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Ivrea
24 Agosto 2024 - 17:38
E' lì. La vediamo! Un'anziana signora. I capelli bianchi come la neve, la pelle ruvida, gli occhi umidi. Cerca di alzare lo sguardo verso il cielo, ma lo sforzo le provoca un dolore lancinante alle gambe. Le sue mani tremano mentre si appoggia al bastone, cercando di trovare la forza per fare solo un altro passo.
Ogni gradino è una montagna da scalare, ogni porta un ostacolo insormontabile. Le barriere architettoniche, impenetrabili come muri di indifferenza, la imprigionano, isolandola dal mondo.
Benvenuti a Ivrea (lo diciamo tante volte) dove la vita di tanti anziani, per tutto il mese di agosto, è stata un incubo, un inferno.
Costretti a fare un giro infinito, come criceti nella ruota, solo per comprare il pane.
Lì, sul sovrappasso del Movicentro, con il peso degli anni che schiacciano le ossa ad ogni gradino, a lottare contro il fiato corto e il dolore alle articolazioni.
Ma che cavolo di città è una città che se ne fotte di loro per un mese intero? Che è indifferente verso i suoi cittadini più fragili?
Tra le voci che si alzano con forza, c’è quella di Maria, invalida.
“Mi tocca fare il giro da via Dora Baltea… per andare a comprare qualcosa…” ci racconta con un filo di voce, ma con tutta la dignità di chi non vuole arrendersi.
Di fronte ai suoi occhi gli ascensori che collegano il Movicentro a corso Nigra fuori uso da settimane. Un disagio enorme per chi non può fare le scale, costretto a percorrere distanze molto più lunghe solo per svolgere commissioni quotidiane.
Le giustificazioni dell'assessore Massimo Fresc – che parla di tempi tecnici di riparazione e per reperire i ricambi – suonano vuote di fronte alla realtà di chi vive sulla propria pelle queste difficoltà. Le promesse di interventi tempestivi si infrangono contro la frustrazione di chi si sente abbandonato, tradito da una città che dovrebbe proteggerlo.
Ci dica in quale città del mondo un ascensore sta fermo un mese. Forse neanche in Burundi. E' o non è questa una di quelle cose che non si possono più stare ad ascoltare? Viene o non viene voglia tutte le volte che la si dice di mandare chi la dice a quel paese?
Tutt’intorno il solito scenario di degrado urbano, diventato norma. Nel cesso i tanti bei discorsi consumati in campagna elettorale. "Noi faremo meglio" dicevano. "Noi ci impegneremo" scrivevamo... Parole stonate.
Anche se, a seguito delle segnalazioni dei giorni scorsi un po’ di pulizia s’è fatta, le cicatrici restano: cacche di piccioni, odori sgradevoli, tracce di inciviltà che rendono il percorso un’odissea.
Un po' più in là un un ferroviere s'è preso la briga di pulire i binari. Oggi, sabato 24 agosto, ha riempito un sacco nero, qualche giorno fa addirittura quattro. Non vuole apparire. Non vuole prendersi dei meriti. Lo fa e basta!
La domanda è: chi si deve occupare delle pulizie?
Al Movicentro e in corso Nigra, sui binari, sul sovrappasso, davanti allo Zac!, dentro il Movicentro, fuori dal Movicentro.
L'idea che ci siamo fatti è che in Municipio, allo Zac!, negli uffici di RFI, vogliano giocare allo scaricabarile o all'ammuina, quel regolamento della Marina militare del Regno delle due Sicilie per far vedere che si fa anche quando non si fa.
Tu stai lì, vengo io, organizziamo una riunioni oggi, domani, dopodomani. Tocca a me, tocca te, tocca a lui e intanto il tempo passa ed è passato un mese.
Porca di quella miseria ve lo diciamo noi a chi tocca e lo facciamo con un gioco che si fa tra i giovani.
Funziona così. Uno dice all'altro un nome che non si capisce, l'altro risponde "chi?" e arriva la battuta "stocaz...".
E tutti giù a ridere... Peccato che qui non ci sia nulla, ma proprio nulla per cui valga la pena anche solo un mezzo sorrisetto!
Tant'è! Torneremo a parlarne. Sui problemi che affliggono questo quartiere della città, infatti, il consigliere comunale Massimiliano De Stefano ha promesso mozioni e interpellanze come se piovessero e non vediamo l'ora che il consiglio si esprima e la giunta si impegni una volta per tutte...
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