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Cronaca

Lauriano, si spala e si spera: tra fango e pompe in azione, una comunità intera cerca di rialzarsi

Case allagate, auto distrutte, la chiesa invasa dall’acqua. Tra caldaie da buttare e cantine sommerse, i cittadini contano i danni e invocano aiuto. “Una Pasqua che non dimenticheremo”

A Lauriano non c’è una casa che non abbia subito danni. L’acqua e il fango che hanno travolto il paese nella devastante esondazione dei Rio Grande del 17 aprile hanno lasciato un segno profondo. Cantine, garage, piani terra e rialzati invasi, un tappeto di melma e detriti che copre tutto. Anche la Chiesa dell’Assunzione di Maria Vergine, fulcro spirituale del paese, non è stata risparmiata: la piena ha travolto anche l’interno della parrocchia, segno che neppure il sacro è rimasto intatto.

Mentre i vigili del fuoco pompano acqua senza sosta, i cittadini spalano fango con ogni attrezzo disponibile. C’è chi ringrazia il cielo per avere “solo” 20.000 euro di danni, e una caldaia nuova già da sostituire. C’è chi ha visto la propria auto nuova, una Jeep acquistata a dicembre 2024, completamente sommersa in un box interrato trasformato in piscina marrone. “La tireranno fuori, ma so già che sarà inutilizzabile”, racconta una residente sconvolta, mentre aspetta che le pompe liberino i locali.

Le strade di Lauriano sono irriconoscibili: fango dappertutto, mobili ammucchiati, sacchi neri, cassetti, pezzi di legno, vestiti, tutto portato fuori nella speranza che qualcosa si salvi. Ma la puzza dell’umidità lascia intendere che la vera conta dei danni deve ancora cominciare.

In paese, la parola più pronunciata è “solidarietà”. Perché il disastro ha colpito tutti: anziani, famiglie, giovani, nessuno è stato risparmiato. C’è bisogno di volontari, pale, stivali, mani e tempo, per spalare, prosciugare, portare conforto. Si lavora senza sosta, e si continuerà anche nei prossimi giorni. I rintocchi della Settimana Santa quest’anno saranno accompagnati dal rumore delle idrovore, non delle campane.

Sarà una Pasqua amara, che nessuno dimenticherà facilmente a Lauriano. Ma se da un lato c’è il dolore per ciò che è andato perso, dall’altro c’è anche l’orgoglio di una comunità che non si arrende. Lo spirito di chi, tra una pala e una bestemmia, tra una lacrima e un sorriso, sceglie di ricostruire.

Si spala e si spera, dicono in paese. Perché la speranza è l’unica cosa che l’acqua non è riuscita a portare via. E ora serve tutto il possibile per aiutare Lauriano a rimettersi in piedi. Chi ha un’ora, un attrezzo, un gesto, è il benvenuto in questa terra bagnata e ferita, ma più viva che mai.

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