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San Savino 2025 a Ivrea: cavalli, fuoco e canoe illuminano la notte dopo il temporale

Un arcobaleno dopo la pioggia riapre la festa: galà equestre, spettacoli sul fiume e pirotecnici chiudono la celebrazione del patrono tra emozioni, musica e rispetto per gli animali.

Il 7 luglio di ogni anno Ivrea celebra il suo patrono, San Savino. Un santo che in città non mise mai piede in vita, ma che qui riposa da oltre mille anni, portato da Corrado, figlio di Berengario II, per fermare una peste. E da allora, ogni luglio, la città gli restituisce un tributo che unisce storia, identità e spettacolo.

Ieri sera, lunedì 7 luglio, la festa ha vissuto il suo ultimo atto. Poco prima delle 20, un temporale ha colpito la città con forza: pioggia fitta, qualche chicco di grandine, un cielo sbilanciato che ha messo in discussione la prosecuzione della serata. L’acqua però non ha fermato la musica manouche che animava Piazza Ottinetti fin dal tardo pomeriggio e, proprio quella musica, ha accompagnato il disegno dell'arcobaleno che netto si è stagliato nel cielo di Ivrea; un segnale inequivocabile che la festa poteva proseguire.

Il terreno di Piazza del Rondolino era però appesantito. Il Gran Galà Equestre, cuore della serata, era a rischio.

“Abbiamo fatto delle prove per capire se e come procedere - ha spiegato un membro dello staff dell’associazione Eporedia 2004, che ha curato l’intera manifestazione - Il terreno era diventato pesante, quindi abbiamo adattato la scaletta per garantire la sicurezza dei cavalli. Il benessere animale viene prima di ogni altra cosa”.

Così, in forma più contenuta, ma senza perdere sostanza, il Galà ha avuto luogo. Andrea Andreuzzi, artista e stuntman con oltre trent’anni di esperienza nel cinema e nell’equitazione, ha portato in scena un rapporto tra cavallo e cavaliere fatto di ascolto, gesti minimi, fiducia. Con lui, Giulia Andreuzzi e il giovane volteggiatore Edoardo Boldrini. Nessun effetto, nessuna forzatura: solo sintonia. Le evoluzioni si sono fatte leggere, calibrate sul terreno, ma capaci di raccontare un’intesa autentica.

Gli artisti del fuoco sfilano per le vie del centro storico 

Poco dopo le 21:30, la città si è mossa di nuovo. Da Corso Botta è partita la "Cavalcata di Fuoco – acqua, terra, cielo". I cavalli di Cascina Fruedan hanno attraversato la città accompagnati dal battito ipnotico delle percussioni medievali dei Menestrelli di Avalon e dai movimenti precisi dei Fire Flyers e degli Ignis Fenix, artisti del fuoco che hanno dato corpo al tema della notte: gli elementi che si incontrano.

La “terra” erano i cavalli, eleganti e forti; il “fuoco” si arrampicava nell’aria con danze coreografate e rischiose; l’“acqua” era la Dora Baltea che, all’imbrunire, scorreva lenta e compatta, solcata dalle canoe illuminate del Canoa Club. Le fiaccole accese sulle prue riflettevano sull’acqua come piccole fiamme mobili, segnando settant’anni di attività e memoria condivisa.

Infine il "cielo", l’ultimo elemento. Intorno alle 23:00, lo spettacolo pirotecnico ha chiuso la serata. Luci alte, colori densi, il rumore secco dei botti che rimbalzava sui palazzi del centro storico. Gli occhi rivolti in su, i bambini sulle spalle, gli applausi spontanei: non c’era trionfalismo, solo una festa che si conclude come deve.

San Savino 2025 si chiude così: con l’attenzione costante al territorio e agli animali, con la capacità di trasformare una pioggia improvvisa in un’occasione per ricominciare. Con le canoe sulla Dora e la voglia di tenere insieme tutto, dal jazz manouche al galà equestre,  sotto lo stesso cielo.

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