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Fabio Aru e l’ultima tappa italiana: la Vuelta tra emozione e memoria (VIDEO)

Il campione sardo torna protagonista nel giorno dell’addio all’Italia della corsa spagnola. “Queste strade mi hanno forgiato”: il legame con il Piemonte e il calore del pubblico accendono la festa.

È stato un martedì mattina di festa, colori e passione quello vissuto oggi, 26 agosto, a Susa. Alle 11:25 in punto, tra squilli di trombe, bandiere agitate al vento e applausi calorosi, la carovana della Vuelta a España ha salutato l’Italia.

L’ultima tappa piemontese, la quarta sul territorio italiano, ha preso il via dal cuore della Valle di Susa, in uno scenario che ha unito sport, storia e un’emozione collettiva difficile da raccontare a parole.

Susa, con la sua Porta Savoia e la collegiata di San Giusto, ha accolto i corridori in un abbraccio caloroso, degno di una città che da secoli rappresenta un crocevia tra culture, popoli e, oggi,  tra le strade d’Italia e quelle di Francia.  I ciclisti hanno così attraversato i paesi di Gravere, Chiomonte, Exilles, Salbertrand, Oulx, Cesana Torinese e Claviere.

La folla accorsa fin dalle prime luci del giorno, famiglie, scolaresche, ciclisti amatoriali e veterani delle due ruote, ha trasformato questa partenza in un vero e proprio evento popolare. Gli striscioni colorati, gli inni, il tintinnio delle borracce e il rombo delle ammiraglie hanno composto una sinfonia di entusiasmo condiviso.

A dare ulteriore prestigio alla giornata, la presenza di un volto amatissimo del ciclismo italiano: Fabio Aru, ex corridore e ambasciatore delle tappe italiane della Vuelta 2025.

Il "Cavaliere dei Quattro Mori", come lo soprannominavano ai tempi d’oro, è stato l’ultimo italiano a trionfare nella corsa spagnola, nel 2015, scrivendo una delle pagine più belle dello sport tricolore contemporaneo.

Intervistato pochi minuti prima della partenza ufficiale, Aru ha mostrato un'emozione sincera: “Sono contentissimo, veramente, di essere qui a Susa per la Vuelta che parte dall'Italia e soprattutto parte dal Piemonte che è una regione con cui ho dei rapporti da tanti anni e che sta investendo tanto sul ciclismo. È qualcosa di speciale”.

Fabio Aru travolto dall'affetto del pubblico 

Un legame, quello con il Piemonte, che va ben oltre la passione occasionale. Aru ha raccontato di aver scelto proprio queste montagne per forgiare la sua carriera, trovando nella Valle di Susa un terreno ideale per costruire i successi che lo hanno consacrato a livello internazionale: “Oggi partiamo da Susa che è un posto che conosco anche molto bene perché mi sono allenato qua in queste valli, nella Val di Susa, per 10 anni praticamente. Da quando ho scoperto Sestriere come zona dove poter fare altura ci andavo sempre ad allenarmi".

La presenza di Fabio Aru ha riportato alla memoria di molti tifosi i momenti indimenticabili vissuti nel 2015, quando il campione  conquistava Madrid dopo aver lottato con grinta e intelligenza tattica contro i migliori del mondo. Da allora, nonostante il ritiro dalle corse avvenuto nel 2021, il sardo non ha mai interrotto il suo legame con il ciclismo. Oggi è ambasciatore, mentore, figura di riferimento per i giovani e, soprattutto, simbolo di una passione che non si spegne.

Il successo dell'ultima tappa italiana è stato evidente: pubblico da record, organizzazione impeccabile e atmosfera elettrizzante. Un’ulteriore dimostrazione di come il ciclismo riesca a trasformare ogni tappa in una festa popolare, capace di unire territori, risvegliare identità e promuovere un turismo lento, rispettoso, consapevole.

La Vuelta, nel suo passaggio piemontese, ha rafforzato legami, riacceso memorie, acceso sogni. 

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