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Pinocchio torna a casa: Livio Viano riporta il suo teatro a Castagneto Po

Dopo mezzo secolo di palcoscenici, l’attore e regista chivassese torna dove tutto è cominciato, con il suo Pinocchio di poesia e legno

Pinocchio torna a casa: Livio Viano riporta il suo teatro a Castagneto Po

Pinocchio torna a casa: Livio Viano riporta il suo teatro a Castagneto Po

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C’è qualcosa di profondamente simbolico nel ritorno di Livio Viano a Castagneto Po. È come se il cerchio si chiudesse, con quel legno che prende vita – Pinocchio – a fare da ponte tra il passato e il presente, tra la fiaba e la realtà, tra l’artista e la sua terra. Sabato 11 e domenica 12 ottobre, alle 16.30, alla Biblioteca comunale di Castagneto Po, Viano presenta Le avventure di Pinocchio, uno spettacolo tratto da La filastrocca di Pinocchio di Gianni Rodari, con Amandine Delclos e le musiche di Sandro Balmas. L’ingresso è libero, come lo spirito del teatro che Viano ha sempre difeso: aperto, popolare, per tutti.

Per Livio Viano, Castagneto Po non è solo il luogo delle origini. È la radice, la collina che lo ha visto partire mezzo secolo fa e che oggi lo accoglie come un figlio che torna con un dono. Quel dono è il teatro, la forma più pura di narrazione collettiva. In questo ritorno non c’è nostalgia, ma gratitudine. L’attore e regista chivassese torna nel suo paese con la leggerezza di chi ha vissuto mille palcoscenici, ma porta nel cuore la stessa emozione di quando, ragazzo, scoprì che la parola detta davanti a un pubblico poteva cambiare qualcosa.

Amandine Delclos e Livio Viano

Il Pinocchio di Livio Viano non è una semplice messa in scena del classico di Collodi. È un racconto poetico, costruito come un grande libro animato, un pop-up teatrale in cui le pagine si muovono e i personaggi prendono vita davanti agli occhi dei bambini e degli adulti. Le mani e la voce di Amandine Delclos danno forma a un burattino che si muove tra musica, poesia e marionette, in un equilibrio delicato tra ingenuità e consapevolezza. Le musiche originali di Sandro Balmas completano un affresco che profuma di legno, colla, stoffa e sogni: gli stessi materiali con cui Viano costruisce, da cinquant’anni, la sua arte.

Livio Viano rappresenta da sempre un punto di riferimento per il teatro del Chivassese e della Valle d’Aosta, un ambasciatore di cultura che ha saputo mantenere vivi i legami con la sua terra anche quando la scena lo portava lontano. Il suo lavoro è fatto di passione, sacrificio e continuità. In un tempo in cui il teatro fatica a sopravvivere, Viano continua a crederci, a raccontarlo, a difenderlo con quella determinazione gentile che appartiene solo a chi lo vive come una necessità vitale. Il suo Teatro d’Aosta, realtà storica e preziosa, è la dimostrazione che il teatro può essere anche una casa, un laboratorio, una scuola di vita.

In un mondo di effetti speciali e di distrazioni continue, Viano sceglie la via più difficile: quella della semplicità. Sul palco non ci sono luci abbaglianti, ma gesti autentici; non ci sono effetti digitali, ma sguardi, parole, corde che tirano fili invisibili. È un teatro che parla al cuore, che si costruisce con pochi mezzi e tanta anima. Ed è proprio questo a renderlo universale: la capacità di emozionare senza bisogno di spiegare troppo.

Noi teatranti siamo una categoria in via di estinzione, ma il teatro non morirà mai”, dice spesso Viano. Il suo Pinocchio, come lui, è un ribelle che non smette mai di cercare la verità. E in questo ritorno a casa, tra le colline di Castagneto Po, c’è tutto il senso di una vita spesa per dare voce alle storie, per accendere la fantasia, per ricordare che il teatro, prima di tutto, è un atto d’amore.

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