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26 Giugno 2023 - 21:04
Beniamino De’ Liguori Carino, nipote diretto di Adriano Olivetti, figlio di Lalla Olivetti, racconta: “Questo luogo è sempre stato al centro della vita della nostra famiglia fin dal 1908 e ha continuato ad esserlo anche quando la fabbrica e la ditta sono stati un po’ meno. Il Convento era stato destinato alla Olivetti da Dino, ultimo fratello di Adriano, proprio perché avesse una funzione di attività sociale. La cappella è sempre rimasta nel possesso della nostra famiglia. Da bambini siamo venuti tante volte a visitarla e proprio qui si è tenuto qualche matrimonio della nostra famiglia. Qualifica e definisce molto bene lo spirito che ha animato Camillo Olivetti prima, soprattutto Adriano, dopo”.
BENIAMINO DE' LIGUORI CARINO nipote di Adriano Olivetti
Da erede, da nipote, come vive questo passaggio al patrimonio Fai?
“Molto bene perché non è un semplice passaggio formale di proprietà, ma un progetto più complesso che prevede un ruolo molto importante della Fondazione Adriano Olivetti (di cui De Liguori è segretario generale, Ndr) che è custode anche legale di questa eredità, ma in un’alleanza con il Fai che è un’istituzione che ci permetterà di gestire al meglio questo luogo dal punto di vista turistico”.
“In questi luoghi - racconta il sindaco di Ivrea Matteo Chiantore - ho praticamente vissuto tutta la mia infanzia e adolescenza. Qui c’era la mensa delle scuole, innanzitutto. E poi utilizzavamo il percorso vita, i campi da tennis. L’estate, quando finivano le scuole, noi la trascorrevamo qui ed era entusiasmante. Quel percorso vita era antesignano, già con attrezzi per l’esercizio libero , percorrevamo queste strade con le biciclette. I campi da tennis ospitavano tornei internazionali e i locali del convento venivano utilizzati per importanti eventi culturali. Ricordo di aver assistito alle prove di spettacoli teatrali con attori provenienti dalla scuola di Gassman a Roma. Era un ambiente stimolante. Per me è una fortuna da sindaco, da eporediese, da ex bambino che ha vissuto qui, poter veder rivivere questi luoghi. Il sito Unesco non deve essere visto come un museo che guarda nostalgicamente al passato. Qui deve ritornare la vita, il senso di comunità e anche, possibilmente il lavoro. Il marchio Unesco riesce ad ingenerare dei meccanismi di sviluppo sociale ed economico e noi puntiamo moltissimo su tutte queste possibilità che ci vengono offerte”.
IL SINDACO DI IVREA MATTEO CHIANTORE
"Questo passaggio al Fai è un momento importante per la città di Ivrea, anche per tutto il resto del Canavese. Il passaggio al Fai consolida un passaggio iniziato tanti anni fa con l'acquisizione del Castello di Masino. E' un percorso che si fa completando. Non ci sarebbe potuto essere passaggio più efficace e importante se non quello al Fai. E' l'ente più accreditato per portare a casa molti risultati anche dal punto di vista dell'attrattività. L'offerta culturale rappresentata dal castello di Masino e dal San Bernardino con il ciclo di affreschi dello Spanzotti, credo che elevi questa parte di Canavese a dei livelli nazionali e addirittura internazionali".
IL CONSIGLIERE REGIONALE PD ALBERTO AVETTA
Un Canavese in rampa di lancio?
"Assolutamente sì, ce lo auguriamo davvero. Faremo tutto ciò che è necessario per fare in modo che da questa rampa di lancio parta il Canavese con grand slancio".
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