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Francesca Bucchieri conquista il Premio Giulia Cecchettin

La giovane laureata del Politecnico di Torino premiata per la sua innovativa tesi sull’ingegneria tissutale. Un orgoglio per Settimo e un simbolo di parità di genere nelle STEM.

Un riconoscimento importante per una giovane promessa dell’ingegneria biomedica: Francesca Bucchieri, ex studentessa dell’istituto 8 Marzo di Settimo Torinese, ha ricevuto il Premio Giulia Cecchettin, uno dei cinque riconoscimenti assegnati nell’ambito del concorso nazionale «Ingenio al Femminile».

La cerimonia, svoltasi il 14 novembre 2024 presso la Sala Conferenze del Comando Generale delle Capitanerie di Porto a Roma, ha celebrato le eccellenze femminili nel campo dell’ingegneria, evidenziando il valore della diversità di genere in un settore tradizionalmente dominato dagli uomini.

La tesi di Bucchieri, discussa presso il Politecnico di Torino, ha conquistato la giuria per la sua portata innovativa e il potenziale impatto nel campo della ingegneria tissutale. Nello specifico, il suo lavoro si è concentrato sull’ottimizzazione di un sistema di coltura cellulare finalizzato alla crescita e maturazione del tessuto nervoso, con possibili applicazioni nei trapianti e nello sviluppo di modelli sperimentali alternativi all’uso di animali.

le vincitrici

Bucchieri

Un progetto ambizioso, che guarda al futuro della medicina rigenerativa e pone al centro valori etici condivisi dalla stessa Bucchieri. «Non c’è innovazione se non c’è sensibilità e umanità», ha sottolineato la giovane ingegnera. «Il mio obiettivo è quello di contribuire a un progresso scientifico che sia anche sostenibile e rispettoso del mondo animale».

Francesca Bucchieri non è solo una brillante laureata, ma anche un esempio per le nuove generazioni. Nata a Volpiano, ha trascorso dieci anni della sua vita a Settimo Torinese, dove ha frequentato il liceo scientifico dell’istituto 8 Marzo. Proprio in questa scuola ha coltivato la sua passione per le materie scientifiche e per il mondo dell’ingegneria.

«Mi piace pensare che, anche in un lavoro tecnico come l’ingegneria, ci sia spazio per valori personali e umani», ha dichiarato ai margini della premiazione.

La sua vittoria rappresenta un motivo di orgoglio non solo per Settimo Torinese, ma anche per il Politecnico di Torino e per tutto il territorio piemontese. Il Premio Giulia Cecchettin, inserito per la prima volta nella quarta edizione del concorso «Ingenio al Femminile», è dedicato alla memoria della giovane ingegnera biomedica tragicamente scomparsa. Un tributo che intende sottolineare l’importanza della presenza femminile nelle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) e promuovere la parità di genere nel mondo professionale.

«Promuovere la figura della donna nell’ingegneria è una rivoluzione culturale», ha spiegato Ippolita Chiarolini, consigliera del Consiglio Nazionale degli Ingegneri e responsabile del progetto. «Iniziative come questa dimostrano quanto sia importante valorizzare il talento femminile e lavorare per garantire pari opportunità alle giovani professioniste».

Nel corso della cerimonia, sono state premiate altre quattro giovani donne per le loro tesi di laurea in diverse branche dell’ingegneria, dalla civile all’industriale, dall’informazione alla ricerca. Tutte hanno ricevuto un premio di 1.500 euro, a testimonianza dell’impegno delle istituzioni nell’offrire alle neolaureate non solo visibilità, ma anche un supporto concreto per il loro ingresso nel mondo del lavoro.

Francesca Bucchieri, con il suo lavoro, non si è limitata a raggiungere un importante traguardo personale, ma ha lanciato un messaggio di speranza e di ispirazione per tutte le giovani donne che vogliono intraprendere una carriera nelle discipline scientifiche. Il suo percorso, iniziato tra le aule di una scuola di Settimo Torinese e culminato con una laurea al Politecnico di Torino, dimostra che passione, dedizione e talento possono aprire la strada a risultati straordinari.

Questo premio non celebra solo una singola vittoria, ma rappresenta un simbolo di cambiamento in un mondo che ha ancora molto da fare per garantire piena parità di genere. In questo senso, l’esperienza di Francesca Bucchieri è un faro per il futuro, un invito a credere nel proprio potenziale e a perseguire i propri sogni, senza lasciarsi scoraggiare da stereotipi o barriere culturali.

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