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Costume e Società

Quesa sera c'è Eurovision. Chi vincerà? (VIDEO DIRETTA)

"Lucio Corsi sfida l'Eurovision 2025 con una provocatoria performance; Gabry Ponte fa ballare l'Europa e l'Estonia sorprende con un inno italiano, mentre favoriti e outsider animano un'edizione da ricordare."

Stasera è la notte. Quella in cui tutto può succedere, quella in cui il kitsch diventa arte e le note si trasformano in geopolitica. È la finale dell’Eurovision Song Contest 2025, in diretta da Basilea, e mai come quest’anno l’Italia si presenta con un artista fuori dalle righe, che divide, affascina, stordisce: Lucio Corsi.

Con il suo brano “Volevo essere un duro”, Corsi porta sul palco non solo una canzone, ma una visione. Occhiali da sole anche di notte, camicie a fiori come carta da parati vintage, voce che sembra uscita da una radio degli anni ’70 dopo una tempesta solare. E un testo che è un manifesto di fragilità mascherata da arroganza poetica: “Mi sono allenato per diventare una roccia, ma mi sono spezzato come vetro di Murano”. Standing ovation alla semifinale, applausi convinti dalla stampa straniera, tweet adoranti da Parigi a Buenos Aires. Ma in patria? Divisione totale: per alcuni è il nostro Bowie, per altri una provocazione snob fuori contesto. Poco importa. Eurovision ama chi osa, e Lucio Corsi ha osato più di tutti.

Nel frattempo, a rubare la scena tra una performance e l’altra, sarà Gabry Ponte, chiamato dall’organizzazione per l’interval act che farà ballare l’Europa intera. Con lui, l’Italia torna regina del dancefloor: medley da brividi, visual mozzafiato e remix futuristici dei suoi tormentoni – Blue (Da Ba Dee), Che ne sanno i 2000, La danza delle streghe – che rimbalzano da una generazione all’altra. “L’Eurovision è un rave planetario senza after, e io ci vado a gamba tesa”, ha detto il DJ torinese alla vigilia. L’arena di Basilea è pronta a esplodere.

Ma la vera sorpresa, quella che non ti aspetti, arriva dall’Estonia. Sì, l’Estonia. Che manda in gara Karl Tamm, un ventinovenne biondo e riservato, con una canzone dal titolo clamorosamente… italiano: “Espresso macchiato”. È cantata interamente in italiano – e con un accento teneramente sbagliato – ed è un piccolo capolavoro di pop teatrale. Racconta di un amore estivo nato in una caffetteria romana e perso su un treno per Milano, tra bicchieri di vetro e marmellatine. Ritornello irresistibile: “Tu sei l’espresso e io la tazzina, mi scotti le dita, ma resto qui”. Il pubblico impazzisce. I social lo celebrano. Gli italiani? Divisi anche qui: c’è chi si sente onorato, chi offeso, chi già lo vota al posto di Lucio.

I bookmaker, nel frattempo, guardano altrove. I favoriti, dicono, sono altri.

La Svezia è la grande favorita con il trio KAJ e la loro surreale “Bara Bada Bastu”, un inno folk-pop alla cultura della sauna scandinava. Una coreografia di asciugamani, secchi di legno e vapori, che fa ridere, riflettere e ballare. Sembrava una goliardata, è diventata una potenza virale. Il pubblico scandinavo li adora, e le giurie sembrano apprezzare l’equilibrio tra tradizione e spettacolo.

Poi c’è l’Austria, con il giovane JJ – controtenore austro-filippino – e la sua ballata emozionale “Wasted Love”. Voce celestiale, arrangiamento orchestrale, pathos a valanga. Il momento in cui JJ canta l’ultima strofa a cappella, con le lacrime in gola e il teatro ammutolito, è già entrato nella storia di questa edizione.

La Francia, invece, si affida alla raffinatezza di Louane e al suo brano “Maman”, una lettera aperta alla madre scomparsa. Essenziale, intensa, toccante. Un’esibizione che punta dritta al cuore, senza effetti speciali, solo una luce calda e una voce tremante di emozione. Il televoto l’ama, le giurie pure: la sensazione è che se Louane vince, nessuno avrà da ridire.

Ma non è finita. Israele ha mandato Yuval Raphael con “A New Day Will Rise”, una canzone potente che mescola gospel, elettronica e invocazione spirituale, in un’epoca in cui parlare di rinascita è quasi un atto politico. Anche Paesi Bassi, Ucraina e Georgia presentano brani solidissimi, capaci di imporsi con il passaparola, mentre la Finlandia con Erika Vikman e il suo scandaloso “Ich komme” promette di alzare più di qualche sopracciglio tra i giurati più conservatori.

Ma in questa Eurovision 2025, la matematica non basta. Ci sono i colpi di scena, le scelte di cuore, le follie della giuria, il voto geopolitico, quello ironico, e quello dei fan che si commuovono per un espresso.

Stasera si gioca tutto. E noi, comunque vada, possiamo dire di esserci.
Con Lucio Corsi a rappresentare la poesia strampalata della provincia italiana.
Con Gabry Ponte che porta l’eurodance sul tetto del continente.
Con un estone che, cantando in italiano meglio di tanti italiani, ci ricorda quanto l’Eurovision sia – alla fine – un gigantesco, meraviglioso, imprevedibile teatro dell’assurdo.

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