AGGIORNAMENTI
Cerca
13 Luglio 2021 - 11:45
Ai piedi delle Alpi Graie, tra campagna e montagna: Varisella. Sulla collina svetta una scritta: “Ti amo”. Era la dedica di un ragazzo alla sua amata, all’alba dei 18 anni, qualche anno fa. Un amore poi naufragato, ma l’Amministrazione comunale del sindaco Mariarosa Colombatto ha deciso di lasciarla lì, perpetua.
«Perché è stata un’idea geniale arrivata dai nostri giovani - racconta il primo cittadino -. Perché ognuno può fare sua quella dedica e perché, allo stesso tempo, noi amiamo Varisella, è una dedica al paese h24!». Le foto non renderebbero giustizia, bisogna andare a vedere coi propri occhi.
A Varisella, di cose da vedere, ce ne sono parecchie. I resti del castello dei visconti di Baratonia, l’Antiquarium, la chiesa di San Nicolao. «Siamo anche abbastanza vicini alla prima cintura di Torino e a tutta una serie di servizi, pertanto è sicuramente comodo poter vivere qui da noi, dove si è liberi nella natura ma nello stesso abbastanza comodi per i servizi. Per chi viene a trovarci, e per chi vive qui, c’è anche una bella rete sentieristica che nella parte alta si collega fino alla Val di Viù mentre, nella parte bassa, dà maggiore possibilità di fare passeggiate ed anche giri in bici, per collegarsi fino alla Reggia di Venaria attraverso il parco della Mandria».
A pochi passi dal Comune e dalla scuole, l’antiquarium. Ce ne parla Piermichele Colombatto dell’Associazione Amici dell’Ecomuseo della Val Ceronda. «È una collezione dei reperti rinvenuti sul sito del castello dei visconti di Baratonia durante una campagna di scavi condotta negli anni ‘70 e ‘75 dall’Associazione Archeologica delle Valli di Lanzo - spiega -. Sono stati rinvenuti prevalentemente oggetti di uso quotidiano, soprattutto legati alla cucina. Inoltre vi sono alcuni reperti materiali ferrosi, ad esempio chiodi, ed anche lacerti di affreschi che risalgono all’anno Mille».
Le attività commerciali di Varisella si contano sulle dita di una mano. C’è un ristorante, “Il Polpo”, che offre una cucina tipica di mare. Un po’ una stranezza, per un paesino come Varisella. Il titolare è Paolo Baima di Busano. «Mi sono innamorato di questo posto e ho cercato di portare qualcosa di nuovo con menù di pesce e piatti particolari, devo dire che ha funzionato - racconta -. Varisella è un posto molto tranquillo, fatto di gente per bene, una volta che si conosce l’ambiente si fa fatica a trovare qualcosa che non va, siamo tutti molto solidali e lo siamo stati ad esempio anche durante la pandemia con tante persone che si sono prodigate a dare una mano alle attività in grandi difficoltà».
La panetteria Bertino sta in piedi da decenni e decenni ed è giunta ormai alla quinta generazione, con il 20enne Luca Bertino ad occuparsene. «Qui si sta bene, è bello anche lavorare perché le persone si conoscono, diciamo che c’è un ambiente abbastanza familiare - dichiara -. Ovviamente siamo in un paese piccolino, non puoi pretendere il giro d’affari di un grande supermercato, ma tutto sommato si sta bene».
Ne è convinta anche Giusi Colombatto, parrucchiera da trent’anni nell’attività che condivide con la sorella, “Acconciature Giusi e Maura”: «A Varisella si vive bene, la gente è cordiale, molto familiare - conclude -. Forse ci mancherebbe un bar, per attirare un po’ più di gente e far rimanere qui i giovani, ma tutto sommato va bene così».
Il Comune di Varisella comprende diversi nuclei insediativi. Oltre al Centro, i principali sono Crosa, Ramai, Moncolombone e frazione Baratonia. Gli abitanti sono 800 circa. Le più antiche attestazioni documentarie si riferiscono a Baratonia, Comune autonomo fino al 1870 quando fu soppresso e unito a Varisella.
Nel 1090 si cita per la prima volta il castello di Baratonia (“castrum Baratonie”) sede di una potente famiglia di signori locali, che si tramandano il titolo di “visconti” e che, per quattro secoli, controllano ampi territori della val Ceronda, delle valli di Lanzo e della val di Susa.
Controverse sono invece le prime attestazioni documentarie di Varisella (“Vallicella”, piccola valle), anche quella, soltanto apparentemente chiara ed esplicita, con cui l’imperatore Federico I Barbarossa conferma al vescovo di Torino, Carlo, la “corte” di Varisella con il suo castello (1159).
Sicura e molto interessante è invece una notizia di pochi anni dopo: una coppia di notabili locali, Bongiovanni di Varisella e la moglie Giordana, donano tutti i loro beni al monastero di San Giacomo di Stura di Torino, facendosi “conversi” (religiosi laici) del monastero.
Nel secolo successivo il dominio del luogo appartiene sicuramente ai visconti di Baratonia, che ne ricevono conferma prima dal marchese di Monferrato (1246) e poi dal vescovo di Torino (1266). Nei secoli successivi, sia Baratonia che Varisella, a differenza di altre terre soggette, dipendono per intero dai visconti di Baratonia, e come tali passeranno a Guglielmo Arcour, erede dell’ultimo visconte, alla metà del ‘400. Qualche anno dopo è lo stesso Guglielmo a dover dirimere delle vertenze insorte sia con la comunità di Baratonia (1472) che con quella di Varisella (1481).
In epoca moderna, agli Arcour subentrano altre famiglie nobili, i Somatis a Baratonia e gli Oselia a Varisella. Gli ultimi diritti feudali vengono riscattati dal Comune nel 1891 con il pagamento di 5000 lire. Tra fine ‘800 e inizio ‘900 molti emigranti vanno in America (a Bessemer, sulle rive del Lago Superiore) a cercare fortuna. Successivamente, grazie allo sviluppo dell’industria ed in particolare di quella tessile che dà lavoro a molte donne, il tradizionale reddito agricolo può essere integrato da quello industriale.
Nel 1927 Varisella perde l’autonomia comunale a favore di Fiano, ma la riacquisterà prontamente nel 1954 per iniziativa della popolazione. Durante l’ultima guerra è sede del più importante presidio partigiano di bassa valle. All’epoca del boom l’occupazione industriale tocca il suo massimo e grazie alle infrastrutture predisposte dal comune e al rinnovamento del tessuto edilizio il paese cambia volto.
Nonostante la crisi delle industrie tradizionali e l’aumento del pendolarismo verso Torino, dopo essere rimasta stazionaria nell’ultimo secolo nell’ultimo decennio la popolazione ha subito un significativo incremento.
Nel 2007 il Comune ha ottenuto un riconoscimento dallo Stato grazie al positivo indice della popolazione giovanile.
Edicola digitale
I più letti
Ultimi Video
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.