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Torino
12 Novembre 2024 - 00:06
Pomeriggio di campioni olimpici a Casa Tennis, in piazza Castello a Torino: Filippo Macchi, Filippo Tortu e Marina Lubian hanno ripercorso i loro successi sportivi nei talk in programma.
Marian Lubian con Filippo Tortu a Casa Tennis
Con la campionessa olimpica di pallavolo abbiamo ripercorso i suoi esordi, che molte volte si sono intrecciati con il nostro giornale, in quanto, la carriera di Marina Lubian inizia nella Lilliput di Settimo Torinese, squadra con cui arriva a disputare la Serie A2 nella stagione 2015-16.
Nel campionato 2016-17 entra a far parte della squadra federale del Club Italia, in Serie A1: resta nello stesso club nella stagione 2017-18 quando gioca in Serie A2 e in quella 2018-19 quando ritorna in Serie A1.
Marina è nata in una famiglia di sportivi. Suo padre Gianpaolo ha giocato a pallanuoto nella Sisisport di Torino e da quando è andato in pensione si è occupato in prima persona di aiutare Marina a dividersi tra scuola e pallavolo. Sua madre Cristina ha giocato a volley, ma ora è un tecnico in Radiologia alle Molinette. Suo fratello Mattia è stato un nuotatore da giovanissimo, poi ha deciso di dedicarsi totalmente agli studi, ma conserva la passione per lo sport, in particolare per il surf.
Marina da bambina ha provato un po' di tutto, le piaceva soprattutto la ginnastica ritmica, per questo, dice suo padre, conserva una certa grazia nei movimenti nonostante i 193 cm di altezza. Giocava ovviamente anche a minivolley, poi un giorno, quando aveva 11 anni, suo padre l'ha portata a vedere una finale under 12 tra In Volley e Balavalley e le ha chiesto se volesse iniziare ad allenarsi seriamente. Lei ha risposto di sì e di fatto così è cominciata la sua carriera. A 15 anni era già campionessa del mondo.
Marina, che ricordi hai degli anni in Lilliput?
“Bellissimi, eravamo un gruppo spettacolare ed abbiamo ottenuto tanti successi anche grazie ad un super allenatore, quel Massimo Moglio, che seppur irruento, ci ha insegnato tanto, quindi quelli anni li ricordo con gioia”.
Passando ad un altro tecnico, Velasco vissuto dall’interno com’è?
“Per me è stato sempre un mito, ed ero curiosa di viverlo in prima persona. È una persona onesta e molto professionale, la massima espressione della pallavolo in tutto e per tutto, ed è quello che ci voleva alle olimpiade di Parigi”.
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