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Nuova mobilitazione per Gaza: "Blocchiamo tutto per cambiare tutto"

Sabato 25 ottobre doppio appuntamento in città: alle 10 in Piazza Castello contro il governo, alle 17 in Piazza Gaza per denunciare la “falsa tregua” e la complicità dell’Occidente

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Nuova mobilitazione per Gaza: "Blocchiamo tutto per cambiare tutto"

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Torino si prepara a una nuova giornata di mobilitazione per la Palestina. Dopo le assemblee permanenti che da giorni animano il dibattito cittadino, il coordinamento dei collettivi e delle realtà solidali con il popolo palestinese annuncia una doppia manifestazione per sabato 25 ottobre. La parola d’ordine è netta: «Blocchiamo tutto per cambiare tutto».

Due i momenti principali previsti: alle 10 in Piazza Castello, per contestare la presenza del ministro degli Esteri Antonio Tajani e dei membri del governo Meloni, in città per una conferenza sulla casa; e alle 17 in Piazza Gaza (l’ex Piazza Palazzo di Città), dove si terrà una nuova manifestazione “contro la falsa tregua e il genocidio in corso nei territori occupati”.

Il comunicato diffuso dai promotori non usa mezzi termini. “A Gaza e nei territori della Palestina occupata non c’è tregua e non c’è pace” si legge nella nota. “A pochi giorni dalla firma del piano Trump, sostenuto da tutto l’Occidente e da tutto il nostro Parlamento, Israele ha bombardato nuovamente Gaza e la Cisgiordania, senza aprire corridoi umanitari né garantire sicurezza alla stampa. Il genocidio del popolo palestinese prosegue senza sosta”.

I manifestanti accusano il governo italiano e le istituzioni europee di complicità politica e militare con lo Stato d’Israele. L’appello invita cittadini, studenti e lavoratori a “bloccare tutto”, riprendendo lo slogan lanciato durante le proteste di fine settembre, quando in molte città italiane e europee si erano svolti scioperi generali e cortei contro l’occupazione e i bombardamenti.

Nelle assemblee che si sono svolte in città — la prima ha radunato oltre 200 persone — il tono è stato di netta opposizione. I presenti hanno ribadito la necessità di mantenere alta la mobilitazione “contro la propaganda della tregua” e di proseguire con azioni coordinate e visibili. Tra le parole chiave, la denuncia dell’uso politico del termine “pace” da parte dei governi occidentali e l’accusa di “ipocrisia istituzionale” verso chi, pur condannando la violenza, continua a sostenere accordi e alleanze militari con Israele.

L’appuntamento del mattino, in Piazza Castello, avrà un duplice valore: protesta politica e contestazione sociale. I promotori sottolineano infatti che la conferenza sulla casa organizzata in città rappresenta “una contraddizione in termini, in una Torino che resta capitale degli sfratti e dell’emergenza abitativa”. La scelta di unire la protesta per la Palestina a una critica alle politiche abitative locali mostra la volontà di saldare temi globali e locali sotto un’unica bandiera di dissenso.

Nel pomeriggio, invece, Piazza Gaza sarà il punto di ritrovo simbolico per la mobilitazione internazionale. La scelta del luogo — l’ex Piazza Palazzo di Città, ribattezzata così durante le manifestazioni pro-Palestina del 2023 — vuole ricordare la continuità di un movimento che, da mesi, attraversa scuole, università, quartieri e spazi sociali.

L’obiettivo dichiarato è “tenere alta l’attenzione contro i crimini di Israele, sostenuti dal governo Meloni e da tutto l’Occidente”. I promotori insistono sul ruolo della società civile, invitando a costruire una rete capace di dare continuità alle proteste e di coordinare iniziative future. “Mercoledì prossimo – si legge ancora nel comunicato – ci ritroveremo alle 18.30 in assemblea permanente per Gaza per decidere insieme i prossimi passi della mobilitazione”.

Il clima che si respira è quello di un attivismo che si rinnova. Nelle ultime settimane, numerose città italiane hanno visto crescere la partecipazione a presidi e cortei per la Palestina, spesso accompagnati da polemiche e tensioni politiche. A Torino, in particolare, la presenza universitaria e la storia dei movimenti pacifisti e anticoloniali offrono un terreno fertile per un dibattito che unisce memoria e attualità.

La giornata di sabato si annuncia densa e ad alta tensione. Le forze dell’ordine hanno già predisposto un piano di sicurezza attorno a Piazza Castello, dove si terrà la conferenza con i ministri, mentre in Piazza Gaza si prevede una mobilitazione numerosa e partecipata.

Dietro lo slogan “Blocchiamo tutto per cambiare tutto” non c’è solo la protesta contro un governo o un conflitto lontano. C’è l’idea, spiegano i promotori, che la mobilitazione popolare resti l’unico strumento per interrompere l’indifferenza, in un momento storico segnato da crisi internazionali, propaganda e polarizzazione.

️ Torino prepara una nuova giornata di protesta per Gaza: “Blocchiamo tutto per cambiare tutto”. Dalla mattina in Piazza Castello al pomeriggio in Piazza Gaza, i movimenti chiamano la città a mobilitarsi contro quella che definiscono “una falsa tregua e un genocidio sotto silenzio”.

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