AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
08 Ottobre 2025 - 19:11
Muin Masri
Dettagli evento
Data di inizio 11.10.2025 - 00:00
Data di fine 11.10.2025 - 00:00
Località
Tipologia
Sabato 11 ottobre alle 18.30, all’Oratorio Santa Marta di Pavone Canavese, si terrà la presentazione del libro Vendesi Croce di Muin Masri, scrittore italo-palestinese che da anni vive in Canavese e che nel suo ultimo lavoro intreccia ricordi, dolore e speranza in un racconto intenso e universale. A moderare l’incontro sarà Michele Cavaliere, presidente del Consiglio comunale di Pavone, mentre le note del gruppo Kalamass, diretto dal maestro Massimo Enrico, accompagneranno i momenti più suggestivi dell’evento con brani della tradizione popolare e irlandese.
L’iniziativa nasce nell’ambito della campagna “R1PUD1A” promossa da Emergency, a cui il Comune di Pavone Canavese ha aderito, rinnovando il proprio impegno per una cultura della pace e della nonviolenza. In questo contesto si inserisce la presentazione di Vendesi Croce, che rappresenta un vero momento di riflessione sulle conseguenze della guerra e sul valore della testimonianza diretta di chi ha vissuto, per oltre vent’anni, i territori attraversati dal conflitto mediorientale.
Nel libro, Masri racconta la sua Palestina con uno sguardo lucido e affettuoso, ma anche l’Italia, e in particolare Ivrea e il Canavese, che definisce “la terra sognata”. L’autore, pur avendo piantato qui le sue nuove radici, non ha mai reciso quelle originarie. Scrive per “non impazzire”, come confessa nelle prime pagine, e per onorare una promessa fatta alla madre: “Vai e racconta, soprattutto quello che da noi non c’è.”
Il suo racconto è un viaggio tra le macerie e la memoria, tra la sofferenza e la bellezza, tra la violenza della storia e la forza della vita. Con parole che sanno essere dolci e taglienti allo stesso tempo, Masri parla di un popolo lacerato e di un’umanità che nonostante tutto continua a sperare. Non giudica, non accusa: cerca di comprendere. E in questo sguardo pieno di tolleranza e di pacifismo autentico si nasconde il cuore del libro.
Vendesi Croce è un titolo che suona come una provocazione e un simbolo. È la croce di chi sopporta, di chi vende se stesso per sopravvivere, ma anche di chi trova, nella scrittura e nella parola, una forma di riscatto. Masri, nel raccontare la sua terra, esalta la vita in tutte le sue contraddizioni e regala al lettore pagine che profumano di umanità e poesia.
La serata all’Oratorio Santa Marta non sarà soltanto una presentazione letteraria, ma un invito alla riflessione, un’occasione per ritrovare, attraverso la voce di uno scrittore e la musica dei Kalamass, la forza di credere che la cultura e la parola possano ancora costruire ponti di pace.
C’è chi nasce in un posto e resta lì tutta la vita. E poi c’è chi nasce in un luogo che non esiste più come prima, che cambia nome, confini, destino. Muin Masri è uno di questi. Nato a Nablus, in Palestina, nel 1962, vive in Italia dal 1985. Da allora, tra il Canavese e la sua terra d’origine, ha costruito un ponte fatto di parole, memoria e nostalgia. La sua vita è una lunga traversata: dall’infanzia tra i rumori della guerra al silenzio delle colline piemontesi, dalla lingua araba all’italiano, che ha imparato, amato e trasformato nella lingua della sua seconda nascita.
Oggi vive a Ivrea, dove lavora nel campo informatico e scrive con la dedizione di chi non ha mai smesso di osservare il mondo. Ha studiato Scienze politiche, ma la sua vera vocazione è sempre stata la narrazione. “Preferisco la diversità e lo spaesamento all’idea di un’identità fissa”, dice di sé. Forse è proprio da questo sradicamento che nasce la sua voce limpida, una voce che non urla ma racconta. Una voce che ha imparato che la memoria non è un luogo, ma un gesto: quello di scrivere, per ricordare e per capire.
