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Due soldi di benessere: a Prascorsano la memoria contadina diventa racconto

Il 19 settembre la presentazione del libro di Oliviero Cima: trentacinque storie di vita, sogni e drammi della Val Gallenca, specchio di un Piemonte che cambia tra stalla e fabbric

Due soldi di benessere: a Prascorsano la memoria contadina diventa racconto

Oliviero Cima

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Venerdì 19 settembre 2025, alle ore 18.30, lo Spazio Lettura Maurizia Velo, ospitato nella Sala Consiliare di Piazza Enrietto, accoglierà la presentazione del libro “Due soldi di benessere. Farse e drammi nel ’900 piemontese” di Oliviero Cima, pubblicato nella collana Biblioteca degli scrittori piemontesi da Baima Ronchetti Editore. L’incontro è promosso dal Comune e dalla Pro Loco di Prascorsano e vedrà protagonisti Giancarlo Sandretto, che modererà la serata, l’autore Oliviero Cima e Corrado Deri, incaricato delle letture di alcuni passaggi scelti.

Il libro nasce da lontano, da una collaborazione giovanile con un amico che condivideva con Cima la passione per la memoria dei luoghi. «Questo libro nasce molti anni fa, un po’ casualmente, grazie alla collaborazione con un amico a cui raccontavo le storie dei posti in cui sono nato, la Val Gallenca», spiega l’autore. Quelle conversazioni hanno dato vita a un progetto narrativo che per lunghi anni è rimasto sospeso. «I primi racconti abbozzati, così come l’intero progetto, sono rimasti per più di venticinque anni in una cartellina, finché non mi è tornata in mano mentre riordinavo lo studio». Da lì, la decisione di riprendere in mano il filo interrotto e svilupparlo: ne sono usciti trentacinque racconti, un mosaico di storie capaci di attraversare il Novecento e restituire il senso profondo di una comunità.

La Val Gallenca, minuscola valle incastonata tra San Colombano Belmonte, Canischio e Prascorsano, diventa così il palcoscenico di un “piccolo mondo antico”. Un mondo che forse conoscono in pochi, ma che racchiude in sé una straordinaria ricchezza di tradizioni, leggende, contrasti e trasformazioni. Ultima valletta prima dello sbocco in pianura del torrente Orco, è chiusa a valle dal Sacro Monte di Belmonte. Pur trovandosi vicino a centri più grandi, ha mantenuto fino agli anni Ottanta del Novecento ritmi secolari, scanditi dall’agricoltura, dall’allevamento, dai rapporti di vicinato e dalla trasmissione orale di proverbi, leggende e memorie.

Cima racconta di una comunità sospesa tra due mondi: da una parte la madre contadina, con poche vacche, galline e conigli, dall’altra il padre che arrotondava con il lavoro in fabbrica. Una condizione tipica di moltissime famiglie di allora, divise tra il peso della campagna e la modernità industriale. «Questa situazione credo fosse tipica di tutte quelle aree rurali piemontesi e non solo», sottolinea l’autore, che ricorda come la propria infanzia sia stata segnata dalla presenza costante di anziani — nonne, balie, vicini — i cui racconti e aneddoti hanno alimentato il suo immaginario.

“Due soldi di benessere” è così anche un omaggio a quella epica contadina fatta di solidarietà e litigi, di fatiche condivise e rancori domestici, di comunità capaci di unirsi per aiutare chi era in difficoltà ma anche di dividersi per questioni di poco conto. «Quello di cui sono abbastanza certo è che nelle nostre vite moderne ci siamo persi qualcosa di importante in termini di collettività, partecipazione e umanità», riflette Cima.

Il filo conduttore dei racconti è il desiderio di riscatto. Generazioni che hanno sognato una vita migliore, a volte emulando gli emigranti che nell’Ottocento partivano per l’America, altre volte accontentandosi di un posto in fabbrica e di una casa in città. Nel libro emergono le paure e le fragilità di chi ha vissuto il passaggio epocale da un mondo agricolo e pastorale a uno industriale e tecnologico, con le sue promesse e le sue delusioni.

Tra i racconti più cari all’autore c’è quello che ha come protagonista Palmira, una vecchietta che viveva accanto a casa sua, ricordata come la sua “balia asciutta”. Una figura semplice e umile, che però ha lasciato un segno profondo, insegnando a Cima ad ascoltare gli anziani e a cogliere l’essenza delle cose, anche quelle marginali. È il simbolo di quella poesia nascosta nelle pieghe della vita quotidiana, che spesso si rivela più forte e autentica di tante grandi narrazioni storiche.

Oliviero Cima, nato a San Colombano Belmonte nel 1962, ha alle spalle un percorso professionale legato all’archeologia, all’ambiente e alla didattica. Parallelamente ha sempre coltivato la passione per l’antropologia della cultura materiale e per la montagna. Con “Due soldi di benessere” si affaccia per la prima volta alla narrativa, consegnando ai lettori un libro che non è soltanto letteratura, ma anche memoria e testimonianza.

La presentazione di Prascorsano non sarà dunque un evento come tanti. Sarà un’occasione per rivivere il Novecento attraverso gli occhi della gente comune, per riflettere sulle radici di una valle e per riscoprire, in un mondo che corre sempre più veloce, la bellezza di una comunità capace di raccontarsi.

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