle carte dell'inchiesta.
In particolare, Burchi e Perotti si erano mossi per ottenere la disponibilità del consorzio Italsarc - al quale l'Anas aveva affidato i lavori - all'affidamento dell'incarico e Burchi si era attivato con l'Anas "affinchè non ponesse ostacoli".
Perotti, poi, di fronte alla prospettiva di difficoltà da parte dell'Anas ad approvare il progetto esecutivo - che prevedeva un incremento del costo dell'opera da 424.512.000 fino a 600 milioni di euro - "interveniva, con la collaborazione di Cavallo, sul ministro Lupi".
L'11 giugno 2014 l'Anas dava il via libera ai lavori per un investimento di 600 milioni di euro e a settembre dello stesso anno Perotti riceveva l'incarico di direzione dei lavori. Antonio Acerbo, l'ex manager di Expo, già indagato a Milano in un filone dell'inchiesta sulla "cupola degli appalti" di Expo, respinge le accuse e si dice totalmente estraneo ai fatti contestati dalla Procura di Firenze nell'ambito dell'inchiesta sulle grandi opere che lo ha iscritto nel registro degli indagati in quanto, in concorso, tra gli altri, con Stefano Perotti, avrebbe pilotato la gara per i lavori di Palazzo Italia, una delle più importanti indette nell'ambito della Esposizione Universale. Per l'attività di progettazione del nodo Tav di Firenze fu chiesto a Rfi un importo di 42,7 milioni quando ne sarebbero bastati la metà, secondo i passaggi di incarico tra una società e l'altra e alla fine sono state anche fornite "prestazioni scadenti ed inadeguate", tanto che gli uomini della Rfi, dopo un                 sopralluogo, espressero "giudizi molto pesanti". E' quanto scrivono i pm di Firenze. E l'imprenditore Stefano Perotti, quando rischia di perdere il lavoro a causa della negligenza con la quale è stata condotta la direzione, dice pure: "questo non è corretto". I pm sottolineano che mentre Nodavia prese l'appalto per quella cifra (42,7 mln) poi affidò l'incarico alla Dilan di Stefano Perotti per 21,7 milioni "così concordando che solo la metà dell'importo che Rfi si era obbligata a versare fosse destinato a remunerare i servizi di direzione lavori, destinando la residua somma al pagamento di prestazioni e servizi non dovuti, occulti o illeciti". Dalle intercettazioni risulta che fu riferito a Perotti come Rfi In una nota il suo difensore, l'avvocato Federico Cecconi, ha tenuto a chiarire che "in riferimento alle notizie apparse in questi giorni sugli organi di stampa in relazione al presunto coinvolgimento dell'Ing. Antonio Acerbo nell'ambito del procedimento penale fiorentino pendente, tra gli altri, a carico del signor Ercole Incalza, si precisa che nessuna comunicazione, né tantomeno informazione di garanzia, è a tutt'oggi stata notificata". L'ex manager Expo e responsabile unico del Padiglione Italia, si legge sempre nella nota, "sin da ora protesta la sua totale estraneità in ordine a condotte illecite asseritamente poste in essere nella gestione degli appalti relativi al cosiddetto Padiglione Italia di Expo2015, riservandosi, altresì, di tutelare la sua posizione in tutte le competenti sedi giudiziarie" Acerbo nell'indagine milanese ha chiesto di patteggiare 3 anni per corruzione e turbativa d'asta in relazione all'appalto 'Vie d'acqua sud'.avesse espresso "giudizi molto pesanti". "Abbiamo un problema importante sul sottopasso, piscia dappertutto, anche la direzione lavori, non c'e traccia di azioni fatte e non fatte" e invece "risulta tutta pagata": a parlare è Giovanni Fiorini a Perotti. Il quale non si scompone e pensa di intervenire prima sull'amministratore delegato di Condotte spa, azionista di Nodavia. Ma poi punta più in alto: "Vado di sopra" perché "dopo tutto questo sacrificio arriva il primo coglione che passa e dice 'ragazzi adesso prendiamo un altro', questo non è corretto", dice Perotti nelle conversazioni telefoniche. "Il Ministro Lupi e la moglie sono stati ospiti dei coniugi Perotti per il fine settimana, nel settembre 2013 e nel dicembre 2013; si badi che, con riguardo al secondo incontro in Firenze, allo stesso ha preso parte anche Cavallo Francesco". Lo scrive il pm nella richiesta di custodia cautelare per l'inchiesta grandi appalti ricordando che "è proprio lo stretto rapporto che Perotti ha intessuto con Cavallo, che ha consentito allo stesso Perotti di stabilire un contatto costante con il Ministro".
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori