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Monteu da Po
22 Maggio 2023 - 19:15
Da simbolo della ribellione ad una coercizione della libertà a ultimo manifesto di un periodo buio della storia recente del nostro Paese. E non solo.
E’ andata giù ieri la vecchia casa con un murales che raffigurava due bambini con indosso le mascherine, a Monteu da Po, sulla Provinciale 590. Abbattuta dalle ruspe, non restano che polvere e macerie.
Un’allegoria di un Paese che si è lasciato alle spalle l’emergenza sanitaria del Covid-19, i dpcm, le zone rosse, le chiusure, i vaccini, le polemiche e le mascherine, appunto.
Il murales - visibile per chi percorreva la strada provinciale in direzione Chivasso, in località Fontana Nera - raffigurava per l’esattezza i volti di una bambina e di un bambino.
A realizzarli, nel novembre 2020, in piena “seconda ondata” Covid, furono una coppia di artisti di Robella d’Asti, Marco Memeo e Gosia Turzeniecka, grazie alla disponibilità di Valter Liffredo che concesse l’uso della sua proprietà su cui realizzare il murales.
L’opera degli artisti robellesi - torinese d’origine lui, di nazionalità polacca lei - attirava decisamente l’attenzione. Per le proporzioni, grande quanto un’intera parete, e per il messaggio che dava.
“Noi dipingiamo da tanti anni e, raramente, mettiamo in mostra in questa maniera le nostre opere - spiegarono Marco Memeo e Gosia Turzeniecka -. Questa volta però abbiamo voluto fare un’eccezione: volevamo utilizzare l’arte per sollevare all’attenzione dell’opinione pubblica un problema che in questo momento non è così considerato. Ossia l’obbligo dell’uso della mascherina per i bambini che frequentano la scuola elementare”.
Marco Memeo e Gosia Turzeniecka sono genitori di due ragazzi, un maschio e una femmina, che all’epoca erano entrambi iscritti alla scuola “Giuseppe Impastato” di Monteu da Po.
Oltre che realizzare il murales, furono tra i promotori di una lettera alla dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo di Brusasco che chiedeva di preservare la loro scuola e gli studenti dall’inaridimento sociale e culturale.
“Volevo realizzare un quadro con le mascherine, quando ci hanno chiusi in casa la prima volta - spiegò Gosia Turzeniecka -. Poi, con il tempo, la seconda ondata del virus e il nuovo lockdown, il disagio vissuto dai bambini costretti a seguire le lezioni a scuola indossando le mascherine per ore, ho pensato che fosse arrivato il momento giusto per buttare fuori queste emozioni. E, così, è venuto fuori questo murales...”.
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