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Ivrea

Gatti e detenuti: il carcere adotta una colonia felina

Il progetto “Gatti Galeotti” mette al centro gli animali per regalare una seconda chance ai carcerati

Quando le porte di un carcere si aprono non per far entrare o uscire persone, ma per accogliere un gruppo di felini pronti a dare una seconda possibilità anche agli uomini, si capisce che qualcosa di straordinario sta accadendo.

Il progetto “Gatti Galeotti”, nato dalla collaborazione tra il Comune di Ivrea, la Casa Circondariale e una rete di associazioni locali, è un’iniziativa unica nel suo genere, capace di mescolare affetto, responsabilità e un pizzico di ironia per umanizzare un luogo di solitudine. Sei gatti randagi, provenienti da un recupero di emergenza, sono stati accolti all’interno del carcere per avviare un percorso sperimentale di cura e affetto, che permetterà ai detenuti di prendersi cura di loro, ottenendo in cambio fiducia e serenità.

Ma la vera regina di questo nuovo "paradiso felino" è Maia, una gatta anziana e tenace che da anni abita stabilmente all’interno delle mura carcerarie. “Maia è un po’ la nostra decana,” racconta lGraziella Simeone, presidente di Alfamici. “È arrivata tanti anni fa, e da allora ha sempre trovato il modo di rimanere, schivando i guai e trovando un angolo dove rifugiarsi e far da mascotte”.

Dalla pizzeria del carcere fino all’ufficio del personale, Maia ha lasciato impronte pelose ovunque, scegliendo solo chi si guadagnava la sua simpatia. Quando è iniziato il progetto “Gatti Galeotti”, alcuni operatori e guardie hanno tentato di catturarla per darle la dovuta attenzione medica, ma Maia si è difesa con la caparbietà di chi sa sopravvivere. Come se dicesse: "Io sono qui prima di voi!”. Per Maia, la struttura di Ivrea è ormai casa, un luogo sicuro dove ritirarsi per sfuggire ai pericoli della vita in strada, e sembra essersi adattata perfettamente al suo ruolo di “decana dei gatti galeotti”.

Sei nuovi amici e un team di detenuti scelto con cura

A farle compagnia, martedì scorso sono arrivati sei gatti, provenienti da una casa sovraffollata in provincia di Vercelli e, ironia della sorte, “detenuti” insieme in una stanza con altri undici gatti prima di essere adottati dal carcere. I sei sono stati accolti nel progetto come veri e propri ospiti d'onore, con nomi già affettuosamente assegnati: Alex, Pierino, Dafne, Erasmo, Rosy e Nené. Alex e Pierino, in particolare, hanno destato stupore e tenerezza tra i detenuti per la loro stazza da oltre 10 chilogrammi: entrambi “leggermente sovrappeso”, hanno bisogno di qualche turno di attività fisica per ritrovare l’agilità perduta. 

Per occuparsi dei felini, sono stati scelti con attenzione nove detenuti, selezionati non solo per la loro buona condotta ma anche per l’affetto che già nutrivano verso gli animali

Ogni giorno, i detenuti scelti si alternano in turni per occuparsi della pulizia e del cibo per i gatti, e l’associazione Alfamici fornisce loro formazione continua sulla cura felina. Hanno imparato a riconoscere le esigenze dei felini, dalle attenzioni più semplici, come una carezza o uno snack, a quelle più complesse, come il monitoraggio della salute e l’igiene delle aree dedicate ai mici. Ogni gatto ha la sua personalità, e con il tempo i detenuti impareranno a conoscerle e rispettarle, instaurando un legame profondo.

“Gatti Galeotti” è molto più che un progetto di pet therapy: è un’esperienza di rinascita per tutti, un viaggio che permette ai detenuti di sentire il calore di un affetto semplice e incondizionato e ai felini di trovare un rifugio sicuro. Maia e i suoi nuovi compagni sono ora i “coinquilini” più speciali di Ivrea, e in cambio dei pochi metri quadri condivisi con i loro custodi, offrono ogni giorno una lezione silenziosa di resilienza e amore, ricordando che, a volte, la seconda possibilità arriva proprio dalle zampe di un gatto.

Graziella Simeone presidente dell'associazione Alfamici

L'inaugurazione del progetto è stato un momento creato per far conoscere questo progetto che coinvolge il carcere o, come lo ha definito il sindaco Matteo Chiantore "Questo quartiere della città" popolato da 265 detenuti e circa 160 agenti di polizia penitenziaria.

