COPRIFUOCO A NOVARA: LOCALI CHIUSI ALLE 22
Dopo le polemiche scoppiate perché era stata segnalata una 'movida' in centro a Novara che ieri sera ha visto protagonisti moltissimi ragazzi, il sindaco di Novara Alessandro Canelli e l'assessore al Commercio Elisabetta Franzoni hanno incontrato una rappresentanza dei gestori di bar e locali pubblici della città. Al termine dell'incontro è stata decisa un'azione comune: un'ordinanza del sindaco stabilisce che questa sera e poi venerdì e sabato prossimi i bar chiuderanno alle 22. E gli esercenti inviteranno gli avventori a lasciare le sale, i locali e gli spazi esterni per motivi di sicurezza e di tutela della salute. ''Ringraziamo i titolari dei locali pubblici di Novara che hanno dato piena disponibilità, garantendo la loro collaborazione affinché vengano recepite le indicazioni di tutela richieste in questo momento - spiegano Canelli e Franzoni - Mi spiace per quanto accaduto ieri sera: questo significa che ancora oggi qualcuno non ha capito che siamo in una fase emergenziale e che, se vogliamo evitare che la situazione peggiori, dobbiamo andare tutti nella stessa direzione, evitando situazioni di affollamento come quelle registrate. Altrimenti si rischia di rendere vano il lavoro che si sta facendo ormai da un paio di settimane per arginare il diffondersi della malattia. I gestori hanno dimostrato al contrario grande senso di responsabilità, tanto da arrivare a proporre, loro stessi, la chiusura anticipata dei propri locali, con conseguenti riflessi negativi di ordine economico''.
CHIAMARE IL 118 SOLO CON FEBBRE E AFFANNO
Mentre crescono i casi in Italia che hanno superato quota 5 mila, nell'attesa di vedere gli effetti dei 14 giorni di misure di contenimento l'appello e' quello di proteggere chi e' piu' fragile: gli anziani. Proprio loro sono le vittime piu' esposte del coronavirus, in un paese che ha livelli record in Europa di over 65: sono il 35% della popolazione. Un appello chiaro, ripetuto più volte dal presidente dell'Istituto Superiore di Sanita' Silvio Brusaferro che nel corso della conferenza stampa con la Protezione Civile ribadisce la necessita' di non esporli a contatti. La preoccupazione di epidemiologi e istituzioni e' quello di gestire l'emergenza ma anche di dare informazioni piu' chiare possibili per far comprendere come comportarsi, per non creare caos e non cadere nella psicosi. Sono l'affanno (che in termine medico si chiama dispnea) e la febbre i sintomi iniziali più comuni nei pazienti positivi al Covid-19 che muoiono, e se si presentano insieme si dovrebbe allertare il 112 o il 118, afferma l'analisi dei dati dei 155 pazienti italiani deceduti al 6 marzo condotta dall'Istituto Superiore di Sanità. Febbre e dispnea sono presenti come sintomi di esordio rispettivamente nell'86% e nell'82% dei casi esaminati, si legge nella nota dell'Iss. Altri sintomi iniziali riscontrati sono tosse (50%), diarrea ed emottisi, cioe' tosse con sangue (5%). "Questi dati suggeriscono che per chi presenta solo febbre è sufficiente allertare il proprio medico rimanendo a casa - spiega Silvio Brusaferro, presidente dell'Iss, che durante la conferenza stampa quotidiana alla Protezione Civile ha ricordato che è 37,5 la temperatura di riferimento -, mentre in presenza di entrambi i sintomi è meglio contattare il 112 o 118. In ogni caso ricordiamo che bisogna assolutamente evitare di andare per proprio conto dal medico o al pronto soccorso, per evitare di esporre il personale e i pazienti a rischi. Seguire questa e tutte le altre norme di prevenzione dettate in questi giorni è fondamentale per rallentare il più possibile l'epidemia e proteggere le persone più fragili. Le misure individuali di limitazione dei contatti sociali sono fondamentali per poter contrastare il virus, facciamo appello al senso di responsabilità di tutti". E l'età media delle persone che muoiono positive al Covid-19 in Italia è di 81,4 anni, e oltre il 60% di queste ha tre o più patologie preesistenti, conferma un'altro studio condotto sempre dall'Istituto Superiore di Sanità sulle 155 persone decedute positive al 6 marzo, che aggiorna quello reso noto qualche giorno fa su 105. I decessi avvengono in grandissima parte dopo gli 80 anni e in persone con importanti patologie preesistenti: nel dettaglio la mortalità è del 14,3% oltre i 90 anni, dell'8,2% tra 80 e 89, del 4% tra 70 e 79, dell'1,4% tra 60 e 69 e dello 0,1% tra 50 e 59, mentre non si registrano decessi sotto questa fascia d'età. Complessivamente, 21 pazienti (15,5% del campione) presentavano 0 o 1 patologia, 25 (18,5%) presentavano 2 patologie e 70 (60,3%) presentavano 3 o più patologie. Ma in tutte le fasce di età la letalità nella popolazione italiana è più bassa rispetto a quella osservata in Cina. La letalità complessiva in Italia sui 155 casi risulta invece del 2,9% contro il 2,3% della Cina perche' in Italia c'è un maggior numero di pazienti anziani, legato proprio alle caratteristiche demografiche del paese. Non resta che tenere alta l'attenzione. "Abbiamo dei focolai in diverse parti di Italia, per capire se le misure di contenimento sono state efficaci bisogna aspettare ancora 7 giorni" ha spiegato il vice ministro alla Salute e medico Pier Paolo Sileri.
POLIZIA SCOPRE FESTE ABUSIVE NEI LOCALI DEL CUNEESE
Erano in centinaia, tra musica, balli e alcol: discoteche 'abusive' con centinaia di giovani sono state individuate dalla polizia di Cuneo, in un circolo privato in una frazione del capoluogo e a Costigliole Saluzzo, in un albergo con annessa sala da ballo. Alcuni partecipanti hanno postato le foto sui social: i titolari dei locali e gli organizzatori delle feste che non hanno rispettato le norme del Dpcm per arginare il Coronavirus saranno multati e denunciati. Il questore di Cuneo Emanuele Ricifar ieri aveva inviato una lettera chiedendo ai 247 sindaci della provincia di Cuneo, ma anche a sindacati, associazioni datoriali, enti turismo e circoli di attenersi alle misure previste dal decreto del Governo e dall'ordinanza della Regione. "In questo momento non bisogna farsi prendere dal panico - sottolinea Ricifari -, ma neppure avere comportamenti sconsiderati. Tra le possibili sanzioni stiamo valutando l'attentato alla salute pubblica, alla luce del momento contingente e delle ordinanza emanate dal Governo". Tra gli oltre 220 contagiati piemontesi da Covid19 una cinquantina, tutti anziani, avevano preso parte alla stessa festa in un locale dell'Alessandrino ai confini con la Lombardia nei giorni scorsi.
27 PAZIENTI IN OSPEDALE A TORTONA
Sono 27 i pazienti positivi al Coronavirus ricoverati all'ospedale Antonio e Margherita' di Tortona (Alessandria), in fase di riorganizzazione come 'Covid Hospital'. Sei sono in terapia intensiva, 7 nel reparto di Medicina e 14 nell'area di degenza riconvertita di Ortopedia. Questi ultimi seguiranno un percorso di cure a bassa intensità previsto per i malati considerati non gravi.
"STATE A CASA": MA FUNIVIE E CENTI COMMERCIALI PIENI IN LOMBARDIA
Mentre la Regione Lombardia lancia il messaggio 'fermiamolo insieme', la rete è piena di immagini di gente ammassata in attesa delle funivie nelle località sciistiche lombarde, e non solo. Complice la bella giornata, anche in Trentino gli impianti di risalita sono stati presi d'assalto dai turisti tanto che il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, minaccia di chiudere gli impianti. Se le regole non saranno rispettate, ha spiegato, "la tutela della salute avrà la meglio sul continuare le attività. Chiediamo quindi un forte senso di responsabilità diverso rispetto a quello di oggi, anche se non è stato così dappertutto, altrimenti il rischio è che accada quello che è accaduto in altre zone". Oltre che funivie piene zeppe, sui social girano foto di giovani che fanno baldoria in locali evidentemente troppo affollati e pubblicano online le immagini con scritte come 'best suicide squad ever', vale a dire miglior squadra suicida di sempre. Le immagini che documentano le evidenti violazioni di qualsiasi misura igienico-sanitaria vengono condivise sui social da gente a dir poco adirata, che le commenta con epiteti che vanno da 'irresponsabili' a 'idioti'. Anche durante la consueta diretta Facebook dell'assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera i lombardi si sono lamentati di questo: 'scuole chiuse e locali pieni', 'noi a casa a rispettare le regole e gli altri a sciare' i commenti dei cittadini, che lanciano un appello alla Regione: 'chiudete tutto'. Lo stesso Gallera, nel suo intervento, non ha potuto fare a meno di notare che il messaggio rivolto ai cittadini di rallentare la loro vita non è passato. "Abbiamo fatto delle misure, abbiamo chiesto e ottenuto delle misure come chiudere le scuole e frequentare bar in maniera assennata, vedere ciò che è successo oggi con bar e impianti sciistici pieni sembra che tutto questo - ha notato - non sia stato compreso". Sui social sono in molti i milanesi a condividere il suo pensiero: in tanti segnalano situazioni favorevoli al contagio raccontando o postando foto dei Navigli affollati, dei parchi cittadini con famigliole che fanno il picnic approfittando della bella giornata e bambini che giocano insieme senza alcuna distanza di sicurezza. "Vogliamo capirla o no - è sbottata il sindaco di Crema (Cremona), Stefania Bonaldi - che occorre essere più responsabili, starsene il più possibile a casa o al limite andarsene a camminare in campagna e limitare le nostre relazioni sociali senza accalcarsi in giro?". Bonaldi ha invocato maggiore sobrietà "anche solo per rispetto" degli operatori sanitari che sono "allo stremo" negli ospedali. Ha suscitato polemiche anche la cerimonia d'inaugurazione di un nuovo supermercato avvenuta questa mattina a Merate (Lecco) con tanto di sindaco, vicesindaco e parroco, con assembramento davanti all'entrata di tutto il personale, dei vertici dell'azienda, dei clienti. "Ho visto alcuni video raccapriccianti di centri commerciali pieni di gente, tra cui anche tanti bambini, che si accalcavano perché c'era un evento con qualche star" ha detto il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, senza precisare a quale luogo si riferissero i filmati. In rete però girano le immagini della presentazione del disco di Elettra Lamborghini a Montesilvano, con il centro commerciale pieno di gente, così come successo qualche giorno fa a Bari con il firmacopie di Francesco Gabbani.
LE PROVINCE DI ASTI E ALESSANDRIA DIVENTANO "ZONA ROSSA"
Fino al 3 aprile è vietato entrare e uscire dalla Lombardia, dalle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino (in Emilia-Romagna), Venezia, Padova, Treviso (in Veneto), Asti e Alessandria (in Piemonte). E' quanto prevede il decreto che sarà emanato nelle prossime ore dal Governo «allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus Covid-19». La misura è valida «salvo che per gli spostamenti motivati da indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza». I divieti sono estesi anche a discoteche, sale da ballo, feste, pub e sale giochi, sale scommesse e bingo. Non si potranno organizzare feste o eventi pubblici. Un metro di distanza dovrà essere rispettato nei bar e nei ristoranti.
IN PIEMONTE 221 CONTAGI. 162 RICOVERATI IN OSPEDALE
Al momento, sono 221 le persone risultate positive al test sul “coronavirus covid19” in Piemonte. Risultano 162 le persone ricoverate in ospedale. Di queste, 38 si trovano in terapia intensiva: 7 ad Asti, 11 a Torino (1 al Maria Vittoria, 3 alle Molinette, 1 al Martini, 1 al Mauriziano, 5 al Giovanni Bosco), 4 al San Luigi di Orbassano, 6 a Vercelli, 6 a Tortona, 1 a Biella, 1 a Cuneo, 1 a Alessandria, 1 Novara. Sono in isolamento domiciliare fiduciario 54 persone. Cinque le persone decedute. Finora sono 1.108 i tamponi eseguiti complessivamente in Piemonte, 739 dei quali risultati negativi.
IL PIEMONTE CHIEDE LA "ZONA GIALLA"
"Abbiamo rappresentato al Governo la situazione di difficoltà del Piemonte: non vogliamo compiere fughe in avanti, ma è necessario prendere atto che nella nostra Regione non è più possibile ricondurre i contagi a focolai accertati. In questo caso, la norma prevedrebbe l'applicazione delle stesse disposizioni riservate alle zone con focolai autoctoni, come la zona gialla in Lombardia. Attendiamo al più presto una risposta dal Governo". Così l'assessore alla Sanità del Piemonte, Luigi Icardi.
BANDI ASSUNZIONI, PRIORITA' ALLE RIANIMAZIONI
I tecnici sono gia' al lavoro per la scrittura dei primi bandi che faranno entrare medici e infermieri negli ospedali italiani, strutture stremate da anni di tagli e ora colpite dallo tsumani dall'emergenza del coronavirus. La corsa alle riorganizzazioni dei reparti e' stata gia' avviata per rafforzare fino al 100% i posti in terapia sub-intensiva e del 50% nelle terapie intensive. Macchinari (per i quali la protezione civile ha avviato una ricerca gia' da alcuni giorni sul mercato internazionale) e forze di organico dovranno arrivare in tempi record. E il nuovo decreto per la sanita' prevede anche la possibilita' di far tornare in corsia i medici e gli infermieri che erano stati messi in quarantena perche' erano venuti in contatto con alcuni malati. Personale sano che verra' sottoposto a stretti controlli ma che dovra' garantire la presenza. Non mancano pero' alcune preoccupazioni da parte di queste categorie di lavoratori che temono alcuni criteri di scelta ponendo anche il tema della sicurezza. L'Azienda Zero del sistema sanitario del Veneto sta approntando i bandi per ulteriori assunzioni straordinarie in regione, previsti dal decreto legge emanato la notte scorsa dal Governo, ha garantito il presidente Luca Zaia ai giornalisti, oltre ai 525 che precedono il decreto. Appena il decreto verrà pubblicato il Veneto sara' quindi pronto con le procedure burocratiche per i bandi. Da lunedì inizieranno in Piemonte le assunzioni di nuovi medici, infermieri e operatori sociosanitari per rafforzare la risposta all'emergenza Coronavirus, ha annunciato l'assessore alla Sanità della Giunta Cirio, Luigi Icardi, che ricorda come "a questo scopo presso l'Unità di crisi è stato istituito un Ufficio acquisizioni risorse umane, che provvederà anche all'attivazione del reclutamento degli specializzandi delle Scuole di Medicina delle Università di Torino e del Piemonte orientale, con le quali è stata predisposta una convenzione approvata nella seduta di Giunta di ieri". Deciso anche un sistema di premi per il personale che in questi giorni, "con grande professionalità e senso del dovere, è impegnato in prima fila nel fronteggiare l'epidemia". L'appello da parte degli operatori e' quello di fare presto ma anche bene, per dare una soluzione concreta e stabile alla carenza di specialisti denunciata da molti anni. A parlare e' l'Anaao, il sindacato maggiormente rappresentativo dei medici del Servizio Sanitario Nazionale. "Siamo di fronte, sicuramente, ad un cambio di passo considerevole rispetto alle politiche precedenti fatte di tagli importanti che hanno portato alla mancanza complessivamente di 50.000 operatori nel SSN", commenta il sindacato, ma osserva che occorre puntare "su soluzioni di reclutamento più strutturate, e per periodi più lunghi, per dare una soluzione concreta e stabile alla carenza di specialisti denunciata da molti anni". La richiesta e' quella di procedure snelle, attraverso bandi veloci, massimo una settimana, e la sola comparazione di titoli curriculari o un semplice colloquio, non potendo certamente aspettare i 2 mesi oggi necessari per espletare questo tipo di procedura. Esulta anche il sindacato degli infermieri Nursing Up, che pero' teme senza usare perifrasi la presenza sottintesa di un "ricatto": "ci duole vedere nero su bianco un vero e proprio ricatto ai danni del personale sanitario già sottoposto in queste due settimane a tour de force indicibili. La norma stabilisce che 'per i professionisti impegnati a far fronte alla gestione dell'emergenza non si applicano le disposizioni sui limiti massimi di orario prescritto dal Ccnl di settore, a condizione che venga loro concessa una protezione appropriata, secondo modalità individuale dalle aziende sanitarie di appartenenza'".
BORRELLI: "DALLA LOMBARDIA MALATI SENZA CORONAVIRUS TRASFERITI IN ALTRE REGIONI"
Dalla Lombardia saranno trasferiti in altre regioni per la carenza di posti letto in terapia intensiva "per la maggior parte pazienti che non sono affetti da coronavirus". Lo ha specificato il commissario Angelo Borrelli in conferenza stampa alla Protezione civile. Dai dati della Protezione Civile emerge che sono 2.742 i malati in Lombardia, 937 in Emilia-Romagna, 505 in Veneto, 202 in Piemonte, 201 nelle Marche, 112 in Toscana, 72 nel Lazio, 61 in Campania, 42 in Liguria, 39 in Friuli Venezia Giulia, 33 in Sicilia, 23 in Puglia, 24 in Umbria, 14 in Molise, 14 nella provincia di Trento, 11 in Abruzzo, 9 nella provincia di Bolzano, 8 in Valle d'Aosta, 5 in Sardegna, 4 in Calabria e 3 in Basilicata. Le vittime sono 154 in Lombardia (19 in più di ieri), 48 in Emilia Romagna (+11), 13 in Veneto (+1), 6 nelle Marche (+2), 5 in Piemonte (+1), 4 in Liguria (+1), 2 in Puglia (+1) e uno nel Lazio. Complessivamente sono finora 5.883 i contagiati totali dal coronavirus, comprese le vittime e le persone guarite. Quanto ai tamponi, ne sono stati eseguiti 42.062, dei quali oltre quasi 30mila in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.
SI RIORGANIZZANO GLI OSPEDALI
«Abbiamo rappresentato al Governo la situazione di difficoltà del Piemonte, non vogliamo compiere fughe in avanti, ma è necessario prendere atto che nella nostra regione non è più possibile ricondurre i contagi a focolai accertati. In questo caso, la norma prevederebbe l’applicazione delle stesse disposizioni riservate alle zone con focolai autoctoni (come la “zona gialla” in Lombardia). Attendiamo al più presto una risposta dal Governo». Così l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, commentando l’evolversi della situazione in Piemonte sul “coronavirus covid19”. Quanto alla disponibilità di posti letto da dedicare ai pazienti affetti da “coronavirus covid19”, l’assessore osserva che si stanno attrezzando tutti gli ospedali strutturalmente idonei a ricavare uno o più reparti da destinare all’emergenza, in modo da evitare il più possibile la “movimentazione turistica” dei pazienti verso i “Covid Hospital”. «Secondo la letteratura scientifica – rileva Icardi - ad ogni posto di rianimazione, corrispondono 5 posti di ventilazione e 20 di ricovero ordinario. Su questo paradigma, stiamo riorganizzando la rete ospedaliera di emergenza, con l’obiettivo di mantenere i pazienti affetti da coronavirus sul territorio, avendo in questo modo a disposizione complessivamente un maggior numero di posti letto rispetto alla soluzione dei soli “Covid Hospital”».
NUOVE ASSUNZIONI DI MEDICI E INFERMIERI IN PIEMONTE
Da lunedì inizieranno le operazioni di assunzione di nuovi medici, infermieri e operatori socio sanitari per rafforzare la risposta del Servizio sanitario regionale all’emergenza. A questo scopo, presso l’Unità di crisi, è stato istituito un Ufficio acquisizioni risorse umane, che provvederà anche all’attivazione del reclutamento degli specializzandi delle Scuole di Medicina dell’Università degli Studi di Torino e del Piemonte orientale, con le quali è stata predisposta una convenzione, approvata nella seduta di Giunta di venerdì 6 marzo. «Stiamo inoltre predisponendo - ha dichiarato l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi - un sistema di premialità per il personale che in questi giorni, con grande professionalità e senso del dovere, è impegnato in prima fila nel fronteggiare l’epidemia».
IN PIEMONTE LA REGIONE COMPRA DISPOSITIVI E APPARECCHIATURE PER GLI OSPEDALI
È stato messo a punto un nuovo meccanismo centralizzato di acquisto del materiale necessario alle strutture sanitarie piemontesi per la gestione dell’emergenza. Presso l’Unità di crisi è operante da oggi un Ufficio Acquisti Beni e servizi. Due gli obiettivi primari: dotare il personale delle necessarie misure di protezione e potenziare le terapie intensive. Sul primo fronte sono già in via di distribuzione alle aziende sanitarie 33.000 mascherine ffp2 e ffp3, 1.000 fra camici e tute impermeabili, un migliaio di visiere, altrettanti calzari, 80.000 guanti. Sul fronte delle terapie intensive, sono stati acquistati 5.000 caschi cpca, 120 fibroscopi monouso e 100 pompe-siringhe. È inoltre in fase di acquisto una prima tranche di 30 ventilatori polmonari.
OLANDA SCONSIGLIA VIAGGI NEL NORD ITALIA
Il ministero degli Esteri dei Paesi bassi ha innalzato ad arancione il codice che si applica alle regioni del Nord Italia come conseguenza dell'epidemia di coronavirus. "Per prevenire ulteriori infezioni", sono quindi sconsigliati i viaggi "non essenziali" nelle regioni Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna e Liguria.
SAVONA E PESARO-URBINO TRA LE AREE A RISCHIO
Le province di Savona e di Pesaro-Urbino sono state aggiunte alle lista del Parlamento Ue delle aree considerate a rischio per il coronavirus. La nota di aggiornamento del Pe aggiunge alla lista anche alcune aree in Francia e Germania che però, si precisa, "non presentano lo stesso livello di rischio" delle altre zone. In ogni caso se negli ultimi 14 giorni si è stati in una delle aree aggiunte, secondo quanto si legge nella nota del Pe, si dovrebbe rimanere a casa per due settimane. La comunicazione con l'aggiornamento delle zone a rischio è stata inviata allo staff dell'Eurocamera dal direttore generale del personale del Pe, Kristian Knudsen. La lista dove ora compaiono anche Savona, Pesaro e Urbino, comprende Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte oltre alla Cina, alla Corea del Sud, all'Iran, a Singapore e al Giappone. Nella nota inviata al personale si precisa che sono state identificate anche alcune piccole zone a rischio in Francia e Germania. Tra queste ci sono l'Oise (in particolare le località di Creil, Crépy-en-Valois, Vaumoise, Lamorlaye, Lagny-le-Sec), l'Alta Savoia (in particolare la località di La Balme) e il Morbihan (in particolare le località di Auray, Crac'h e Carnac) oltre al circondario di Heinsberg nel Nordreno-Vestfalia.
BRUSSELS AIRLINES: -30% DI VOLI VERSO L'ITALIA
La compagnia aerea belga Brussels Airlines ha deciso di prolungare fino al 28 marzo il taglio del 30% dei voli verso gli aeroporti di Milano Linate, Milano Malpensa, Venezia, Roma, Bologna e Torino. "A causa della rapida diminuzione della domanda" e per "limitare l'impatto economico negativo sulla sua attività", l'azienda aveva già deciso di prendere tale misura per il periodo fra il 2 e il 14 marzo. "Visto che continua il generale cambiamento della domanda sul mercato europeo e in particolare su quello italiano, la compagnia aerea belga è costretta a estendere le misure", riporta un comunicato della Brussels Airlines, nel quale si specifica tuttavia che la compagnia continuerà a servire le destinazioni italiane, nonostante la riduzione della frequenza dei collegamenti. I passeggeri che hanno visto cancellare il proprio volo sono stati contattati ed è stata data loro la possibilità di prenotare un posto su un altro volo disponibile, oppure di essere rimborsati.
TRANSAVIA CANCELLA 22 VOLI VERSO L'ITALIA
La compagnia aerea olandese Transavia ha cancellato 22 voli con destinazione gli aeroporti di Verona, Pisa, Bari, Bologna e Napoli. Lo ha annunciato la compagnia aerea in un comunicato, precisando che i voli erano in programma per il periodo fra il 17 marzo e la fine di aprile. "Nonostante il Ministero degli affari esteri olandese non sconsigli di viaggiare in nessuna delle destinazioni, abbiamo notato che le persone rimandano i loro viaggi e prenotano meno biglietti verso una serie di destinazioni in Italia" si legge nel comunicato, "abbiamo quindi deciso di adattare il nostro piano dei voli verso l'Italia". "Se saranno cancellati ulteriori voli dipenderà dagli sviluppi" della situazione, spiega Transavia. La compagnia specifica anche che per i voli con destinazione Israele e Libano sono applicate alcune restrizioni ai passeggeri che sono stati in Cina o in Italia negli ultimi 14 giorni.
SONO 207 I CASI POSITIVI IN PIEMONTE
Sono 207 le persone risultate positive al test sul “coronavirus covid19” in Piemonte. I pazienti ricoverati in ospedali sono 148, di cui 38 in terapia intensiva.
Altre 54 persone sono in isolamento domiciliare. Cinque i decessi.
Finora sono 1046 i tamponi eseguiti complessivamente in Piemonte, 713 dei quali risultati negativi.
LOCALI TROPPO AFFOLLATI, CONTROLLI ANCHE ARPA
Più funzioni ad Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) a sostegno di Asl e Comuni nel controllo delle disposizioni per contenere il contagio da Coronavirus. Lo ha deciso l'assessore all'Ambiente della Regione Piemonte Matteo Marnati, in da Coronavirus. In particolare, Arpa verrebbe in ausilio di Asl e Comuni per fare rispettare le norme contro l'assembramento di persone in locali pubblici. "Lunedì mattina - annuncia Marnati - faremo il punto in una riunione per individuare azioni in grado di alleggerire il lavoro delle Asl e dei Comuni per tutelare la salute pubblici".
Da più Comuni infatti sono arrivate segnalazioni di assembramenti di persone all'interno di locali pubblici che non rispettano le indicazioni del ministero della Salute. "Questi comportamenti non aiutano - spiega Marnati - Le disposizioni per evitare la diffusione del virus sono chiare e vanno tutte nella direzione di scoraggiare gli assembramenti. Purtroppo sono ancora molti i giovani che dimostrano di non percepire la gravità della situazione in atto".
Arpa, su segnalazione dei sindaci, potrebbe essere coinvolta per verificare i locali affollati e verificarne il limite dell'inquinamento acustico. "L'invito - prosegue Marnati - è di utilizzare prima di tutto il buon senso, soprattutto da parte dei giovani. In questo momento la priorità è la tutela della salute pubblica e dobbiamo usare tutti i mezzi in nostro possesso per evitare il peggioramento della situazione". "Le qualità tecniche e le capacità dimostrate per la protezione ambientale in questi anni da Arpa - sottolinea il direttore. Angelo Robotto - saranno utili per fornire un supporto alla Regione per contrastare l'emergenza sanitaria che la regione e la nazione sta affrontando in questo periodo nella logica che tutti dobbiamo dare il miglior contributo possibile"
TORINO: AGENTE PENITENZIARIO IN QUARANTENA
C'è anche un agente di polizia penitenziaria in servizio nel carcere 'Lorusso e Cutugno' di Torino tra le persone in quarantena con sorveglianza attiva per il sospetto di contagio Coronavirus. Sarebbe il primo caso nell'ambito delle carceri piemontesi. In isolamento domiciliare, stando agli ultimi dati diffusi dalla Regione, si trovano 54 persone in tutto il Piemonte.
FDI: "APPENDINO SOSPENDA ZTL PER TUTTA L'EMERGENZA"
"Il sindaco di Torino, Chiara Appendino, sospenda la Ztl centrale fino alla fine dell'emergenza Coronavirus": lo chiede la parlamentare di Fratelli d'Italia Augusta Montaruli, "in questo momento difficile per il commercio e l'intera città". ""Il calo delle vendite nei negozi del centro - sottolinea Montaruli - è stato notevole, un dato collegato anche alla diffidenza dei cittadini nel prendere i mezzi pubblici in questi giorni di paura contagio. Non si può avere un centro città off-limits per le auto e sperare che i commercianti non ne risentano". "Già siamo difronte a un emergenza senza precedenti - aggiunge - danneggiare immotivatamente un settore strategico mi pare assurdo. Per questo chiediamo al sindaco Appendino di sospendere in via emergenziale la Ztl centrale, incentivando l'uso dell'auto privata per recarsi a fare acquisti. Allo smog e alle necessità del Comune di Torino di far cassa penseremo in un secondo momento".
OSAAP: "STOP A COLLOQUI TRA FAMILIARI E DETENUTI IN CARCERE"
"Chiediamo la sospensione provvisoria dei colloqui tra familiari e detenuti nelle carceri fino a quanto l'emergenza non sarà terminata". E' quanto dichiara, attraverso il segretario generale Leo Beneduci, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria Osapp, in merito alla questione Coronavirus. L'Osapp segnala che nell'istituto di Asti la direzione ha disposto che gli agenti di polizia misurino la temperatura alle persone al momento dell'ingresso. "Sembra - si sottolinea - che questa pratica, assolutamente indebita perché è propria del personale sanitario, sarà utilizzata anche in altre carceri del distretto di Piemonte Liguria e Valle d'Aosta e non solo. Chiediamo che sia abolita su tutto il territorio nazionale". "Nel contempo - conclude Beneduci - denunciamo che il ministro Bonafede ha disposto interventi specifici per il sistema giudiziario ma non ha fatto altrettanto per le carceri, dove in questo momento stanno rischiando decine di migliaia di individui".
