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Ivrea

L'appello del sindaco: "Essere giovani oggi è tremendo?"

Durante la cerimonia del 78° anniversario della Repubblica Italiana, il Sindaco ha lanciato un potente messaggio ai giovani

Ivrea ha celebrato domenica scorsa il 78° anniversario della Repubblica Italiana con una cerimonia solenne ai Giardini Giusiana. L’evento, organizzato dall’Amministrazione Comunale, ha visto la partecipazione di autorità civili, militari e religiose, insieme ai cittadini e alle associazioni locali.

Alle ore 9:15, i Giardini Giusiana hanno accolto i partecipanti presso la Targa dedicata alle Madri Costituenti. La cerimonia è stata aperta dalla Banda Musicale della Città di Ivrea, che ha eseguito l’Inno Nazionale, creando un’atmosfera di solennità e patriottismo. Subito dopo, il Sindaco Matteo Chiantore ha rivolto un saluto ai presenti, ricordando l’importanza storica del referendum del 2 giugno 1946, che ha sancito la nascita della Repubblica Italiana.

Nel suo discorso, il Sindaco ha sottolineato come il voto del 1946 rappresenti una pietra miliare nella storia italiana, marcando la fine di un periodo buio e l'inizio di una nuova era democratica.

"Questa è la festa di noi italiani che, con il referendum del 2 e 3 giugno 1946, abbiamo scelto e voluto la Repubblica come miglior forma di governo per il futuro del nostro Paese", ha sottolineato Chiantore. "Fu un voto storico, che chiudeva sotto ogni punto di vista un periodo tragico per l’Italia e al quale parteciparono, per la prima volta, anche le donne".

La cerimonia ha poi dedicato un momento speciale alle 21 Madri Costituenti, le prime donne elette all’Assemblea Costituente. Stefania Longo, dell’Associazione "FuoridalTunnel", ha letto un toccante tributo a queste figure fondamentali, ricordando il loro impegno nella costruzione di un nuovo assetto democratico per l'Italia.

Longo ha elencato i nomi delle Madri Costituenti, evidenziando la loro dedizione e il loro contributo essenziale alla stesura della Costituzione Italiana.

"Grazie al loro impegno, il 1° gennaio 1948 entrò in vigore la nuova Carta costituzionale dell’Italia democratica", ha affermato Longo.

La Banda Musicale della Città di Ivrea ha concluso la cerimonia con una serie di brani, che hanno ulteriormente rafforzato il sentimento di unità e orgoglio tra i partecipanti. I cittadini, presenti in gran numero, hanno mostrato grande partecipazione ed entusiasmo, rendendo omaggio ai valori che hanno reso possibile la nascita e il consolidamento della Repubblica Italiana.

Il Sindaco Chiantore ha poi rivolto un appello ai giovani, esortandoli a partecipare attivamente alla vita politica e sociale del Paese.

"Il diritto al voto va preservato da chi ancora tenta di utilizzarlo come merce di scambio, viziando le vostre scelte, sfruttando il bisogno con il solo fine di conservare consenso per vecchi sistemi di potere. E quando accadrà, ribellatevi e restate liberi puntate in alto, lo dobbiamo a chi ha sacrificato la propria vita per la nascita della Costituzione e della democrazia del nostro tempo", ha dichiarato il Sindaco, tra gli applausi dai presenti.

La giornata è stata non solo un’occasione per ricordare il passato, ma anche per riflettere sul presente e sul futuro, ribadendo l’importanza dell’impegno civile e della solidarietà.

"Non pensate, infine, che il viaggio della nostra Costituzione sia finito con i giovani Costituenti di quasi ottant’anni fa perché, come dice la Senatrice Liliana Segre, essa è perfettibile e va attuata nei suoi principi; vegliate affinché qualsiasi suo cambiamento si ispiri sempre ai valori della pace, della libertà, dell’uguaglianza fra le persone e del rispetto in tutte le sue possibili declinazioni, compreso quella per l’ambiente", ha concluso Chiantore.

