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16 Luglio 2025 - 15:30
Se l’avesse saputo, forse avrebbe avuto un momento di esitazione. Forse. Ma la verità è che quella signora non lo sapeva proprio. Non poteva immaginare che quella Tesla nera, elegante, tecnologica, silenziosa come un complotto, parcheggiata davanti al civico 21 di via Aosta, appartenesse a Fabrizio Bertot, classe 1967, ex eurodeputato ed oggi coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia. Uno che non solo guida una Tesla, ma stravede per Giorgia Meloni, ama l’ordine, la disciplina e, probabilmente, anche le rotatorie ben fatte.
E invece lei, la signora, uscita da una strada privata, la guarda… e le parte l’embolo. Altro che provocazione: è la furia del sabato sera. Prima un bel calcio all’auto – educativo – e poi un’incisione profonda lungo la portiera, fatta con qualcosa che potrebbe essere una chiave, o forse solo la rabbia compressa di una vita.
Il fatto risale al 17 marzo, ore 22:48, ed è stato ripreso in diretta dalle telecamere di bordo della Tesla. Perché – si sa – queste auto non si limitano a guidare da sole: registrano, controllano, archiviano. Sono piccole NSA su quattro ruote, perfette per chi ha bisogno di prove video da presentare alle forze dell’ordine. E infatti, il 19 marzo alle 17:15, Bertot si presenta dai carabinieri di Rivarolo Canavese e denuncia tutto: la donna, il calcio, la rigata, l’affronto.
Ora la Procura ha aperto un fascicolo. Ci sono indagini in corso, si cerca l’identità della donna che rischia una condanna penale. L’Italia è un Paese garantista, certo, ma anche piuttosto curioso. Perché se c’è un delitto, bisogna trovare il movente. E qui il movente è un capolavoro di equivoco sociopolitico.
Forse la signora, vedendo quella macchina, ha immaginato il solito Elon Musk, quello delle starlink, dei razzi, delle sparate su X, quello che prima era tutto Trump e oggi… non più. Perché anche questo è il bello: proprio mentre Bertot denuncia, Musk e Trump litigano come due comari digitali. L’uno dice di essere deluso, l’altro si fa il suo partito. Il “nuovo Musk” oggi non piace più nemmeno ai suoi ex fan più fedeli. Altro che simbolo della destra internazionale: è diventato too woke pure per loro.
Quindi, la signora ha colpito Musk pensando di colpire il sistema, e invece ha colpito un patriota all’italiana, di quelli che credono in Dio, patria e dashboard touch screen. Una tragedia greca in salsa eporediese, con tanto di video, fascicolo e tensione da talk show.
Ora, le ipotesi si rincorrono. Ritorsione politica? Gesto impulsivo? Guerra alla Silicon Valley? O solo una questione di parcheggio? I magistrati indagano. Il patriota aspetta. E la Tesla – povera lei – è in carrozzeria.
Perché in questo Paese tutto può succedere: persino che un Fratello d’Italia venga scambiato per un globalista californiano. E, diciamolo, da lì al graffio il passo è breve.
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