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Ivrea
02 Giugno 2024 - 15:14
Il 2 giugno ad Ivrea è sempre un successo, ma non per tutti. Non lo è per Rosa Cafagna, titolare del Caffè Cavour di piazza Perrone. In un video diffuso sui social non lascia nulla alla libera immaginazione.
“Dopo le varie promesse, ad inizio marzo per un dehor sul lungo dora in alternativa allo spostamento delle strisce pedonali provvisorie - scrive poco più sotto Paolo Sverso Scantamburlo - la situazione è la seguente: nessun dehor ed una delusione. Le tantissime persone sul lungo dora che camminano, si fermano ad ammirare il fiume, si girano a vedere il bar ma non attraversano (in mezzo alla strada e non sulle strisce) e quando arrivano all’ attraversamento proseguono dritto fino al bar successivo perché, parliamoci chiaro, nessuno attraversa su un attraversamento a 30 metri per poi tornare indietro nel lato caotico e dallo stretto passaggio dei lavori in corso. Le persone vogliono godersi un po’ di relax ed ammirare la bellezza e la brezza del nostro fiume. Dopo tutti i soldi spesi per il rinnovo locali, dopo tutte le difficoltà burocratiche che si sono susseguite nei confronti di questo locale ci ritroviamo ancora in questa situazione aberrante...”.
E poi l’affondo: “Cosa deve succedere ora? Dobbiamo proprio chiudere? Serve sicuramente un’altra vetrina con la scritta affittasi?”.
La polemica ha il sapore amaro del caffè nero bollente senza zucchero. Il dito è puntato sul cantiere per l’ampliamento del tunnel ferroviario che passa sotto la città nell’ambito dell’ambizioso progetto di elettrificazione della linea Ivrea-Aosta.
L’eliminazione di un passaggio pedonale sta infatti limitando l’accessibilità a negozi e, soprattutto al Caffè Cavour, che fin da subito ha riscontrato un calo dei clienti.
“Il segnale è allarmante - ci diceva Rosa Cafagna qualche tempo fa - Se la situazione dovesse peggiorare, io non so come farò…”
Il locale di Rosa è piccolissimo, ma in Piazza Perrone disponeva di un dehor sempre affollatissimo.
Rosa chiedeva un percorso pedonale provvisorio per garantire un accesso sicuro e diretto alle attività commerciali, evitando così di isolare ulteriormente quest’area della città.
L’Amministrazione comunale aveva risposto dicendole che era già pronta l’autorizzazione all’installazione di un dehor in piazza Perrone ma non le ha mai concesso l’utilizzo del lungodora.
“Oggi - racconta Rosa - mi è venuta la rabbia. Io ci tengo alla città. Apro il bar tutti i giorni, anche di domenica... ma così non ce la faccio più. Voglio lavorare...”.
Ad un incontro alle Officine H l’assessore Francesco Comotto s’era presentato con una serie di disegni e un dehor per 6/7 tavolini nella parte libera di piazza Perrone, a ridosso del cantiere, fin sotto la Cgil.
“Un bel disegno, non c’è che dire - inforca Rosa - Ma eliminare il parcheggio del carico e scarico e quello per i disabili non si può. Senza considerare le manovre in auto di chi entra e esce... Qualche giorno fa Comotto è passato a prendere il caffè ne abbiamo parlato. Si è reso conto anche lui che non si può...”.
In quei disegni, oltre al dehor, facevano bella mostra panchine e fioriere. Qualcuno le ha viste?
“Un modo come un altro per farmi tacere o per darmi un contentino - inforca Rosa - Avrebbero fatto meglio a dirmi che devo rassegnarmi per un anno...”.
E dire che la soluzione ci sarebbe. Oltre alle strisce pedonali (da spostare) un po’ più in qua, l’autorizzazione ad un dehor sul lungodora.
“Mi han detto che non si può perchè c’è una pista ciclabile - passa e chiude Rosa - Io dico che volere e potere e poi dov’è questa pista? Io non la vedo tracciata... Io non voglio sconti. Io voglio lavorare!!!”.
Mercoledì è in programma una riunione in vista della patronale di San Savino e Rosa sarà lì, ad ascoltare ma soprattutto per parlare.
Insomma, i commercianti del Lungodora, come entità traballanti, destinati da qui alla fine dell’anno e forse anche qualche mese in più, a sopravvivere nell’incertezza.
È qui che si disegnerà il nuovo fronte della resistenza urbana, una lotta silenziosa ma palpabile contro le decisioni calate dall’alto e che sembrano ignorare le voci di chi quel quartiere lo vive ogni giorno.
In questa arena urbana, il Caffè Cavour rappresenta una testimonianza della tenacia di quei piccoli imprenditori che ogni mattina si svegliano sapendo che la serranda va alzata, nonostante tutto.
L’appello di Rosa per un percorso pedonale provvisorio non era e non è solo una richiesta logistica; è un invito a non dimenticare chi, ogni giorno, contribuisce con i suoi sorrisi e le sue cortesie a renderci comunità.
Un bel passo in avanti sarebbe, tra le altre cose, anche rispondere ad una petizione che da queste parti (tra piazza Perrone, via Riva e via Cavour) hanno firmato in tanti chiedendo all’Amministrazione comunale di cominciare a pensare ad un rimborso per i “mancati incassi”. Risale a qualche mese fa ma per il momento nel palazzo Municipale si sono fatti sordi...
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