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A Crescentino la lectio di Bertotto: “Palestina: terra contesa, terra senza pace”

Il professore torinese ricostruisce un secolo e mezzo di storia del conflitto

A Crescentino la lectio di Bertotto: “Palestina: terra contesa, terra senza pace”

A Crescentino la lectio di Bertotto: “Palestina: terra contesa, terra senza pace”

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A Crescentino si parlerà di Palestina senza gridare, senza curve da stadio, senza quella semplificazione brutale che ormai domina ogni dibattito pubblico. Domenica 30 novembre, alle 17, il Teatro Angelini ospiterà la lectio magistralis dello storico e archivista Silvio Bertotto, intitolata “Palestina: terra contesa, terra senza pace. Fra passato e presente, una storia da conoscere”. Un titolo che è già una presa di posizione: per capire serve conoscere, e per conoscere serve tempo, complessità, memoria.

Bertotto partirà dal 1881, dall’arrivo in Palestina degli ebrei in fuga dai pogrom dell’Impero Russo, per attraversare più di un secolo di tensioni, guerre, diplomazie, errori e speranze infrante. Un percorso che offrirà ai cittadini una lettura storica del conflitto israelo-palestinese, lontana dalle distorsioni del presente e vicina alle dinamiche reali che hanno costruito — pezzo dopo pezzo — il mosaico di una terra contesa e stremata.

L’iniziativa porta la firma dei Comuni di Crescentino, Brusasco, Castagneto Po, Cavagnolo, Lauriano e Monteu da Po, che insieme hanno dato vita al progetto “Comuni Insieme per la Pace”. Un’alleanza istituzionale rara, soprattutto in un tempo in cui la parola “pace” rischia di essere svuotata, trasformata in slogan buono per ogni stagione.

Bertotto, autore di oltre trenta volumi e collaboratore dell’Université Paris 1 – Panthéon-Sorbonne, è abituato a lavorare sulle crepe della storia, non sulle superfici. Dai lager europei alle diplomazie ottocentesche, il suo metodo è sempre lo stesso: scavare. E proprio per questo la conferenza di Crescentino non sarà un semplice evento culturale, ma un invito a rientrare nel merito delle cose, a rifiutare la scorciatoia dell’opinione pronta all’uso.

In un momento in cui il mondo sembra condannato all’assenza di pace, sei piccoli Comuni provano a restituire al territorio almeno il diritto — e il dovere — di capire.

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