AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
30 Luglio 2025 - 18:58
Non era mai successo. Mai, in oltre ottant’anni. Il nome di Ferruccio Nazionale, il giovane operaio cresciuto a Ivrea, ucciso a soli 22 anni dalla Decima MAS e impiccato nella piazza della sua città, è stato finalmente pronunciato a Montecitorio. Per la prima volta, nel tempio della Repubblica, il sacrificio di uno dei suoi figli più coraggiosi ha ricevuto il riconoscimento che meritava.
A colmare questa lunga assenza è stato Mauro Berruto, deputato del Partito Democratico, che ieri – 29 luglio – ha preso la parola per ricordare pubblicamente Ferruccio Nazionale nell’81esimo anniversario della sua uccisione. E con lui, ha fatto risuonare il nome di Ivrea, teatro di uno dei crimini più crudeli del fascismo repubblichino.
“Ferruccio Nazionale era un giovane operaio. Aveva solo 22 anni quando fu catturato dai fascisti della Decima MAS, torturato e poi impiccato pubblicamente nella piazza principale della sua città”, ha detto Berruto in Aula.
“Il suo corpo venne lasciato appeso a una forca per ore, davanti alla popolazione obbligata a passare di lì. Un cartello recitava: ‘Aveva tentato con le armi di colpire la Decima’. In realtà, Ferruccio aveva cercato di lottare per la libertà, per l’Italia democratica che oggi noi rappresentiamo in quest’aula.”
Era il 29 luglio del 1944 quando Ferruccio, nome di battaglia "Carmela" venne ucciso. La sua impiccagione fu una delle tante azioni esemplari volute dalla Decima MAS per terrorizzare la popolazione e annientare lo spirito partigiano. Lo esposero come un trofeo, come monito. Ma non bastò. Perché il suo nome, invece di essere dimenticato, entrò nella memoria collettiva di una città intera, e oggi, a distanza di decenni, è inciso nella toponomastica stessa di Ivrea: Piazza Ferruccio Nazionale.
“Oggi quella piazza porta il suo nome. È un luogo della memoria, un luogo in cui ogni anno la cittadinanza di Ivrea si ritrova per onorare quel sacrificio”, ha ricordato ancora Berruto. “E in giorni in cui si fa fatica a chiamare le cose col loro nome, in cui si strizza l’occhio a un revisionismo pericoloso, io credo che sia nostro dovere ricordare, raccontare, affermare la verità storica.”
Non un gesto rituale. Ma un atto politico, civile, necessario. In un tempo in cui la memoria viene piegata, dimenticata, annacquata, l’intervento di Mauro Berruto rappresenta una presa di posizione netta contro ogni tentativo di revisionismo, e insieme un gesto di restituzione: dare a Ferruccio ciò che per troppi anni gli era stato negato.
“La memoria oggi vive non solo in una targa o in una cerimonia, ma in ogni scelta che compiamo in quest’aula a favore della libertà, della giustizia, della dignità umana. Dobbiamo a Ferruccio e a tutte le partigiane e i partigiani il Paese in cui viviamo oggi”, ha scandito Berruto con forza.
Ferruccio Nazionale non è più solo un nome su una lastra di marmo, non è più solo un ricordo relegato alle commemorazioni del 25 aprile. È diventato simbolo nazionale, voce che attraversa il tempo e arriva fino alla sede delle istituzioni repubblicane.
E ieri, per la prima volta, a Montecitorio è risuonata forte quella voce. Era la voce di Ferruccio.
Commenti all'articolo
Sovietico Eporediese
31 Luglio 2025 - 19:53
Ivrea non dimentica mai che schifo fu il Fascismo e faremo di tutto per evitare di arrivare nuovamente a tali porcate dei fascisti. Compagno Ferruccio Nazionale e tutti i Nostri Partigiani Eporediesi e non la vostra Storia sarà ricordata sempre dalla parte giusta della Storia. Viva la Democrazia, viva la Resistenza, viva la vera Repubblica Italiana ma soprattutto che sia da lezione da non ripetere
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.