IL DISCORSO DEL SINDACO MATTEO CHIANTORE

Buona festa della Repubblica a tutti! Saluto le autorità civili, militari e religiose, la Banda della Città di Ivrea, i cittadini e le cittadine presenti oggi qui per celebrare la Festa della Repubblica. 

Questa è la festa di “noi italiani' che, con il referendum del 2 e 3 giugno 1946, abbiamo scelto e voluto la Repubblica come miglior forma di governo per il futuro del nostro Paese. Fu un voto storico, che chiudeva sotto ogni punto di vista un periodo tragico per l’Italia e al quale parteciparono, per la prima volta, anche le donne.

78 anni fa le italiane e gli italiani decisero che, nel nostro Paese, non poteva esistere più il governo di uno solo, non poteva esistere più un governo non scelto e non votato dai cittadini.

In quei giorni le nostre concittadine e i nostri concittadini presero in mano nuovamente il destino dell’Italia e lo consegnarono alle Madri e ai Padri Costituenti, giovani italiani che si trovarono a dover ricostruire le fondamenta del nostro Paese.

Lo hanno fatto scrivendo una carta costituzionale che si apre con l’articolo 1 dichiarando che “L’Italia è una Repubblica”; oggi ci può sembrare banale ma allora non lo era affatto, ricordiamo che in Spagna c’era Franco, in Grecia i Colonnelli, in Portogallo Salazar, nei Balcani Tito e più a est l’Unione Sovietica.

La nostra Costituzione era un documento all’avanguardia che, calibrando ogni parola, ha trovato un equilibrio tra progetti ideologici diversi ed è stata costruita su valori all’epoca rivoluzionari, ne cito solo alcuni: l’uguaglianza dei cittadini, il diritto all’istruzione e alla salute, la centralità del lavoro, la libertà di opinione, stampa e riunione.

Ho letto di recente un’intervista a un ragazzo: “Essere giovani oggi è tremendo” dice “perché sei senza punti di riferimento. Non conosco nessuno della mia età che vada a votare e che vada in chiesa” e poi continua: “Siamo stufi di questa spaccatura tra destra e sinistra immagina che effetto avrebbe un politico che dicesse – non scelgo né la destra né la sinistra. Scelgo l’alto”.

È come se volesse dire che le grandi narrazioni di un tempo, capaci di unire e mettere in moto hanno perso energia lasciandoci disorientati e in balia di una polarizzazione sempre più estrema e spronare a tendere verso pensieri più profondi senza farci spaventare dalla  complessità, come fecero allora i costituenti, giovani donne e giovani uomini che, ieri come oggi, ricercano senso, sostanza e valori in cui riconoscersi.

Con le mobilitazioni a favore dell’ambiente e della pace ci state già dimostrando la vostra urgenza di trovare un nuovo modo per vedere e vivere il mondo, dimostrando una lucidità che noi forse abbiamo perso.

Ricordatevi che il futuro non esiste già ma si crea agendo sul presente per cui non fatevi abbattere dalle narrazioni imperanti che vi vogliono togliere dalla scena convincendovi che non ci siano né alternative, né speranze. Andate avanti.

Noi non possiamo che seguirvi e sostenervi e dobbiamo smettere di farci distrarre da sterili contrapposizioni ma lasciarci guidare da voi che avete capito ciò che, in questo momento, è vitale perseguire.

Per cui ragazzi, mi impegno a farvi spazio ma voi fatevi sentire e trasformiamo insieme la cultura dominante, di cui la politica è manifestazione, in qualcosa di interessante e ricco per voi e per il nostro futuro.

Esercitate il diritto di voto, ed esercitatelo non solo come un adempimento a cui assolvere ma come espressione massima del nostro essere cittadini consapevoli e attivamente partecipi alla vita civile.

È il voto libero che decide. Non si decide nulla partecipando ad un sondaggio, navigando sui social o scrivendo un post.

