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Reportage
08 Agosto 2023 - 18:19
“Io sono nata qua, per me Bairo è tutto. Se esco da Bairo mi manca il mio paese…”
“Amo Bairo perché è comunità, è piccola, è bello poter uscire e conoscere tutti. E’ un bel posto in cui vivere”.
Le voci di Rosalba e Grazia sono due delle ottocento che animano il piccolo centro canavesano che sorge sulla strada provinciale 41, la strada che porta da Agliè a Torre Canavese.
La vista dal paese
Con una popolazione di circa 800 abitanti, Bairo rappresenta un centro agricolo nel Canavese, situato sulle pendici sud-occidentali di una delle catene esterne che fanno parte dell’anfiteatro morenico di Ivrea.
Posizionato lungo l’antica via Romea che collegava Ivrea e Torino, fungeva da rifugio per i pellegrini in viaggio verso la Città Eterna, offrendo riparo sia a coloro che si dirigevano a Roma che a coloro che ne facevano ritorno.
Le sue origini risalgono all’ottocento circa e il suo nome latino era “Barrum”.
La piazza del Comune
La figura per eccellenza del borgo antico è Pietro Michaeli, più noto come Pietro di Bairo, un medico alchimista e medico di corte (1468-1558).
È commemorato da una targa all’interno della Cattedrale di Torino, famoso per aver ideato la ricetta di un liquore amaro molto apprezzato, l’Amaro Bairo.
Dal metà del XV secolo fino al 1969, il liquore veniva prodotto nelle distillerie di Bairo. Uno dei centri di produzione di questa bevanda era il Palazzo Emarese, residenza dell’illustre famiglia bairese dei Vagina, che, alla fine del XVIII secolo, ottenne il titolo nobiliare di Baroni di Emarese da Re Vittorio Amedeo III. Negli anni ‘70, la bevanda fu prodotta su larga scala dall’azienda Buton di Bologna, guadagnando riconoscimento in tutta Italia come Uvamaro di Dom Bairo, descritto come “un amaro a base di uva, un connubio di squisite uve silvane e erbette salutari”.
Oggi la vecchia distilleria è un punto di riferimento per i bairesi.
La vecchia distilleria
In piena pandemia, infatti, grazie alla visione e alla lungimiranza della famiglia di Piero Bertinetto, la distilleria è diventato fulcro nevralgico delle attività del paese con un bar ristorante, un centro sportivo con campi da padel, una farmacia, un’attività di parrucchiera, il centro medico, il veterinario, ecc… ecc…
Patrizia, moglie di Piero Bertinetto, che ha rilevato la distilleria dell’Amaro Bairo, è qui tutti i giorni, dal lunedì al lunedì...
Patrizia del centro Amor Bairo
“Questo centro è rimasto in disuso per circa quarant’anni - spiega Patrizia, moglie di Piero Bertinetto, titolare del centro Amor Bairo - e un giorno quando sono passata qui davanti è successa una magia, come se tutti i tasselli che avevo in testa si fossero messi al posto giusto. L’idea di Amor Bairo è nata da mio marito e da mia figlia più piccolina Giorgia: loro hanno detto che questo posto doveva essere amore, perché qui c’era un’energia fantastica”. E così è stato.
Per un centro che ha aperto da poco, c’è un negozio che resiste sulla piazza centrale del paese, poco distante dalla Chiesa.
E’ il negozio di alimentari di Rosalba Auda, commerciante dal 1977.
Rosalba Auda commerciante in negozio con il marito
“Quando ho aperto l’attività - racconta - c’erano sei negozi a Bairo: un po’ per volta, sono rimasta sola”.
E il prossimo anno, quando sopraggiungerà la pensione per Rosalba, anche questo negozio potrebbe rischiare la chiusura.
Nonostante sia un riferimento per i bairesi, con la sua attività di alimentari, macelleria, panetteria, edicola.
“Abbiamo anche le bombole del gas”, dice, con orgoglio, la titolare.
Ultimo baluardo della resistenza alla globalizzazione e all’e-commerce.
“I punti di forza del nostro comune sono le passeggiate, che possono essere fatte sia a piedi, sia a cavallo, sia in bicicletta - spiega il sindaco del paese Claudio Succio, nato a Bairo e al secondo mandato -. Le nostre vecchie strade che attraversano le campagne erano vie romane e sono un elemento che contraddistingue senza dubbio il territorio”.
Claudio Succio sindaco di Bairo
Vecchie strade come quella che porta alla Cappella di San Sebastiano, in direzione di Castellamonte. Inoltrandosi nella campagna tra campi coltivati e verdi prati, nei pressi del Canale di Caluso si trovano i resti di un antico mulino, ristrutturato, utilizzato in passato per la molitura dei cereali e la pesta della canapa.
Da questi sentieri la vista spazia dalla collina di Torino al Monviso, dal Gran Paradiso al Mombarone.
Uno spettacolo, per gli occhi e per il cuore.
“A Bairo ci sono sei maneggi - spiega Grazia Cassietto, giovane, frizzante e simpatica presidente della Pro loco -. Molto spesso, scherzando, a chi mi chiede cosa ci sia a Bairo, rispondo che abbiamo più cavalli che persone. Per chi ama le passeggiate a cavallo, il nostro paese offre davvero molto. E’ il top”.
Ma non solo.
Grazia Cassietto è presidente della Pro loco di Bairo. Dietro di lei la scritta “Amor Bairo” che identifica l’omonimo centro
“A Bairo ci sono anche da vedere la Chiesa di Santa Marta del 1600, il campanile, la Torre Rossa dell’orologio risalente al 1300 circa - prosegue la presidente della Pro loco -. Ma soprattutto a Bairo bisogna farsi un giro per il grande senso di ospitalità che hanno i bairesi: il nostro paese ha da offrire buon cibo, ottimo vino e tanta, tanta, compagnia. Siamo persone molto socievoli”, sorride.
Il campanile
La Pro loco organizza ogni anno la fiera d’autunno, che si tiene in ottobre, e la festa patronale di San Giorgio Martire, festeggiato la prima domenica del mese di maggio.
Nei prossimi giorni a Bairo gli Alpini organizzeranno invece la tradizionale “Festa Verde”, giunta quest’anno alla cinquantunesima edizione, che richiama da queste parti visitatori da tutto il torinese.
La Chiesa
“La festa verde sull’erba è l’attività enogastronomica per eccellenza del nostro territorio - conclude il sindaco Succio -. E’ una tradizione che arriva dai nostri nonni e genitori e per noi è un motivo di orgoglio organizzare nel pieno di agosto questo evento molto conosciuto. Le dico una cosa a cui non crederà ma è proprio così: quando sono in giro per lavoro, in Lombardia piuttosto che in Liguria, e trovo qualcuno che mi chiede di dove sia, alla parola ‘Bairo’ mi rispondono: ‘ah, il paese della festa verde’. E lì mi si riempie il cuore”.
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