RIAPRE IL PRONTO SOCCORSO DI NOVI LIGURE
Il pronto soccorso dell'ospedale San Giacomo a Novi Ligure (Alessandria) è stato riaperto e l'intera struttura sta tornando, dopo la sanificazione, alla normalità. lo comunica il sindaco, Gian Paolo Cabella. "Alle donne e agli uomini impegnati senza sosta per rimettere in sicurezza la struttura ospedaliera - dice - va la riconoscenza della città. E' in questi momenti che si apprezza veramente un'organizzazione che in silenzio, con costanza e professionalità, si fa garante della tutela della salute dei cittadini. Tuttavia è doveroso avvertire che non bisogna abbassare la guardia: il rischio di contagio è sempre molto presente".
DA ASSISI, PREGHIERE A SAN FRANCESCO PER FERMARE IL VIRUS
Sono "migliaia e migliaia" le preghiere che attraverso Internet stanno arrivando alla webcam che inquadra la tomba di San Francesco, ad Assisi, perché "si possa fermare" l'epidemia di coronavirus. Lo rivela il direttore della sala stampa del Sacro Convento, padre Enzo Fortunato, attraverso il sito sanfrancesco.org. Le invocazioni arrivano dalle zone rosse, "da quelle dove regna la paura e l'angoscia per una situazione inaspettata e drammatica" si legge nell'articolo. Perché - sottolinea padre Fortunato - nell'emergenza legata all'epidemia "si può anche 'telepregare'". "Non ripetiamo l'errore del cardinal Borromeo nei Promessi Sposi - è l'invito di padre Fortunato -, che per scongiurare la peste organizzò una processione che si rivelò fatale per il contagio. La preghiera che ci sta raggiungendo attraverso sorella rete manifesta un'Italia solidale, unita e pronta a leggere un senso e un significato profondo, non quello del castigo di Dio, ma quello di fare emergere nuove possibilità". Nelle tante preghiere che arrivano alla webcam c'è chi come Bianca la rivolge a Gesù: "Uniamoci in preghiera in questo momento molto delicato per l'umanità, Gesù ascolta la nostra preghiera" o Filomena che ci scrive "Preghiamo per tutto il mondo. Questo virus ci sta allarmando" o Clara che su Facebook sottolinea come sia "un periodo brutto per tutti, specialmente per gli ammalati. Che il Signore Gesù e San Francesco ci aiutano. Siamo in Quaresima e non possiamo andare in chiesa". E poi c'è - si legge ancora sul sito - la speranza come quella presente nelle parole di Graziella: "Una preghiera a San Francesco perché si possa fermare questa epidemia".
A NOVARA 12 POMPIERI SOTTO SORVEGLIANZA
Dodici vigili del fuoco del comando di Novara, che nei giorni scorsi erano venuti in contatto con due persone poi risultate positive al Coronavirus in seguito agli accertamenti condotti in ospedale, sono stati sottoposti a sorveglianza sanitaria.
I pompieri erano intervenuti prima a soccorso di una persona che era caduta in casa e poi di una ragazza rimasta coinvolta in un incidente stradale sulla tangenziale di Novara. Spiegano dal comando di Novara: ''La misura è stata adottata per applicare la massima cautela nell'ambito dei provvedimenti di contenimento della diffusione del Coronavirus emanati dal governo; tutti i vigili del fuoco sottoposti a sorveglianza sanitaria sono attualmente in ottime condizioni di salute senza che abbiano manifestato alcun sintomo di malattia''.
RIAPERTO IL REPARTO DI MEDICINA A VERBANIA
E' stato riaperto alle ore 14 il reparto di medicina dell'Ospedale Castelli di Verbania, rimasto chiuso più di 24 ore fa dopo che due pazienti erano risultati positivi al coronavirus. Lo rende noto l'Azienda sanitaria del Verbano Cusio Ossola.
''In questa fase di emergenza infettiva - dice l'Asl - preme sottolineare che la presenza all'Ospedale Castelli di un reparto di Malattie Infettive con specifiche professionalità rappresenta un elemento di ulteriore garanzia e sicurezza per tutti i nostri cittadini. Nei tre ospedali del VCO, l'accesso è regolamentato non solo con il pre-triage dei Dea e del Punto di primo intervento, ma anche con un'attività di pre-triage per i servizi ambulatoriali che continuano a garantire le prestazioni prescritte con codice di priorità urgente o da effettuare entro 10 giorni''.
TORTONA, DIMESSI I MEDICI ISOLATI
E' stato trasportato, durante la notte, all'ospedale 'Santi Antonio e Margherita' di Tortona - in fase di riorganizzazione come 'Covid Hospital' - un paziente da Carmagnola (Torino), positivo al Coronavirus. Lo rende noto il Comune in una nota ufficiale. Intanto, sono stati dimessi i medici che da diversi giorni erano stati trattenuti in via cautelativa nel nosocomio: sono stati effettuati i tamponi e tutti i sanitari risultati negativi sono ritornati a casa. Riprenderanno servizio nei prossimi giorni. Un solo operatore è stato trovato positivo al test. Un ringraziamento dal sindaco Federico Chiodi per l'impegno e la dedizione degli operatori sanitari: "Sono un esempio per tutti".
