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Settimo Torinese

La Fera dl’ Arlév, il risveglio della città: un giorno di festa

Domenica 21 maggio, la Pro Loco propone un programma tra giochi e tradizione

Settimo Torinese

La Fera dl’ Arlév

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La storia

La storia della fiera di maggio comincia nel 1846, contestualmente a quella della fiera d’autunno, poi definita «Fera dij còi». Il 12 novembre di quell’anno, presieduto dal sindaco Domenico Sgherlino, il duplice consiglio della comunità di Settimo Torinese decise di presentare un’istanza alle autorità superiori per organizzare due rassegne annuali, una in primavera, il 26 maggio, e una in autunno, il 19 ottobre. Il duplice consiglio o consiglio raddoppiato era tenuto a pronunciarsi sulle questioni di grande importanza: ne facevano parte, in egual numero, amministratori ordinari e membri esterni, questi ultimi scelti dall’intendente provinciale fra coloro che versavano la maggior quota d’imposta. Entrambe le date furono scelte con criterio: trattandosi dei giorni immediatamente successivi a quelli in cui si tenevano due delle tre grandi fiere di Chivasso, i settimesi speravano di beneficiare delle conseguenti esternalità positive, attraendo grossisti e rivenditori di ritorno a Torino.

Nel verbale deliberativo del 12 novembre 1846, i pubblici amministratori evidenziarono che Settimo godeva di una posizione invidiabile lungo la strada per Milano, fra la capitale del Regno di Sardegna e la «città commerciale di Chivasso». La terra era «ben produttiva e coltivata». «Di continuo, il paese – verbalizzò il segretario Gaspare Valentino Meynardioffre un traffico ed un commercio di somma rilevanza sia dal canto dell’agricoltura sia dal canto commerciale, di soggiorno e di transito».

A quanto pare, le argomentazioni addotte furono persuasive se Carlo Alberto, con le regie patenti del 14 marzo 1848, autorizzò le due fiere. Ma l’Europa era in subbuglio. Di lì a pochi giorni sarebbe cominciata quella prima guerra d’indipendenza che doveva concludersi nel marzo 1849 con la sconfitta di Novara e l’abdicazione del sovrano in favore del figlio Vittorio Emanuele.

Solo nel 1853, l’amministrazione comunale ancora presieduta da Sgherlino deliberò di dare esecuzione alle patenti del 1848. Sennonché i pubblici rappresentanti si accorsero di un errore commesso otto anni prima. «Il municipio – spiegò il sindaco al consiglio radunatosi in seduta straordinaria – calcolava la fiera di Chivasso cadente al 25 maggio d’ogni anno e chiedeva il 26 per quella di questo luogo, colla sola mira d’avere in sostanza la fiera di primavera nel giorno immediatamente successivo alla fiera di Chivasso, quando questa si conosce ora che cade sempre il 24 maggio». Preso atto che «ogni altro giorno non sarebbe stato di verun utile», i consiglieri deliberarono di rivolgersi all’intendente generale della divisione amministrativa di Torino affinché si rettificasse la data. Questi acconsentì, ma solo per il 1853, non avendo l’autorità di modificare un regio decreto. Il 19 giugno dello stesso anno, infine, su proposta del conte Camillo Benso di Cavour, presidente del consiglio dei ministri nonché ministro delle Finanze e del Commercio, Vittorio Emanuele II emanò un nuovo decreto che accoglieva l’istanza dei settimesi.

Per la prima edizione della fiera, quella del 1853, il Comune rivolse un caloroso appello ai «particolari del paese» affinché assicurassero «la presenza delle loro bestie e derrate onde favorire tra tutti» la buona riuscita dell’iniziativa. Le edizioni successive furono piuttosto travagliate e non riscossero successi di rilievo. Nel 1857, ad esempio, il maltempo non diede tregua.

Di scarsa importanza, la fiera di maggio decadde assai rapidamente e non venne più organizzata. È significativo che le fonti d’archivio tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del secolo seguente, non ne facciano cenno. Il Comune cercò di riproporla nel 1915, ma il 24 maggio di quell’anno scoppiò la prima guerra mondiale. Qualche estemporanea edizione sembra essersi tenuta in seguito, tuttavia ben poco se ne sa.

«Fera dl’arlev» (dal piemontese «arlevè» che significa sostituire, rinnovare, sbarazzarsi delle cose vecchie) è una denominazione recente, quando la fiera fu riproposta. Un tempo la rassegna era chiamata «Fera dij cochèt» poiché vi si commerciavano i filugelli o bozzoli dei bachi da seta che sono detti, per l’appunto, «cochèt». 

Silvio Bertotto

Gli eventi

La Pro Loco torna in azione per accogliere la primavera e portare i settimesi nel centro della città con la consueta Fera Dl Arlev. Una festa diffusa, che attinge al passato e diventa attuale in una cornice rinnovata, con via Italia e via Roma pedonalizzate e pronte a diventare teatro di aggregazione e di spensieratezza. I commercianti saranno protagonisti e le famiglie potranno trovare un momento di gioco grazie alle associazione Lo Sperone, per le passeggiate a cavallo, e i laboratori ludici e lo spettacolo di cabaret della Fondazione “Lucia e Giovanni Rossotti Onlus”. 

Ore 10.00 via Italia

Apertura e Visita Ufficiale della Fera dl’ Arlev 2023

Ore 10.00 - 19.00 via Italia (tratto compreso tra Via Roma e Via Buonarroti)

Hobby dl’Arlev con operatori del proprio ingegno in collaborazione con l’Associazione Creare con il cuore

Ore 10.00 - 19.00 via Torino, Via Italia, Via Roma, Isola Pedonale, Piazza Libertà

Mostra-mercato e rassegna orto-floro frutticola e alimentare di primavera

Ore 10.00 - 19.00 

Via Giannone

Passeggiate a Cavallo

A cura della scuderia Lo Sperone 

Dalle Ore 14.30 Piazza della Libertà:

Laboratori ludici, spettacolo di cabaret ed esibizioni canore per bambini a cura della Fondazione “Lucia e Giovanni Rossotti Onlus

Ore 14.30 - 18.30 Impianto di depurazione Via Po 2 Castiglione Torinese

Impianti aperti:

Alla Scoperta dell’Acqua

Tour didattico a cura gruppo Smat con Trenino Gratuito da Viale Piave (Casun)

Ore 15.30 Via Italia 47 interno cortile ex Stallaggio

“Storie di noi ex bimbi speciali... vite straordinarie”

Presentazione del libro a cura della Fondazione “Lucia e Giovanni Rossotti Onlus”

Ore 17.00 - 21.00 Piazza della Libertà

Esibizioni Musicali per tutti

a cura della Fondazione “Lucia e Giovanni Rossotti Onlus”

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