Gentile Direttore, dopo aver letto l’ultimo articolo apparso sul suo giornale relativo all’assegnazione degli spazi all’associazione Eshorouck le chiedo la cortesia di pubblicare queste righe. Sono sempre stata convinta che la critica giornalistica sia uno strumento utile di pungolo per l’amministrazione e per attivare la coscienza critica dei cittadini, uno strumento che può essere sferzante e talvolta anche aggressivo. Tuttavia ritengo che ci siano soglie di rispetto per i ruoli e per le persone che non possono e non devono essere superati. Scrivere su un giornale locale affermazioni che addebitano ad un assessore della città una condizione di scarso equilibrio mentale non lede soltanto l’istituzione che il medesimo rappresenta ma anche la sua dignità personale. Chiedo quindi a chi come lei è chiamato ad onorare il mestiere della cronaca di rivedere questo modo di fare giornalismo e di considerare questa mia non come lo sfogo di chi è stato oggetto di critiche ma come segno di condivisione che esiste un limite alla critica ed è quello dell’offesa alla persona. Le sarò quindi grata di poter avere in tal senso le sue scuse, certa che il suo intento non fosse quello di offendere la mia persona ma fosse una critica politico-amministrativa. A tal proposito credo che per poter avviare qualsiasi tipo di critica sia fondamentale avere tutti i dati a disposizione, dati che probabilmente non sono in suo possesso. La media degli spazi degli stabili comunali concessi alle associazioni è di circa 70 mq. In lista d’attesa per avere uno spazio ci sono più di dieci associazioni, tante delle quali si occupano come l’associazione in questione di sociale, per una richiesta di circa 800 mq. I metri quadri al momento liberi da poter assegnare sono 200. Rivedendo le concessioni per recuperare spazio è saltata all’occhio la concessione all’associazione Eshorouck di 300 mq su due interi piani di uno stabile comunale mentre la maggior parte delle associazioni ha una o due stanze. Spazi che anche da qualcuno della minoranza sono stati ritenuti esagerati rispetto a tutte le altre assegnazioni. Lo spazio che la neonata associazione Eshorouck aveva inizialmente era di 50 mq, passato poi dopo un paio d’anni in 150 mq e dopo qualche mese in 300 mq gratuiti. L’associazione è un’associazione culturale che si occupa certamente di attività importanti per la comunità, ma non certo più importanti di associazioni che si occupano di disabili e che hanno a loro disposizione un’aula di 30 mq non gratuiti o di associazioni che vorrebbero poter dare sollievo alle famiglie con malati di Parkinson e che al momento non hanno invece alcuno spazio. Io credo che far parte di una comunità e volerla aiutare quella comunità sia anche rendersi conto della situazione contingente e fare nel caso un passo indietro, mantenendo uno spazio gratuito che è già il doppio della media degli spazi assegnati alle altre associazioni, a favore delle associazioni che parimenti si occupano di volontariato culturale e sociale e che non hanno alcuno spazio. Preciso anche che l’accordo tra il comune e l’associazione non prevedeva alcuna richiesta da parte del comune di sistemazione dei locali da parte dell’associazione, che aveva anche l’onere secondo contratto, di richiedere autorizzazione per ogni modifica dei locali. Per incomprensione da parte dell’associazione sono stati effettuati lavori nei locali del piano rialzato senza richiedere alcuna autorizzazione. Sempre per venire incontro all’associazione abbiamo a settembre evitato di richiedere indietro i 150 mq del piano rialzato, piano che per facilità d accesso avremmo invece preferito riavere per rispondere alle richieste di accesso facilitato da parte di alcune associazioni e abbiamo condonato e sanato le autorizzazioni ai lavori, che secondo contratto sarebbero comunque stati a carico dell’associazione, visto il comodato gratuito. Rispetto alla questione delle primarie che ho citato, la mia è stata una risposta a chi dall’opposizione asseriva che la posizione in merito fosse dettata da una sorta di vendetta a chi non mi aveva sostenuta. E così rispondo anche all’articolo che sostiene che io mi starei vendicando rispetto a chi era vicino alla giunta Della Pepa. Non ragiono così. Credo che un amministratore sia l’amministratore di tutta la città e non certo solo di una parte. Certo quando si fanno delle scelte si può scontentare qualcuno ma questo vuol dire amministrare. L’importante credo sia farlo con criterio. Io ho scontentato l’associazione Eshourock riportando una situazione credo più equa e ho ricevuto l’attacco di parte della minoranza che dovrebbe però rispondere nel merito sul perchè anche le altre associazioni cultuali e di volontariato non meritano di avere anche loro 300 mq di spazi gratuiti. Forse perchè spazi così ampi per tutti non ci sono? In realtà ho ricevuto attacchi anche da alcuni alleati per aver convintamente sostenuto i contributi alla Grande Invasione, che considero un’eccellenza della nostra città. A dimostrazione che le mie scelte entrano nel merito e non sono figlie di alcuna sete di vendetta. Nello specifico poi credo che l’errore iniziale sia stato assegnare uno spazio così ampio a fronte di disponibilità limitate ma che quest’errore nono sia certo da imputare all’associazione che lo ha ricevuto in comodato. La scorsa settimana incontrato Tarik Benlamine e abbiamo accordato all’associazione di posticipare la scadenza del contratto a novembre. Ci siamo inoltre impegnati a verificare con le associazioni che hanno richiesto l’utilizzo dei locali sopra quelli dell’associazione la disponibilta’ temporanea delle proprie aule il sabato e la domenica. Ringraziando per l’attenzione, porgo i più cordiali saluti Elisabetta BallurioVicesindaco di Ivrea Ben contenti - ci mancherebbe ancora - che sia stato raggiunto un accordo con l’Associazione Eshorouk. Resta il dubbio, suffragato da sue passate dichiarazioni verso gli allora amici e compagni del Pd, di una decisione alquanto perniciosa. Infine su quel “pazza scatenata” da noi utilizzato nell’articolo “Qualcuno fermi il vicesindaco”. Si dice - e lo dice il dizionario Garzanti - di una “persona straordinariamente vivace e intraprendente, oppure imprevedibile nelle sue azioni, o anche molto agitata, eccitata....”. Da un nosto punto di vista si trattava quasi di un complimento e non pensavamo davvero che la lingua italiana si prestasse a più di un’interpretazione. Se ciò è avvenuto ce ne scusiamo.... Liborio La Mattina
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