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Cronaca
31 Ottobre 2024 - 15:58
Un biglietto di sfratto sulle lapidi dei propri cari.
È questa l’indegna scoperta che centinaia di famiglie hanno fatto proprio in questi giorni, nel camposanto comunale di Chivasso. Un foglio anonimo, ma freddo e impietoso, affisso dalla ditta concessionaria dei servizi cimiteriali e che notifica la scadenza della sepoltura per almeno un centinaio di defunti che riposano nel campo sulla destra, entrando da via Ivrea.
Il messaggio, in alcuni casi, copre persino le fotografie sulle lapidi. La scelta di apporre questi avvisi a ridosso delle festività di Ognissanti e dei Defunti è, per molti, uno schiaffo in faccia al rispetto e alla pietà.
Il tempismo è agghiacciante: nei giorni in cui i cimiteri si riempiono di persone venute a onorare i propri cari, ecco spuntare sulle tombe l’invito a contattare urgentemente la ditta, che ha ricevuto l'incarico dal Comune, per “l’avvio delle pratiche di esumazione”. L’intera operazione sembra una cinica strategia di marketing, studiata per colpire il maggior numero di famiglie possibili e costringerle a decidere sul da farsi in tempi stretti.
Le proteste non si sono fatte attendere. Caterina Domanico, che ha trovato il cartello proprio sulle tombe dei suoi familiari, non riesce a trattenere la rabbia: “Sono venuta ieri pomeriggio e ho trovato questa situazione assurda. Qui riposano mio figlio, mio fratello, mia mamma e mio papà. Sapevo che la concessione fosse di 25 anni. È stato un pugno nello stomaco ritrovarmi davanti a questo avviso, messo senza alcuna sensibilità. Sembra uno sfratto, un timbro freddo su qualcosa di sacro. E poi non capisco: perché proprio qui? Ho visto altre tombe, di persone sepolte molto prima, senza avvisi. Oltre al danno, la beffa: ora tocca a noi pagare l’esumazione, e loro non dimostrano nemmeno un minimo di rispetto.”
Una delle decine di lapidi su cui è affisso l'avviso di sfratto
Giovanni Domanico, altro parente colpito dall’iniziativa, descrive così il suo disappunto: “Questa brutta sorpresa è un colpo basso. Ci dicono che la concessione è scaduta, ma sapevamo fosse valida per 25 anni. Ora ci troviamo di fronte a costi imprevisti e all’ansia di dover decidere in fretta. Il timore è di trovare i corpi ancora integri, il che significherebbe sostenere le spese per un secondo funerale, spostare i nostri cari in un posto temporaneo e poi vedere il da farsi. Qui accanto c’è un’area vuota che poteva essere utilizzata per le nuove sepolture. Nessuna comunicazione, nessun avviso: ci troviamo solo questi biglietti sulle tombe. È così che si trattano i defunti e le famiglie?”
La situazione ha scatenato l’indignazione anche tra i rappresentanti politici locali. Bruno Prestìa, consigliere comunale di Chivasso, condanna apertamente l’iniziativa: “I familiari si sono trovati un avviso di sfratto appiccicato sulle tombe. Queste modalità sono del tutto inadeguate, specialmente in un’area dove molte sepolture sono recenti. Abbiamo mezzi di comunicazione discreti e rispettosi come il telefono e l’email, e invece si è scelto di apporre biglietti sui defunti come fossero oggetti privi di valore. Mi impegno a richiedere la verifica del contratto di servizio e fare chiarezza su quanto sta accadendo.”
Questa vicenda getta un’ombra inquietante sulla gestione dei cimiteri di Chivasso.
Non è solo un problema di burocrazia, ma di umanità e rispetto per il dolore delle famiglie. Una comunità si definisce anche da come tratta i suoi morti, e l’episodio di Chivasso rappresenta una macchia vergognosa. Le famiglie meritano risposte e, soprattutto, meritano rispetto.
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