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Chivasso

Da sindaco a volontario a Lampedusa

Membro del Consiglio della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Ciuffreda segue il progetto dei Corridoi Umanitari

Ex sindaco di Chivasso, medico primario di oncologia, presidente Samco, l’associazione che si prende cura dei malati oncologici. 

Libero Ciuffreda, semplicemente “Lino”, ha recentemente assunto un impegno che non tutti conoscono in città: è infatti membro del Consiglio della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI). 

Libero Ciuffreda a Rosarno per il progetto delle Arance Etiche

La FCEI, insieme alla Tavola Valdese e alla Comunità di Sant’Egidio, promuove in Italia il progetto-pilota dei Corridoi umanitari, i primi realizzati in Europa.

Ciuffreda che cosa sono i Corridoi Umanitari?

I primi Corridoi Umanitari si organizzarono dopo il golpe in Cile avvenuto l’11 settembre del 1973, quando il medico e politico Salvador Allende, primo presidente socialista, democraticamente eletto nel continente sudamericano, venne ucciso a Santiago del Chile e sostituito dalla brutale e sanguinosa dittatura militare instaurata del generale  Augusto Pinochet. Il primo a definire l’accoglienza ai profughi cileni “Corridoi Umanitari” fu il pastore valdese  Guido Rivoir, che esercitava il suo ministero in un Cantone svizzero in stretto contatto con il Centro Lombardini e una “rete” di solidarietà italo-svizzera composta da enti laici e religiosi, che prontamente si attivarono per accogliere e favorire l’inclusione dei profughi cileni nei due Paesi.

Leggo in una tua recente intervista rilasciata ad un quotidiano online. “Io sono medico e a Lampedusa e ho visto persone arrivare dal mare stremate, o morte”.

Ero a Lampedusa il 3 ottobre scorso a rappresentare il Consiglio della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI), in occasione dell’anniversario del tragico naufragio del 2013, dove a poche miglia dal porto morirono 368 persone, migranti somali ed eritrei. Dall’ufficio di Mediterranean Hope (MH) ci comunicarono che stavano arrivando al Molo Favarolo un centinaio di disperati, stremati da tre giorni alla deriva. Assetati e ustionati dal sole e da un mix tossico di acqua di mare e gasolio. Dopo mesi di cammino nel deserto, torture e violenze subite in Tunisia o in Libia, si sono imbarcati ed hanno provato ad attraversare il Mediterraneo per raggiungere la Porta d’Europa, sperando di sopravvivere.

Una bimba di poco più di un anno di età, una vera forza della natura sul Molo Favarolo, con la sua innocenza, lo sguardo gioioso e stupito per i nuovi visi e gli sguardi non minacciosi incontrati sulla terra ferma, ci hanno inchiodati di fronte alla nostra disumanità e alla nostra avida cecità. Con gli operatori di Medical Hope della FCEI e di altre Associazioni Ong e Guardia Costiera, li abbiamo accolti con un bicchiere d’acqua, una merendina e dei pupazzetti per i più piccini, dicendo loro welcome, bienvenue. Parole semplici con cui hanno ripreso a sperare.

Il 24 novembre al Terminal 5 dell’aeroporto di Fiumicino abbiamo accolto 152 persone, donne e bambini, anziani e malati, provenienti dal Pakistan, scappati dall’Afghanistan. A differenza di quanto accade a Lampedusa o in altri porti, portavano nei loro trolley ancora qualche ricordo della loro precedente vita…

Il progetto SOS Rosarno

Quali sono gli obiettivi di questo progetto?

La base giuridica di questa iniziativa è fornita dall’art. 25 del Regolamento CE 810/2009 che fissa le procedure e le condizioni per il rilascio del visto di transito o per soggiorni nel territorio degli Stati membri e quindi concede ai paesi Schengen la possibilità di rilasciare visti umanitari validi per il proprio territorio. Una volta in Italia o in altri Paesi i beneficiari hanno la possibilità di avanzare domanda di asilo e vengono supportati durante l’iter legislativo.

Tra gli obiettivi del progetto, i più importanti sono evitare: i viaggi della morte e le conseguenti tragedie in mare;  contrastare il business dei trafficanti di esseri umani e delle organizzazioni criminali; concedere a persone in “condizioni di vulnerabilità” un ingresso legale nel territorio (vittime di persecuzioni, torture e violenze, famiglie con bambini, donne sole, malati, persone con disabilità); gestire gli ingressi in modo sicuro sul territorio italiano. 

Le best practices sono “contagiose” e il modello ecumenico italiano dei Corridoi Umanitari è ormai operativo anche in Francia e in Belgio e può diventare un progetto-pilota per l’accoglienza in tutta  Europa a costo zero per le istituzioni. Infatti, non pesa in alcun modo sullo Stato italiano poiché i fondi provengono in larga parte dall’8 per mille delle Chiese valdesi e metodiste, da diverse comunità evangeliche in Italia e all’estero, da reti ecumeniche internazionali e da raccolte fondi come quella lanciata dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Caritas.

Mediterranean Hope si occupa di accoglienza di profughi. A Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, è nato all’interno di Mediterranean Hope anche “SOS Rosarno”, che ti vede impegnato in prima fila. Di cosa si tratta?

Mediterranean Hope sostiene il progetto Arancia Etica: vengono raccolte arance prodotte da queste meravigliose terre da giovani migranti che in questa maniera vengono sottratti alla ‘ndrangheta che, in molte realtà, li arruola e li sfrutta. Con noi vengono assunti con tutti i diritti e non solo. Nel nostro piccolo abbiamo affittato un ex hotel e abbiamo creato un ostello, per restituire loro dignità. Strappiamo alle grinfie dei caporali un gruppo di giovani e questo consente di dare loro una vera chances per il futuro. Le arance che raccolgono non solo sono biologiche, controllate, ecc…, ma sono arance che costano meno, non fanno parte della grande distribuzione, una quota viene messa a disposizione per implementare questo progetto di Mediterranean Hope. In molte città sono nati gruppi di acquisto. Ce n’è uno anche a Chivasso.

Un’ultima domanda. L’attualità oggi ci mostra le terribili immagini, i video, le testimonianze della devastazione e della morte provocate dal terremoto in Turchia, Siria e parte del Libano.  La FCEI si è attivata, si può dare una mano in qualche maniera?

Preghiamo per quanti sono rimasti senza una casa, non di rado profughi in un paese straniero; per i soccorritori e quanti in vario modo si stanno adoperando per raccogliere aiuti – continua il presidente della FCEI – Come Federazione delle chiese evangeliche in Italia ci siamo messi in contatto con alcuni dei partner con i quali collaboriamo anche per i corridoi umanitari dal Libano e ci siamo assunti l’impegno a sostenere alcuni progetti di intervento immediato. Lo stesso stiamo facendo con chiese e organizzazioni sorelle in grado di intervenire tempestivamente nelle zone colpite e di individuare progetti da sostenere oltre gli interventi immediati.

Sapendo di poter contare sul sostegno delle chiese membro della FCEI e sull’impegno generoso delle comunità evangeliche locali e di donatori che in molte occasioni hanno sostenuto i nostri progetti di intervento umanitario, abbiamo aperto una sottoscrizione per la raccolta di fondi per interventi a favore delle popolazioni colpite dal terremoto.

Per donare: causale “sottoscrizione terremoto Turchia – Siria – Libano” C/C intestato a Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia.

Banca Unicredit – Via Vittorio Emanuele Orlando, 70, 00185 Roma. IBAN : IT 26 X 02 008 052 03 000 1042 03419. BIC: Bic/swift: UNCRITM1704

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