Incontro sul potenziamento dell'ospedale di Cuorgnè
La conferenza stampa di giovedì a Cuorgnè
A Cuorgnè, per ora, non riaprirà il pronto soccorso ma dal 9 gennaio il reparto tornerà ad occuparsi di pazienti come punto di primo intervento. Un primo passo avanti verso la riapertura completa. Il cronoprogramma che porterà all'auspicata attivazione del servizio è stato presentato oggi a Cuorgnè dal presidente della Regione, Alberto Cirio, dall'assessore alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, e dal direttore generale dell'Asl To4, Stefano Scarpetta. "Il punto di primo intervento - spiega Icardi - sarà attivo dalle 8 alle 20, presidiato nelle ore notturne, dalle 20 alle 8, dal sistema 118. Sono previsti due ambulatori di visita, un medico e due infermieri, per il trattamento delle urgenze minori e una prima stabilizzazione del paziente complesso". "Il diritto alla salute è uguale per tutti: vale per chi abita in piazza Statuto a Torino come per chi vive in una valle di montagna. In quest'ottica, quello di Cuorgnè è per noi un ospedale strategico. L'attivazione del punto di primo intervento è solo il primo step per arrivare alla riapertura completa del pronto soccorso", ha assicurato il governatore della Regione Piemonte, Alberto Cirio. "Il punto di primo intervento prenderà in carico i pazienti in codice bianco e verde - aggiunge Cirio - che, stando ai dati regionali, sono il 78% dei casi trattati nei nostri pronto soccorso. Dal 9 gennaio daremo una risposta ad almeno otto abitanti su dieci di questo territorio". Cirio ha sottolineato l'enorme lavoro portato avanti in questi mesi per reperire i medici: "Abbiamo fatto 76 gare per riuscire a trovare il personale adatto a questo tipo di servizio". L'assessore Icardi ha sottolineato che quando è stato chiuso il pronto soccorso, nel 2020, "è stato chiesto un sacrificio alla popolazione, ma l'emergenza pandemica non ci ha lasciato altra scelta. Abbiamo comunque sempre lavorato per ridare alla cittadinanza questo importante servizio, nel frattempo rimasto chiuso a causa dell'impossibilità di reperire personale medico". In tutta l'Asl To4, mancano 172 medici rispetto alla dotazione organica, di questi 76 sono venuti meno dal 2019 ad oggi, e mancano 30 medici di medicina generale, nonostante le 75 procedure concorsuali attivate per il reperimento di medici e direttori di struttura, spiega l'Asl. Scettico il Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche presente oggi all'incontro.
Giuseppe Summa, Nursind
"Come sindacato da tempo chiediamo la riapertura del Pronto soccorso di Cuorgnè, ma in condizioni di sicurezza e non come scelta di facciata - spiega Giuseppe Summa -. La politica non deve dimenticarsi che dietro ai lavoratori, ci sono dei lati umani. Quando il 29 ottobre è stato deciso di chiudere temporaneamente il pronto soccorso di Cuorgnè, è stato un momento che ha impattato emotivamente sugli operatori che ci lavorano e che nei successivi due anni sono stati ricollocati in altre realtà, dove hanno intrapreso percorsi professionali". "Ad oggi non ci risulta siano stati coinvolti per un'eventuale riapertura - prosegue il referente del sindacato - Così come altri servizi interessati. La loro nuova ricollocazione comporterebbe criticità nei servizi dove sono stati assegnati se non sostituiti. La situazione del personale dell'Asl To4 infatti non è sicuramente rosea (alla data odierna sono 50 gli infermieri assenti per maternità e sospesi) e su questo punto da tempo chiediamo all'azienda e alla Regione certezze. Inoltre, l'apertura sulle dodici ore, al fine di evitare rischi per i cittadini e mettere in sicurezza gli operatori, prevederebbe un organizzazione impeccabile sulla gestione dei trasporti dei pazienti verso il nosocomio eporediese, che fra le altre criticità già presenti, dovrebbe farsi carico anche di questo". "Allo stato attuale abbiamo perplessità anche in merito ai locali - conclude Summa -, che crediamo non permetterebbero una corretta suddivisione dei percorsi per i pazienti covid. Sul tema chiederemo l'apertura di un tavolo con l'azienda che dovrà garantirci quanto premesso. Infine, ci auguriamo che l'eventuale riapertura sulle dodici ore, non sia il preludio al non ritorno all'attività di pronto soccorso h24, così come previsto dalla normativa nazionale e regionale". Alla richiesta del Nursind s'è accodato anche il consigliere regionale Alberto Avetta: “Accogliamo positivamente l’annuncio dell’attivazione di un Punto di primo intervento all’ospedale di Cuorgnè. È un passo in avanti, una prima seppur parziale risposta ai bisogni dei canavesani e alle richieste degli amministratori, ed il ‘poco’ è pur sempre meglio del ‘niente’. Un risultato, quello di oggi, che è merito solo della mobilitazione determinata degli amministratori locali a cominciare dalla sindaca di Cuorgnè. Altrimenti, dalla Giunta Cirio, non avremmo nemmeno avuto questo ‘poco’. Tuttavia ricordiamo che era il settembre del 2021 quando il Presidente Cirio, in visita all’ospedale di Cuorgnè, prometteva una soluzione rapida per la riapertura del Pronto soccorso. A più di un anno di stanza il PS continua ad essere chiuso, causa carenza di personale medico. Ancora una volta abbiamo la prova che gli annunci di Cirio e di Icardi restano sempre tali. Nessuno mette in discussione le criticità del presidio ospedaliero di Cuorgnè, ma sono criticità non certo esclusive di questo ospedale che, invece, vanta l’esclusività della chiusura del PS nonostante l’emergenza Covid sia finita da tempo. Ovunque si è riaperto, a Cuorgnè no. Auspichiamo che il Punto di primo intervento sia una soluzione temporanea e che Cirio e Icardi ritornino nel Canavese quanto prima ad annunciare l’unica cosa che deve essere annunciata: nuove assunzioni e il potenziamento vero e concreto dei servizi sanitari dell’ospedale di Cuorgnè”.
IL PIANO DI SVILUPPO DELL'OSPEDALE DI CUORGNE' PRESENTATO DALL'ASL TO 4
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