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16 Gennaio 2018 - 16:52
in foto Gunter Demnig e le sue pietrie
Per celebrare la Giornata della Memoria, quest’anno l’Amministrazione comunale ha scelto di installare delle targhe ricordo artistiche (Pietre d’Inciampo), in memoria dei cittadini deportati nei campi di concentramento nazisti.
Mercoledì 17 gennaio alle 17, in via IV Martiri 24, avverrà la cerimonia di posa delle Pietre d’Inciampo in ricordo di Perla Foà, Giuseppe Foà e Davide Foà, deportati e deceduti nel 1944 nel campo di concentramento di Auschwitz.
Le “Pietre d’inciampo” sono un’iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig per depositare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. Sono piccole targhe di ottone incastonate nel selciato davanti all’ultima abitazione scelta liberamente dalla vittima. Ogni targa riporta la dicitura “Qui abitava…”: il nome della vittima, data e luogo di nascita, data di morte o della scomparsa (se conosciute).
Esse nascono da un progetto artistico ispirato da regioni etiche, storiche e politiche; sono strumenti contro l’oblio, il negazionismo e il revisionismo storico e sono diffusi in centinaia città europee e in diciassette Stati, tra cui l’Italia, e che ciascuno di essi, in modo transnazionale, partecipa alla costruzione di questo monumento diffuso, mosaico di memorie europee.
Interverranno alla cerimonia il sindaco e l’assessore all’istruzione, i rappresentanti della Comunità Ebraica di Ivrea, l’A.N.P.I. sezione Ivrea e Basso Canavese, i ragazzi del Treno della Memoria stazione di Ivrea, il Consiglio Comunale delle Ragazze e dei Ragazzi di Ivrea e il Museo Diffuso della Resistenza di Torino.
Il sanpietrino
Nemico dei tacchi ed elemento imprescindibile di ogni centro storico italiano che si rispetti, il sampietrino, noto anche come bolognino, grazie all’artista tedesco Gunter Demnig rinasce a nuova vita. Ed è così che un semplice blocchetto in pietra – solitamente impiegato per la pavimentazione stradale – si veste d’ottone lucente. Diventa altro. Si trasforma in arte. Tassello unico di una memoria condivisa e di una storia comune.
L’inciampo
Con le Stolpersteine la memoria, la storia e l’arte diventano parte integrante del tessuto urbano e, prima ancora, della vita quotidiana dell’intera società. L’inciampo, infatti, è visivo e mentale. E non fisico. Le pietre diventano fonte di riflessione e oggetto di curiosità, ma soprattutto ponte indissolubile tra il presente ed il passato.
La memoria consiste in una piccola targa d’ottone della dimensione di un sampietrino (10 x 10 cm).
Dal 1995
L’iniziativa è partita a Colonia nel 1995 e ha portato, a inizio 2016, all’installazione di oltre 56 000 “pietre” (la cinquantamillesima pietra è stata posata a Torino) in vari paesi europei: Germania, Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Norvegia, Italia, Francia, Spagna, Svizzera, Grecia, Ucraina, Slovenia, Croazia, Romania ed Russia.
Le reazioni
In Germania, soprattutto, all’esordio dell’iniziativa è sorto un dibattito sul fatto che le “pietre” venivano poste davanti al portone di ingresso e il proprietario dell’immobile poteva non sempre gradire l’idea di essere costretto a ricordare ogni giorno le atrocità naziste. A Colonia, per esempio, una “pietra” fu posta lontana dal portone principale, quasi al bordo del marciapiede, vicino alla strada. A Krefeld la controversia riguardò il fatto che le pietre di Demnig ricordavano troppo il periodo in cui i nazisti usavano le lapidi delle tombe ebree come pavimentazione per i marciapiedi. Fu raggiunto l’accordo che la scelta del luogo dove porre una pietra d’inciampo sarebbe stata subordinata all’approvazione del proprietario della casa e, qualora ci fossero, anche dei parenti delle vittime da ricordare.
In alcuni casi, le pietre sono state divelte: a Roma, ad esempio, un caso del genere ha riguardato, il 12 gennaio 2012, alcune pietre d’inciampo posate al numero 67 di via Santa Maria di Monticelli. Pochi giorni dopo si scoprì che l’atto era stato compiuto da un condomino del palazzo di fronte al quale erano state posizionate in quanto “infastidito” dalla loro presenza”.
Arrivano per la prima volta in altri comuni del Piemonte oltre che a Torino, le Pietre d’Inciampo, il progetto di memoria delle vittime della deportazione nazifascista ideato dall’artista tedesco Gunter Demnig che a Torino ha già visto 85 installazioni in 3 anni. Quest’anno saranno posizionate 37 nuove pietre, 8 in città e, per la prima volta, anche ad Alessandria, Novi Ligure, Acqui Terme, Piasco (Cuneo) e, in provincia di Torino, a Pinerolo, Moncalieri, Collegno, Coazze, Condove, Lanzo e Ivrea.
Altra novità l’ampliamento del progetto didattico che si accompagna alle Pietre d’Inciampo con la possibilità per gli studenti, per la prima volta, di identificare e proporre nuovi nomi a cui dedicare i ‘mattoni del ricordo’.
A sottolineare l’importanza “di un progetto diffuso di memoria che parte dal basso” è il vicepresidente del consiglio regionale e delegato del Comitato per la Resistenza Nino Boeti che ha anche annunciato alcune delle iniziative per il Giorno della Memoria fra cui un focus dedicato “allo sterminio dimenticato, quello degli omosessuali”. Per l’assessora alla Cultura della Città di Torino Francesca Leon grazie alle Pietre “tutti i giorni la memoria si rinnova nella vita quotidiana”. Il presidente della Comunità Ebraica di Torino Dario Disegni, ricordando che nel 2018 ricorre l’80esimo anniversario delle leggi razziali, ha sottolineato: “nel nostro Paese non si sono ancora fatti i conti con questa realtà ed è il momento di farli per creare gli anticorpi ai preoccupanti fenomeni di intolleranza e xenofobia che stanno tornando”.
Le prime sette Pietre d’inciampo ad Alessandria sono state posate domenica scorsa davanti alla sinagoga di via Milano e in via Migliara. Lunedì 15 a Novi Ligure, la ‘Pietra’ dedicata a Silvio Salomon Ottolenghi, davanti all’ultima abitazione in via Cavour. Nel pomeriggio altre 11 sono state collocate ad Acqui Terme. Giovedì 18 gennaio, dalle 15, a Casale Monferrato, Demning tornerà per la terza volta in vicolo Salomone Olper, vicino al portone del tempio, per le ‘Pietre’ per Isaia Carmi e la moglie Matilde e, in via Pinelli 2, per Faustina Artom Borgetti.
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