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Traversella, 14 ottobre 1944: quando i tedeschi bruciarono un in ter paese

Ottantun anni dopo l’eccidio, la Valchiusella si ritrova per ricordare i tredici partigiani fucilati dai nazifascisti. Una cerimonia, una veglia e una cena della memoria per non lasciare che il silenzio cancelli il sacrificio di un intero paese.

Traversella, 14 ottobre 1944: quando i tedeschi bruciarono un in ter paese

Traversella, 14 ottobre 1944: quando i tedeschi bruciarono un in ter paese

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Ci sono notti che non finiscono mai, anche quando il sole torna a sorgere. Traversella, 14 ottobre 1944: il paese arde sotto le fiamme del rastrellamento nazifascista. Le grida dei partigiani, il fumo che avvolge i tetti, la neve che cade lenta sopra un rogo che pare eterno. Tredici giovani vengono fucilati sulla piazza insieme a un civile, davanti a quella stessa chiesa che oggi, ottantun anni dopo, farà da cornice a una cerimonia di memoria e di dolore.

Domenica 12 ottobre 2025, alle 17.30, Piazza Martiri tornerà a riempirsi di voci. L’ANPI e il Comune di Traversellachiamano a raccolta l’intera Valchiusella: i sindaci, gli Alpini, il Coro Salese e il Coro Bajolese, per una commemorazione che non è solo un rito, ma un dovere morale. Alle 19, presso il Soggiorno Montano, si terrà la “Veglia della Memoria”, seguita da una cena comunitaria aperta a tutti (prenotazioni al 320 685 44 32).

Un evento semplice, ma che nasce da una radice profonda: la consapevolezza che la libertà non è mai gratis, e che ogni paese ha i propri martiri da ricordare.

La Battaglia di Quincinetto

È il 13 ottobre 1944. La tempesta si annuncia cupa sulla Valchiusella: pioggia, vento e neve sferzano le creste, piegano gli alberi, cancellano i sentieri. Le staffette corrono tra i boschi, portano notizie gravi: il comando tedesco prepara un rastrellamento. I distaccamenti garibaldini di Quincinetto si mobilitano.

Come racconta il presidente Anpi di Ivrea Mario Beiletti, “verso le 21 la pattuglia garibaldina posta di guardia al ponte segnala l’approssimarsi delle truppe nemiche”. L’attacco arriva da più fronti. Tra gli alberi scossi dal vento, tra i lampi dei fucili e le raffiche di mitraglia, i partigiani oppongono una resistenza disperata ma leggendaria.

Ulisse, vicecommissario di brigata, cade in uno degli scontri più violenti. Libero, comandante militare, continua a combattere anche ferito, poi si getta in un burrone per sfuggire alla cattura e riesce a salvarsi. Intanto, una pattuglia tedesca penetra nel paese e colpisce a morte la staffetta Felice, simbolo di quella gioventù coraggiosa che porta messaggi e speranze lungo i sentieri della libertà.

Il Distaccamento “Ferruccio Nazionale”, agli ordini di Bandiera II, resiste per tre ore intere contro un nemico infinitamente più potente, armato di mitragliatrici pesanti. Poi è costretto a ripiegare. In una baita, otto garibaldini vengono catturati. I loro nomi — Pirata, Gigino, Cento, Pilacchi, Vento, Giulietta, Enea e Adele — restano scolpiti nella memoria come preghiere laiche, testamento di un eroismo che non conosce paura.

Bandiera II, con sette compagni, decide di non arrendersi. “Quel pugno di valorosi — scrive Beiletti — resiste nella tempesta scatenata dal cielo e dalla terra”. Circondati, rifiutano di deporre le armi. Sparano fino all’ultimo colpo, finché una nube di nebbia li avvolge e permette loro di sfuggire al cerchio di ferro che li stringe.

All’alba, i rastrellatori arrivano fino a Traversella.

Il 14 ottobre 1944. I tedeschi incendiano quasi completamente il paese. Le fiamme divorano case e ricordi, mentre sulla piazza i superstiti vengono radunati. Tredici partigiani, prigionieri ormai senza difesa, vengono messi contro un muro e fucilati. Con loro cade anche un civile, simbolo di un’intera popolazione schiacciata dalla barbarie.

Traversella diventa un cumulo di macerie e cenere. Ma in quella rovina, qualcosa resta intatto: la dignità. La consapevolezza che morire per la libertà non è mai la stessa cosa che morire per obbedienza.

Una memoria che resiste

Ogni anno, quando ottobre torna, la Valchiusella si ferma. Non è solo un anniversario, è un ritorno. Gli anziani che ricordano, i bambini che imparano, i cori che intonano canti partigiani: tutto si intreccia in un’unica voce, che dice “non li dimenticheremo mai”.

Lo sanno bene i sindaci che sfileranno con la fascia tricolore. Lo sanno gli Alpini che deporranno una corona. Lo sanno gli ultimi testimoni, quelli che ancora chiamano per nome quei ragazzi: Ulisse, Libero, Felice, Bandiera, e gli altri.

Perché la storia non è fatta solo di date, ma di luoghi che conservano la memoria nei muri, nelle piazze, nei silenzi. E Traversella, in quei silenzi, continua a parlare.

Questa domenica, la sua piazza tornerà a riempirsi di vita. Non più il fuoco della guerra, ma la luce delle candele, il canto, l’abbraccio di una valle intera che resiste al tempo.

Caduti di TRAVERSELLA
BREDDA Giovanni
BRESCIANI Flavio
CERUTI Salvatore
CLERIN Bartolomeo
CODA Delfo
FAVERO Antonio
MARTINETTO Stefano
MOSELE Gilberto
ZOPPO Giovanni
PICCOLO Ernesto
FRANZA Augusto

Caduti a ALICE SUPERIORE (ora Val di Chy)
Don GEDDA Martino

Caduti a VICO CANAVESE
GARIS Mario
STRAZZA Gioachino
PINET Augusto
SELIS Vincenzo
SALMOIRAGO Giuseppe 

Caduti a VISTRORIO
TORREANO Adriano

Caduti a MEUGLIANO
GARRONE Renzo
ARNOLD Antonio
BARALE Franco
GANDOLFO Luigi

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