Oltre all'ufficio di relazioni con il pubblico, attivato anche il numero telefonico 0131 865504, valido 24 ore su 24 cui potranno rivolgersi i familiari dei degenti ricoverati e affetti da COVID-19. Nel punto informazioni in piazza Cavallotti, aperto h24 con accesso limitato a 5 persone per volta, sarà possibile ricevere notizie ed essere messi in contatto diretto con i medici che hanno in cura i pazienti.
CORONAVIRUS PIEMONTE, CIRIO: "HO TRASMESSO AL PREMIER CONTE LA NECESSITA' DI MISURE PIU' RESTRITTIVE"
Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha scritto al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in merito alle misure di contenimento in atto sul territorio piemontese.
“Alla luce dell’evolversi del contagio in Piemonte - spiega il presidente Cirio - e delle osservazioni che mi sono state espresse dall’Unità di crisi, ho chiesto al premier Conte e al ministro della Salute di valutare un maggiore irrigidimento delle misure decise dal Governo per la nostra regione. La crescita maggiore dei casi di contagio registrata nelle ultime 48 ore, infatti, ci fa pensare che il contenimento in atto non sia sufficiente. Abbiamo chiesto, pertanto, di valutare con estrema urgenza, anche attraverso l’analisi del Comitato Scientifico Nazionale, la possibilità di misure più restrittive che possano proteggere la popolazione e contenere maggiormente l’espansione del virus”.
SONO 175 I CASI POSITIVI IN PIEMONTE
Sono 175 le persone risultate positive al test sul “coronavirus covid19” in Piemonte.
I pazienti ricoverati in ospedali sono 118, di cui 36 in terapia intensiva: 7 ad Asti, 6 a Vercelli, 6 a Tortona, 4 al Giovanni Bosco, 4 al San Luigi, 3 alle Molinette, 1 al Alessandria, 1 al Maria Vittoria, 1 a Biella, 1 al Martini, 1 a Cuneo, 1 al Mauriziano.
Altre 52 persone sono in isolamento domiciliare. Cinque i decessi. Finora sono 918 i tamponi eseguiti complessivamente in Piemonte, 644 dei quali risultati negativi.
LA REGIONE PIEMONTE CHIEDE AL GOVERNO L'IMMEDIATO CONGELAMENTO DELLA "PLASTIC TAX" E DELLA "SUGAR TAX"
L’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino: «Le nostre imprese che lavorano con materiali plastici, dalla produzione, al riciclaggio, fino all’imbottigliamento non possono, soprattutto in questo momento, pagare un prezzo così elevato. L’Esecutivo metta da parte le ideologie e revochi i provvedimenti. L'antidoto per le imprese e il lavoro c'è già e si chiama patriottismo industriale».
Immediata sospensione, per tutto il 2020, della «plastic tax» e della «sugar tax». E’ quanto chiede al governo l’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino, che ha già contattato alcuni parlamentari piemontesi perché si faccia sinergia portando l’istanza anche in Parlamento. «In un contesto di crisi produttiva generalizzata, plastica, acque minerali e bibite gassate rappresentano un mercato e un indotto importante e che funziona. Già prima di questa situazione avevo denunciato l’assurdità e la non proporzionalità di queste imposte, convocando un tavolo e facendomi capofila delle lamentele che ci sono arrivate anche dalle altre Regioni italiane. Ma oggi, con l’emergenza coronavirus, quello che prima poteva essere oggetto di discussione diventa un’emergenza inderogabile: dobbiamo difendere le nostre realtà produttive, i lavoratori e le loro famiglie e uno dei modi per farlo e congelare, per tutto il 2020 queste due imposte “ammazzaimprese”». Anche perché stiamo parlando di numeri importanti: in Piemonte vengono imbottigliati circa 2,8 miliardi di litri di acqua minerale all’anno con 27 concessioni attive. Un movimento che rappresenta un terzo dell’intero mercato Italiano e settore che vale oltre 500 milioni di euro e un giro d’affari altrettanto importante per l’indotto, occupando oltre 1000 lavoratori diretti e altri 4000 tra indotto e stagionali. Mineracqua e Assobibe, le due principali associazioni di categoria, stimano intorno al 20 per cento il potenziale calo di fatturato provocato da «plastic tax» e «sugar tax». Una vera e propria stangata, soprattuto in tempo di coronavirus, che già causa una significativa contrazione dei consumi. Per capirne la portata basti pensare che il gruppo San Benedetto, che fattura circa 700 milioni di euro, ha dichiarato che subirà un aumento di spesa di 105 milioni di euro. «Farò presente, dati alla mano, il problema al Ministro del Lavoro e a quello dello Sviluppo economico - conclude Chiorino - In questo momento abbiamo bisogno di mettere da parte ideologie di ogni sorta e pensare soltanto a tutelare le nostre imprese, i lavoratori e le loro famiglie. Solo così possiamo davvero combattere gli “effetti collaterali” dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo e affrontando. Parlando di lavoro e impresa l’antidoto per il coronavirus esiste già: si chiama patriottismo industriale».