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26 Febbraio 2018 - 12:03
Tessera del Partito Democratico di Settimo Torinese al collo, cartello di protesta in mano.
Luca Incarnato, 50 anni, ieri ha proseguito la sua battaglia. È rimasto tutta la giornata, dalle 10 di mattina fino alle 17.30 di sera, di fronte alla sede Smat di Torino. Voleva che qualcuno lo ricevesse per poter raccontare la sua storia, per provare a ricostruire il futuro che ha perso.
“A novembre ho parlato con l’amministratore delegato di Smat, Marco Ranieri - racconta Incarnato -. Gli ho lasciato la documentazione e si era ripromesso di incontrarmi. Ho chiamato alla segreteria varie volte, hanno continuato a rimandare l’incontro fin quando mi hanno detto chiaramente che non sarei più stato ricevuto”.
Di qui la protesta. “Ma non è sceso nessuno - sottolinea l’uno -. Ho intenzione di tornare, voglio che mi ascoltino. Di certo non mi fermerò qui, la mia battaglia continua”.
La vicenda
Luca Incarnato risiede a Groscavallo ma attualmente sta a casa della madre ad Ala di Stura, dove tra le altre cose è stato consigliere comunale tra il 1999 e il 2004. Si tratta della storia lunga e intricata di un uomo che ha perso il lavoro e lotta per riaverlo.
“Sono un ex dipendente Sicea - aveva raccontato dalle pagine di questo giornale .- Nel 2009 sono stato vittima di un grave infortunio che non mi ha più permesso di svolgere la mansione del letturista. Allora la ditta mi ha affidato un incarico diverso, avrei dovuto fare l’impiegato amministrativo. Però poi, quando Smat ha accoparto Sicea, sono nuovamente stato inserito nella lista dei letturisti”. Quel lavoro che lui proprio non poteva svolgere. Insomma Incarnato ha perso il lavoro, di punto in bianco, ed è rimasto a casa. A complicare la faccenda anche una sentenza del giudice del lavoro secondo cui Smat non aveva nessun obbligo di acquisire il personale Sicea.
Di lì una serie infinita di incontri per cercare di risolvere la situazione. Ma mai niente da fare. E i mesi passano, passano veloci. “Dal 30 maggio - aveva proseguito - ho finito tutti gli ammortizzatori sociali, al momento sono totalmente senza reddito, vivo sulle spalle di mia madre che prende una pensione da 850 euro al mese su cui paga anche l’affitto. Cerco un posto di lavoro e trovo solo porte chiuse. E Smat e le ditte satellite non mi riassorbiscono. Non so più cosa fare”. Incarnato ad aprile e maggio 2017 è arrivato a incatenarsi di fronte al Comune di Torino. Ieri la protesta davanti Smat. Ma non finisce qui.
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