Alla cerimonia di inaugurazione del progetto erano presenti diverse figure chiave: la direttrice della Casa Circondariale, Alessia Aguglia; il sindaco di Ivrea, Matteo Chiantore; e l’assessora Gabriella Colosso, capofila del progetto. I ringraziamenti non sono mancati per le varie istituzioni, dai rappresentanti della Regione Piemonte alle associazioni di volontariato e all’ASL Torino 4, che ha garantito assistenza veterinaria grazie alla preziosa collaborazione della dottoressa Alessandra Pautasso e di Katia Barbello.

La direttrice Aguglia ha espresso con emozione la finalità di “Gatti Galeotti”: “Questo progetto ha una grande rilevanza sociale e rieducativa. I detenuti scelti si prenderanno cura dei gatti randagi in uno scambio che speriamo possa restituire loro un senso di responsabilità e un beneficio emotivo importante. L’idea nasce proprio dalla mancanza di affetti e di relazioni che molti detenuti vivono quotidianamente. In questo contesto, la presenza di un animale può fare la differenza, offrendo loro una forma di legame affettivo.”

Il sindaco Matteo Chiantore con la direttrice della casa circondariale di Ivrea, Alessia Aguglia

La forza della comunità e della collaborazione

Il sindaco Chiantore ha descritto l’iniziativa come una sinergia tra cura degli animali e impegno per il benessere umano: “È un progetto che rientra pienamente nella nostra visione di comunità e che ribadisce l’importanza di prendersi cura sia degli animali che delle persone, anche quando queste si trovano ad attraversare un periodo difficile. I gatti sono animali autonomi, ma il contatto con l’uomo è una componente essenziale della loro natura. Allo stesso modo, i detenuti potranno trarre beneficio da questa convivenza.”

Tra i partecipanti, anche l’associazione Alfamici, che ha contribuito alla realizzazione del progetto recuperando i gatti da un contesto difficile. Graziella Simeone, presidente dell’associazione, racconta che i sei felini, provenienti da una situazione di sovraffollamento in provincia di Vercelli, hanno trovato finalmente una nuova casa e, per la prima volta, un ambiente che non solo li accoglie, ma che ne valorizza la presenza.

Un’esperienza di cura e affetto per i detenuti

L’assessora Colosso ha ribadito l’obiettivo rieducativo del progetto: “Non si tratta solo di dare una casa ai gatti, ma di offrire ai detenuti un’occasione per riscoprire il senso di responsabilità, la dedizione e l’affetto. Per molti di loro, prendersi cura di questi animali diventa un’esperienza positiva di crescita e autostima. Abbiamo selezionato nove detenuti per iniziare questo percorso, prevedendo turni di cura e pulizia per garantire il benessere degli animali.

Con un tono scherzoso, Simeone ha descritto gli episodi che hanno accompagnato l’arrivo dei gatti, tra cui Alex ed Erasmo, due esemplari dal peso decisamente “importante”, il che ha richiesto qualche attenzione in più nel loro inserimento. “Abbiamo portato i gatti lunedì notte e li abbiamo tenuti in una stanza separata per ambientarli. Tra loro ci sono due ‘giovanotti’ che superano i 10 chili, vivaci ma un po’ impacciati, abituati a una vita sedentaria. Li chiameremo ‘sovrappeso’ e non ‘obesi’, così evitiamo problemi di ‘body-shaming felino’!”, ha scherzato.

Pet therapy e riabilitazione: una simbiosi che cambia la vita

Il valore terapeutico degli animali è ormai riconosciuto da tempo, e “Gatti Galeotti” è un progetto che lo dimostra concretamente. La direttrice Aguglia ha spiegato come la pet therapy e il contatto quotidiano con i gatti possano portare ai detenuti grandi benefici, specialmente per coloro che non hanno contatti regolari con l’esterno. Questa relazione, seppur semplice, può rappresentare per loro una vera e propria fonte di conforto e una via per ristabilire un legame affettivo spesso mancante.

L’assessora Colosso ha poi parlato delle iniziative future legate al progetto, come la creazione di giochi e rifugi per i gatti all’interno del carcere, che saranno costruiti dai detenuti stessi nella falegnameria del carcere. È stato poi ricordato il ruolo della Cooperativa Onlus 109, che ha donato una mascotte al progetto e contribuirà, insieme ad altre associazioni, alla promozione delle adozioni per i felini.

L'assessora Gabriella Colosso

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