Cerca

Immigrazione clandestina

25 immigrati clandestini stipati come animali in una stanza. Cinque arresti in Canavese.

Pagavano 500 euro per raggiungere la Spagna e la Francia

Cinquecento euro. Questo il prezzo della libertà pagato da 25 profughi pakistani a quei connazionali che della prima accoglienza avevano fatto un business.

Cinquecento euro che sarebbero serviti per arrivare in Spagna o in Francia, mete di questi ragazzi in fuga dal loro paese di origine.

In attesa della partenza venivano stipati tutti in una stanza, come  animali in batteria, in condizioni igienico sanitarie ai limiti della sopravvivenza, in un'abitazione di Torre Canavese.

A scoprire questo giro illegale di accoglienza, sono stati i carabinieri della compagnia di Ivrea che domenica 8 ottobre, a seguito di un'articolata indagine, hanno fermato cinque cittadini pakistani, di età compresa tra i 23 e i 37 anni, con l'accusa di favoreggiamento all'immigrazione clandestina.

Si tratta di Nasir Shah (40 anni), Muhammad Adeel (34 anni), Muhammad Niamat Riaz (54 anni), Manak Alxass (23 anni) e Pawandeep Singh (38 anni). Il primo è residente a Castellamonte, il secondo a Cavagnolo, gli altri tre sono risultati senza fissa dimora. 

I cinque pakistani avrebbero facilitato l'ingresso e la permanenza dei clandestini nel territorio italiano e organizzato trasporti verso altri paesi europei mettendo a rischio la vita dei migranti, sottoponendoli spesso a trattamenti inumani e degradanti.

Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha riportato la notizia sul suo profilo Instagram e si è complimentato con i carabinieri di Ivrea per l'operazione compiuta.

Per i cinque pakistani fermati, l'accusa era di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e martedì 10 ottobre, il Gip del Tribunale di Ivrea, Antonio Borretta, ha convalidato il fermo disponendo per loro la misura cautelare i carcere.

Gli indagati, difesi dagli avvocati Pio Coda, Leo Davoli , Costanza Casali, Federica Cerrato e Guido Giuseppe Cellerino del Foro di Ivrea, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

L'indagine era partita il 4 maggio scorso. Ai carabinieri di Ivrea non era sfuggito l'alto numero di cittadini extracomunitari sprovvisti di documenti, in giro per un piccolo borgo di circa 600 anime, come Torre Canavese. Un fatto che non era sfuggito neppure al sindaco, Gian Piero Cavallo, che li vedeva soprattutto di sera e tra via San Grato e piazza Olivetti. 

In un paese così piccolo, dove ci si conosce tutti, quei movimento strani fuori dall'abitazione al civico 28 di via San Grato, erano saltati all'occhio anche ai cittadini che avevano segnalato la cosa al sindaco.

L'appartamento utilizzato come base per l'accoglienza di quanti più disperati possibile, è risultato essere di proprietà di una donna di nazionalità rumena residente a Torino che l'aveva affittato con regolare contratto di locazione della durata di quattro anni, ad un indiano residente a Milano, disoccupato e incensurato. 

Per mesi i carabinieri hanno indagato prendendo nota soprattutto del traffico di auto che andavano e venivano da quell'appartamento. 

Il 4 giugno, nei pressi del Casello di San Giorgio, i carabinieri di Ivrea e la Polizia Stradale di Settimo Torinese avevano fermato una Ford Focus con targa francese, sospetta. L'autista e l'accompagnatore si erano dati alla fuga dileguandosi nei campi, ma nel bagagliaio gli agenti trovavano due persone di presumibile nazionalità indiana senza documenti. 

Dalle indagini era poi emerso che la notte del 4 ottobre nove pakistani erano stati portati in Francia a bordo di un'auto. Tre giorni dopo altri dieci erano stati portati da Milano a Torre.

Nei mesi di indagine, nulla è stato lasciato al caso dagli inquirenti. Sono state utilizzate microcamere e cimici, sono state effettuate riprese con droni di ultima generazione. Trasmettitori Gps sono stati piazzati sui mezzi usati per i trasporti. Inoltre è stato fatto un puntiglioso controllo delle utenze e delle celle telefoniche.

L'operazione dei carabinieri è poi scattata l'8 ottobre. I militari hanno prima circondato l'abitazione di via San Grato e poi sono entrati all'interno.

Davanti ai loro occhi, una scena terrificante di corpi stretti l'uno all'altro, denutriti e in pessime condizioni igienico sanitarie. Tutti uomini tra i 21 anni ed i 49 anni. 

Le operazioni di identificazione sono state lunghe e complesse e gli immigrati sono stati tutti fotosegnalati. 

I carabinieri hanno assistito i 25 immigrati procurando loro cibo, bevande cercando di rendere la loro attesa più confortevole. Hanno anche donato loro caramelle e caffè.

Alcuni migranti hanno raccontato agli inquirenti di essere entrati in contatto con l'organizzazione tramite una pubblicità su Tik Tok. Altri invece hanno detto di essere stati avvicinati da conoscenti a loro volta emigrati clandestinamente da Pakistan e India. 

Grazie alla Misericordia di Ivrea sono stati procurati maglioni, pantaloni, calze e scarpe, in quanto molti di loro non ne erano provvisti.

Gli immigrati sono stati invitati a presentarsi in Questura all'ufficio immigrazione.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori