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Volpiano

Vive per strada, dormendo davanti al Comune con la gatta Sidney: "Ci hanno anche bullizzati" (video)

Da ieri pomeriggio è iniziato il suo sit-in nella piazza del municipio per chiedere un letto e un lavoro

Ha dormito per strada, stanotte, Carlo. Nella piazza davanti al Comune di Volpiano. Su un muretto di pietra che corre lungo un muro, abbracciato stretto alla sua gatta Sidney, da 11 anni sua compagna di vita. Con loro un borsone pieno di vestiti, alcune bottigliette d'acqua. Qualche spicciolo per mangiare. 

Carlo e Sidney vivono insieme esattamente da quando la vita ha iniziato ad attorcigliarsi in una spirale che oggi, a 52 anni ha portato quest'uomo a ritrovarsi in mezzo ad una strada.

Quello con cui abbiamo deciso di chiamarlo è un nome di fantasia, la sua storia, invece, un'amara realtà che mostra quanto possa essere profondo il baratro che può aprirsi sulla strada di ognuno.

"Vivevo a Torino, nel quartiere Santa Rita. Lavoravo per un'impresa di pulizie. Mi avevano trovato anche un alloggio dignitoso in una proprietà del Mauriziano. Prima avevo fatto molti altri lavori. Anche il ceramista. Sono un'artista, ma quella vita non mi permetteva di vivere dignitosamente e così mi ero cercato un'occupazione sicura".

Un bel giorno il mondo crolla addosso a Carlo: "Mi hanno mandato a fare la visita medica per il lavoro. Routine, insomma, mentre ero lì mi dicono di prendere delle medicine, di firmare dei fogli. Mi rifiuto di farlo, ma non serve a nulla. Vado via di là con un marchio che non mi ha più abbandonato: psichiatrico!".

Da quel giorno inizia per lui un'odissea attraverso le strutture convenzionate. Tra i vari spostamenti, il centro di salute mentale di Torino lo manda presso la comunità terapeutica l'Arca, nel centro di Volpiano a due passi dal Comune. E' il 14 ottobre del 2019.

La sua permanenza a Volpiano dura quasi cinque anni e il 7 gennaio 2021 gli viene spostata qui la residenza.

"Sono andato via il 5 maggio di quest'anno perché mi hanno mandato a Buttigliera D'Asti in un'altra struttura, all'interno di un appartamento, però, presso il Soggiorno Maria Teresa".

I problemi iniziano da lì a poco: "Io non sono un "forense", e cioè un malato che ha problemi cin la giustizia. Io non ho mai avuto problemi con la giustizia e non ne ho. Da lì, mi dicono che dovevo andarmene".

La situazione diventa presto incandescente: "Sia da parte loro, che da parte mia - ammette -. Gli errori stanno da entrambe le parti". Mi hanno chiesto di dimettermi spontaneamente. Hanno coinvolto pure il sindaco che ora dice di non volermi più vedere!.

Ieri pomeriggio Carlo ha lasciato la comunità di Buttigliera: "Sono arrivato qui verso le 15 di ieri pomeriggio. Alla Sanital ho chiesto di portarmi a Volpiano perché è qui che ho la residenza. Ora sto cercando di far fare il loro dovere ai servizi sociali. Ho chiesto un incontro, ma loro si arginano trovando scuse. Eppure non chiedo molto, solo un'assistenza temporanea per poi andare avanti da solo. Un sistema abitativo con un lavoro. Un tipo di soluzione che è prevista. Farei qualsiasi lavoro. Ci sono tanti agriturismi, tanti maneggi, tante cascine. In questi posti ci sono anche gli spazi per far dormire il personale".

La gatta Sidney vive con Carlo da 11 anni, ora è disorientata e spaventata

E circa il suo quadro clinico rassicura: "La diagnosi relativa alla mia salute mentale è molto discutibile. Se facessi degli accertamenti con una presa in carico da parte di un neurologo specialista, i miei parametri potrebbero risultare nella norma". 

La prima notte in mezzo alla strada non è stata facile: "Sono stato bullizzato da dei ragazzini. Ora sono molto preoccupato. Trascorrere un'altra neotte così può essere molto pericoloso sia per me che per Sidney. A dire il vero più per lei che per me. Se mi prendo un calcio, pazienza, ma lei, non voglio che nessuno la tocchi. E' già frastornata, disorientata fuori dal suo ambiente. Mi hanno anche urlato "ti uccido i gatti!". Forse l'hanno fatto per farmi andare via. Non è gradevole vedere una persona buttata così in mezzo ad una strada. In paese non se ne sono mai visti. Ma io non ho più un posto abitativo. sono residente qui. E' il comune a dover far qualcosa per me". 

Qualcuno si è avvicinato per chiederle se ha bisogno di qualcosa?

"Gli unici che si sono avvicinati sono stati quei ragazzini. Quei bulletti":

A mezzogiorno iniziano a suonate le campane. Sembrano a festa. La chiesa parrocchiale è proprio qui accanto.

Il parroco si è fatto avanti?

"Chi, don Marco? Dicono che non ci sia, che sia andato a Roma e che qui ci sia un sostituto. Ma non ho visto nessuno neppure dalla chiesa".

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