Cerca

Evento

“Netamiau perché sei morta”: teatro contro l’indifferenza e il genocidio a Gaza

Dopo i presìdi per Gaza, la Statale 590 organizza a Monteu da Po lo spettacolo di Marco Gobetti

“Netamiau perché sei morta”: teatro contro l’indifferenza e il genocidio a Gaza

“Netamiau perché sei morta”: teatro contro l’indifferenza e il genocidio a Gaza

Dettagli evento

Non bastavano i presìdi sotto la pioggia, i cartelli scritti a mano, le fiaccole sui ponti. Ora la Statale 590 si spinge oltre: sabato 11 ottobre, al Teatro comunale di Monteu da Po, porta in scena “Netamiau perché sei morta – Ingiunzione a una bambina”, di e con Marco Gobetti.
Una fiaba amara che parla di promesse tradite e prodigi rovesciati, dove la magia si trasforma in incubo e la speranza in denuncia.

È teatro civile, ma anche qualcosa di più: un gesto politico, nel senso più nobile del termine. Perché ogni volta che qualcuno sceglie di raccontare l’ingiustizia, anziché subirla, fa politica. Anche – e soprattutto – in un teatro di provincia.

Il Collettivo “Statale 590” non è nuovo a iniziative di questo tipo. Dalle rive del Po ai piazzali dei municipi, ha portato avanti una resistenza paziente, ostinata, senza riflettori. A Cavagnolo, a fine settembre, una ventina di persone si erano ritrovate in piazza per dire “basta” ai massacri di Gaza. Niente slogan, nessuna bandiera. Solo la volontà di guardare in faccia la realtà, di non voltarsi.

Prima è stata la volta di Chivasso, con la manifestazione sul ponte sul Po per sostenere la Global Sumud Flotilla. Pochi, sì, ma con una chiarezza che fa più rumore di cento cortei: non vogliamo essere complici.

Ora arriva il teatro, che da sempre è specchio e tribunale. “Netamiau perché sei morta” parla a una bambina, ma chi ascolta è il pubblico: gli adulti distratti, i cittadini anestetizzati, i governi muti. È una favola che non consola, ma risveglia.

Ecco perché la Statale 590 la porta a Monteu da Po, con il patrocinio dei Comuni di Brusasco, Cavagnolo, Lauriano e Monteu da Po. Un modo per dire che la cultura non è intrattenimento, ma memoria attiva. Che anche in un piccolo teatro, davanti a poche decine di persone, si può fare resistenza.

In fondo, la Statale 590 non è solo una strada: è un filo di coscienza che unisce i paesi del Po, e li collega al mondo. Gaza, Tunisi, Genova, Monteu. Tutti sulla stessa rotta: quella della solidarietà, quella della dignità.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori