ROMA. Tangenti: pm, non è storia ordinaria corruzione ma sistemica
18 Marzo 2015 - 17:50
"Questa non è una storia di ordinaria corruzione", ma uno "scenario di devastante corruzione sistemica nella gestione dei grandi appalti". E' quanto la procura della Repubblica di Firenze afferma nella richiesta del pm di misure cautelari per Incalza e altri. Gli atti parlano, rileva il pm di "un'organizzazione criminale di spessore eccezionale che ha condizionato per almeno un ventennio la gestione dei flussi finanziari statali". "Nell'ambito degli appalti pubblici ed in particolare in quello delle 'grandi opere' - scrive il giudice - le logiche della corruzione tuttora si impongono". Ciò, secondo il pm, "ha consentito ad un gruppo di soggetti di istituire una sorta di filtro criminale all'ordinario accesso ai grandi appalti pubblici da parte delle imprese private". Dalle intercettazioni emergono "contatti ed incontri, anche conviviali, nonché l'organizzazione di una cena volta a reperire 'fondi' nell'interesse del Ministro, la fornitura di abiti sartoriali in favore del Ministro Lupi, di suo figlio Luca e dei suoi segretari e l'acquisto di regali natalizi in favore dello stesso Ministro e del suo entourage". Lo scrivono i pm di Firenze parlando di Francesco Cavallo, "(detto anche Frank o Franco), indicato da Burchi Giulio come 'l'uomo di Lupi'". "Il sarto Barbato Vincenzo - viene spiegato - confeziona vestiti, al prezzo di 700 euro circa l'uno, per il Ministro Lupi ed i componenti della sua segreteria Bonaduce Nicola, Forlani Emmanuele e Lezzi Marco". "Il 20.12.2013, Cavallo comunica a Altieri Gaetano della 'Csf Costruzioni e Servizi s.r.l.' che a 'Bonaduce' (segreteria del Ministro Lupi) ci pensa lui, riferendosi con ogni evidenza ad un regalo natalizio" e "da conversazioni successive emerge, con ogni verosimiglianza, che il regalo acquistato per Bonaduce ha un valore di circa 7/8 mila euro". Si parla poi di un bonifico di 1.840 euro fatto da una società legata a Cavallo dopo che Cavallo ha acquistato "orologi di rilevante valore economico presso la gioielleria Verga, in Liano, via Dogana n. 3" e di "un ordine di dolciumi per un importo di 962 euro presso l'esercizio commerciale di Grossi Alfredo (Milano, Corso Magenta)". "Il 13.12.2013 - conclude - Cavallo ordina alcune borse presso il negozio Valextra di Milano, via Manzoni, per un importo complessivo di 1680 euro". "Condivisione di faraoniche remunerazioni derivanti da incarichi professionali pilotati". Questa la forma di corruzione descritta dal pm negli atti per la richiesta di misure cautelari nei confronti di Incalza e altri. Un metodo che fa apparire le cosiddette 'mazzette' "un ricordo quasi patetico dell'agire illecito del secolo scorso". "Ercole Incalza non si è mai mosso dalle posizioni di potere conseguite già dagli anni '80". Lo scrive il pm nella richiesta di misure cautelari in cui parla della "spregiudicatezza" di Incalza, un uomo che "pur essendo da almeno un decennio in pensione rimane tutt'ora al vertice del Ministero con la stessa capacità decisionale, seppure sotto il singolare inquadramento di consulente del ministro". "Giova, in questa sede, evidenziare che risultano acquisite circostanze investigative in ordine all'assunzione lavorativa di Lupi Luca, figlio del Ministro Lupi, ottenuta con il coinvolgimento di Incalza Ercole e Cavallo Francesco - scrivono i pm - Nell'ambito di tale rapporto lavorativo, Lupi viene destinato a collaborare alle attività connesse proprio al nuovo palazzo dell'Eni in San Donato Milanese". "Anche in altre occasioni", oltre a quella che riguardava il figlio del ministro Maurizio Lupi, "Perotti si è attivato per procurare assunzioni lavorative in favore di persone indicategli dall'Incalza". E' quanto scritto negli atti dell'indagine. Nella "conversazione del 17.11.2011, intercorsa tra Perotti Stefano e Saraceno Furio, quale presidente del CdA della consortile per azioni "Nodavia" (general contractor in relazione alla "grande opera" "Nodo Tav di Firenze"), Perotti parla al Saraceno del 'un curriculum di una persona che mi è stata raccomandata da Ercole Incalza', sollecitando l'espletamento di un colloquio in favore di questa persona". C'è poi l'assunzione di un architetto "da parte del Perotti Stefano (tramite società al medesimo riconducibile), su richiesta dell'Incalza Ercole". Incalza "d'altra parte, risulta essere in rapporti amicali con il padre del suddetto architetto". "Un direttore dei lavori compiacente verso l'impresa esecutrice delle opere" ciò ha consentito "sistematicamente che l'importo dei lavori delle grandi opere si gonfiasse a dismisura". Questo il meccanismo, secondo il pm di Firenze, in base al quale funzionava l'organizzazione facente capo a Incalza. E' sempre lui, infatti, "che suggerisce all'appaltatore il nome del direttore dei lavori, nome che 'casualmente' - scrive il pm - è sempre lo stesso", quello di Stefano Perotti. "Il nome di questo professionista - aggiunge il pm - è la chiave di lettura delle vicende delle grandi opere italiane degli ultimi vent'anni, delle ragioni delle lungaggini, della lievitazione dei costi, dell'assenza dei controlli nella regolazione dei subappalti". Un professionista, "socio di affari di Incalza" che "ha gestito appalti attraverso gli incarichi di direzione dei lavori per almeno 25 miliardi di euro".
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
...
Dentro la notiziaLa newsletter del giornale La Voce
LA VOCE DEL CANAVESE Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.