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Evento

Una mostra da "Il silenzio dei campanacci"

Il libro di Roberto Cavallo sulle Valli di Lanzo

Nei suoi scatti vivono le storie della gente di montagna

Uno degli scatti da "Il silenzio dei campanacci"

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La mostra di questa estate, allestita nella sede museale di Lemie, espone una trentina di fotografie scelte dall’autore e curatore, il fotografo Roberto Cavallo, scelte nell’ambito di un vasto studio da lui compiuto nell’arco di dieci anni, quale racconto di un ipotetico viaggio tra le Valli di Lanzo, scaturito poi nel libro Il silenzio dei campanacci, dal quale ha preso forma la rassegna fotografica proposta a Lemie.

Il percorso si snoda dai paesaggi maestosi, agli aspetti legati al vivere quotidiano dei suoi sempre meno numerosi abitanti - di qui il titolo della rassegna fotografica e del libro - tuttavia perseveranti nel “vivere in e la” montagna con sacro rispetto. Paesaggi, animali, genti, boschi e selve, nevi e rocce, sono stati ritratti come un mondo che a volte sembra sfiorirsi per l’incombente modernità, ma non del tutto; infatti, le fotografie trasmettono un senso di vitalità crescente, l’autore documenta una montagna viva, che resiste, che non si arrende, che guarda con fiducia ad un futuro che tornerà e forse sta già un poco tornando.

Nella fatica degli artigiani e dei pastori si coglie l’essenza stessa della vita sui monti, su quelle montagne che tanto offrono ma tanto prendono e tanto pretendono.

Ed i borghi, gli angoli, gli oggetti, le piccole cose che piccole sembrano ma non sono mai. Nell’eleganza raffinata dei ristoratori c’è la voglia d’aprirsi al mondo, nella devozione popolare la tradizione che resiste e nei musici la passione ardente al punto che dalle immagini sembra di sentir emergere le note delle corente alpestri.

Così che basterebbe chiuderli un istante, gli occhi, per immaginarsi i balli e le feste nelle frazioni. Da questi scatti in bianco nero traspare tutta la riconoscenza e la meraviglia per questi luoghi, molto cari a Roberto Cavallo fin da quando li frequentava da bambino, e suscita nel visitatore ricordi e spunti di riflessione, ritrovando quelle radici che a volte sembriamo aver dimenticato.

Per ulteriori informazioni, consultare il sito www.museotazzetti.it|Emanuela Lavezzo 340 7292527
info@museotazzetti.it|comunicazione@museotazzetti.it

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