Con il suo ultimo libro, “Vendesi Croce” (Edizioni Nautilus), Masri non offre solo una storia, ma una ferita che diventa racconto. Le sue “pennellate autentiche” disegnano la Palestina come un quadro irregolare, dove l’amore e il dolore convivono, dove le madri piangono ma i bambini ridono ancora. È la terra del paradosso, dell’attesa, della sopravvivenza quotidiana. Ma anche la terra della dignità, della resistenza, della bellezza fragile di chi continua a credere nella pace.
E poi c’è l’Italia. La terra sognata. Così chiama il Canavese, che lo ha accolto e che lui descrive con un amore a volte più profondo di quello dei nativi. Nei suoi libri, Ivrea non è solo un luogo geografico: è una metafora dell’approdo, del rifugio dopo la tempesta. È la prova che si può amare due terre allo stesso modo, con due nostalgie diverse e un solo cuore.
Masri non si definisce mai un eroe né un intellettuale. Si definisce un “raccontastorie”. Scrive “per non impazzire”, come confessa nell’incipit del suo libro, ma anche per rispondere alla voce della madre: “Vai e racconta, soprattutto quello che da noi non c’è.” E così ha fatto. Ha raccontato, con dolcezza e ostinazione, con rabbia e poesia. Ha raccontato la vita nei campi profughi e quella nei caffè italiani, la paura dei bombardamenti e la tenerezza di un gesto quotidiano. Ha raccontato la condizione dell’esilio e quella, più sottile, dello straniero che diventa parte di un’altra comunità.
Nel corso della sua carriera ha pubblicato dodici libri, tra cui: Racconti? (1994, bilingue italiano/francese), Le mutande nere (1996, Goethe Institut), Il sole d’inverno (1999), Pronto… ci sei ancora? (2001), Io sono di là (2005), Amori bicolori (2008) e Permesso di soggiorno (2010, Ediesse). Ha scritto anche racconti brevi, articoli e testi teatrali, sempre sospesi tra due lingue e due culture.
Nel 2002 ha realizzato per Rai Radio 3 il ciclo radiofonico Viaggio di sola andata, trasmesso nel programma Centolire: cinque episodi intensi dedicati al tema dell’emigrazione e dell’identità. Sul suo sito personale, muinmasri.it, pubblica riflessioni, appunti, pagine di diario e brevi prose che lui stesso definisce “pagine sparse”, frammenti di un dialogo continuo con se stesso e con i lettori.
Nei suoi scritti si percepisce sempre la tensione tra due mondi: quello che ha perduto e quello che lo ha accolto. Ma anche una scelta chiara: la tolleranza, la comprensione, il pacifismo. Masri non cerca vendette, ma dialoghi. Non cerca ragioni, ma storie. È un autore che rifugge i toni ideologici, perché sa che le ideologie dividono, mentre le parole — se usate con sincerità — possono ancora unire. Le sue opere non raccontano la Palestina come un caso politico, ma come un luogo dell’anima, come un simbolo universale di fragilità e speranza.
In Vendesi Croce — il suo dodicesimo libro — la croce diventa un simbolo universale: del peso della vita, del dolore umano, della speranza che non muore. È la croce che ognuno di noi porta, che a volte si vende, a volte si riscatta. Masri la racconta con rispetto e con un’ironia sottile, quella che nasce solo da chi ha sofferto abbastanza da saper sorridere.
Autore di romanzi, racconti e radiodrammi, Muin Masri ha sempre creduto che la scrittura possa attraversare le barriere. E forse è proprio per questo che i suoi libri parlano anche a chi non conosce la Palestina. Parlano a chiunque abbia provato la nostalgia di casa, a chiunque si sia sentito fuori posto, a chiunque abbia cercato un posto nel mondo.
C’è in lui una calma inquieta, una gentilezza che non nasconde la rabbia. La sua voce è quella di chi ha imparato che la pace non è un’idea, ma una conquista quotidiana.
Oggi, mentre racconta la sua storia ai lettori italiani, Muin Masri non è più soltanto lo scrittore venuto da lontano. È parte di una comunità, di un territorio, di una memoria collettiva. È uno di noi. Uno che ha trasformato il dolore in racconto e l’esilio in appartenenza. Uno che continua a credere, ostinatamente, che le parole possano ancora salvare.
Edicola digitale
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.