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Parental control: a Rondissone un incontro per non navigare “alla cieca”

Un’ora di formazione per capire strumenti, rischi e soluzioni del mondo digitale familiare

Parental control: a Rondissone un incontro per non navigare “alla cieca”

Parental control: a Rondissone un incontro per non navigare “alla cieca”

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A Rondissone hanno capito una cosa semplice: non si può chiedere alle famiglie di “stare al passo” con il digitale se nessuno spiega loro davvero come funziona. È per questo che il Comune ha deciso di organizzare un incontro gratuito dedicato all’etica digitale, ai social e agli strumenti di parental control, un tema che spesso si affronta solo quando il problema è già scoppiato.

L’appuntamento è fissato per martedì 25 novembre 2025, dalle 18 alle 19, nella saletta del Salone Polivalente di piazza Borella. Un’ora di formazione concreta, pensata per chi ogni giorno prova a gestire password, notifiche, limiti, insicurezze e domande dei figli. Si parlerà di password sicure, tutela dei dati sensibili, limiti di tempo e soprattutto di una cosa che non si insegna mai abbastanza: una comunicazione aperta tra genitori e ragazzi, che resta l’unico vero antidoto agli abusi e alle trappole della rete.

Il cuore dell’incontro sarà dedicato agli strumenti pratici. Verranno spiegate nel dettaglio le funzioni di Google Family Link — dai blocchi delle app ai limiti di utilizzo, dal filtro dei siti alla posizione — e quelle di Norton Family. Ma si affronterà anche il terreno più delicato, quello dei social. Come funzionano i controlli “teen” su Instagram? Cosa permette davvero il Family Pairing di TikTok? Quali notifiche è utile tenere attive e quali invece rischiano di trasformarsi in un costante allarme digitale?

In un tempo in cui i figli crescono dentro uno schermo e gli adulti arrancano dietro algoritmi che cambiano ogni mese, iniziative come questa hanno un valore che va oltre la tecnica: ricordano che la comunità può ancora essere un luogo di protezione, non solo un passaggio burocratico. Rondissone, nel suo piccolo, fa una scelta precisa: prendere sul serio l’educazione digitale delle famiglie, senza paternalismi e senza moralismi.

E alla fine resta una domanda che pesa più di qualunque software: quante amministrazioni, oggi, hanno il coraggio di affrontare il digitale non come una moda, ma come un dovere civico? Rondissone, almeno questa volta, la sua parte la fa.

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