Il diritto al voto va preservato da chi ancora tenta di utilizzarlo come merce di scambio, viziando le vostre scelte, sfruttando il bisogno con il solo fine di conservare consenso per vecchi sistemi di potere. E quando accadrà̀, ribellatevi e restate liberi puntate in alto, lo dobbiamo a chi ha sacrificato la propria vita per la nascita della Costituzione e della democrazia del nostro tempo.

Non pensate, infine, che il viaggio della nostra Costituzione sia finito con i giovani Costituenti di quasi ottant’anni fa perché, come dice la Senatrice Liliana Segre, essa è perfettibile e va attuata nei suoi principi; vegliate affinché qualsiasi suo cambiamento si ispiri sempre ai valori della pace, della libertà, dell’uguaglianza fra le persone e del rispetto in tutte le sue possibili declinazioni, compreso quella per l’ambiente.

Viva il 2 giugno, viva la Repubblica, viva la Costituzione, viva l’Italia!

LETTO DA STEFANAIA LONGO di FuoridalTunnel
 
Assemblea delle costituenti Adele Bei, Nadia Gallico Spano, Nilde Iotti, Teresa Mattei, Angiola Minelli, Rita Montagnana, Teresa Noce, Elettra Pollastrini , Maria Maddalena Rossi, Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Filomena Delli Castelli, Maria De Unterrichter, Maria Federici, Angela Gotelli, Angela Maria Guidi Cingolani, Maria Nicotra ,Vittoria Titomanlio, Bianca Bianchi, Lina Merlin, Ottavia Penna.
 
Sono questi i nomi memorabili delle Madri  autorevoli della nostra Repubblica. le 21 donne che il 2 giugno del 1946 furono le prime ad essere elette all’assemblea costituente.
 
In quella data infatti le italiane e gli italiani furono chiamati a fare una scelta : Monarchia o Repubblica ? Vinse la repubblica e queste donne entrarono a far parte dell’assemblea e dovettero svolgere un compito estremamente importante , insieme ai colleghi dovettero definire un nuovo assetto democratico e tutti quei valori che sono alla base della  vita sociale,  civile, economica  e politica  della Nazione. 
 
In un paese distrutto dalla guerra dove migliaia di  persone vivevano la fame, la povertà, dove vi erano sfollati e bambini abbandonati, le donne Costituenti  dimostrano  fin dall’inizio di avere un legame molto forte con il loro popolo,  Intendono rappresentare questa ansia di giustizia sociale, avvertendo fin da subito l’urgenza di risolvere i problemi e di definire un futuro inatteso per le donne italiane , un futuro che si collochi all’interno di un nuovo assetto economico, sociale, giuridico e culturale. Per la prima volta le donne, tutte le donne, con loro ed attraverso di loro, hanno  una voce e un volto nel Parlamento.
 
Sono molto diverse per età, cultura ed esperienze politiche, ma fin dall’inizio sviluppano con passione e rigore questa responsabilità di rappresentanza, dando voce comune alle legittime aspirazioni di emancipazione delle donne italiane.
Si dirigono con tenacia verso la valorizzazione della persona,  della pari dignità, della libertà dalla paura e dal bisogno, della giustizia sociale, della eguaglianza “di fatto”, per garantire a tutti un livello di benessere economico, sociale e culturale. Il dovere inderogabile della Repubblica e delle istituzioni, diviene attraverso il loro impegno, promozione dei diritti inviolabili della persona,attraverso la solidarietà.
 
Grazie al loro impegno il 1° gennaio 1948 entrò in vigore la nuova Carta costituzionale dell’Italia democratica poiché seppero trovare , sebbene appartenessero a forze politiche diverse, un punto di incontro per garantire alle italiane e agli italiani uguaglianza di diritti e opportunità Le donne Costituenti  ci hanno lasciato una delle Costituzioni più belle del mondo, interpretando a pieno   il divenire delle donne italiane ed i loro progetti di vita nuova.
 
Da esse abbiamo ereditato una lezione di politica del bene comune, che costruisce alleanze, è coerente ai valori condivisi, stringendo un legame profondo con la vita delle persone. Buon 2 giugno a tutte/tutti voi .
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