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TORRAZZA. Troppo tardi , caro Bufalini: ormai il sindaco Rozzino non è più credibile

Gentile ingegner Bufalini, sono il collaboratore del settimanale “La Voce del Canavese” che lei cita nella sua lettera da noi pubblicata il 18 agosto e che lei firma come “direttore generale aggiunto” di TELT.

Riferendosi alla conferenza stampa di lunedì 3 agosto ore 11, lei scrive: il vostro collaboratore “evidentemente aveva poco tempo per noi e ci dispiace che non si sia potuto fermare”. Non mi sono potuto fermare perché La Voce esce il martedì mattina e viene impaginata il lunedì pomeriggio. Lunedì mattina alle 12,30 la conferenza stampa era ancora in corso perché, senza preavviso, è stato invitato a intervenire anche il professor Pira dell’Università di Torino. Ho dovuto scegliere se restare e “bucare” la notizia o andarmene a scrivere velocemente l’articolo. Evidentemente chi l’ha invitata a Torrazza non l’ha informata che una delle due testate locali più diffuse in paese esce in edicola il martedì: organizzare una conferenza stampa il lunedì mattina alle 11 è stato un bello scherzetto per noi. Lei ne era sicuramente all’oscuro: ma potrebbe chiedere le ragioni dello scherzetto, nel quale lei è stata coinvolta a sua insaputa, a chi l’ha invitata.

L’interlocuzione fra Comune e TELT dura dal 2015?

Se ne avessi avuto il tempo, avrei prima di tutto posto una domanda al sindaco dottor Massimo Rozzino e a lei, ingegner Bufalini: da quanto tempo il sindaco e TELT interloquiscono per trovare un modo, accettabile dal sindaco, per far arrivare lo smarino a Torrazza? In una lettera inviata due anni fa al Comune, TELT ricorda (perfidamente?) che la società “ha avviato dal 2015 con il Comune di Torrazza una interlocuzione” che ha portato all’individuazione di una nuova soluzione progettuale. Lei, ingegner Bufalini, conferma che TELT e il Comune, o il sindaco Rozzino, conducevano fin dal 2015 uno scambio di idee che aveva un oggetto preciso, quello di trovare una soluzione condivisa per fare arrivare a Torrazza lo smarino? E nella medesima quantità da sempre prevista, cioè 850.000 metri cubi?

Lei si chiederà: perché questa domanda? Perché i nostri lettori - e anche noi - hanno bisogno di capire se il Comune e TELT sono affidabili e se si può credere alle loro parole, alle loro rassicurazioni, alle loro promesse. Il fatto è che nel 2014 il dottor Rozzino è diventato sindaco presentando un programma nel quale annunciava la sua “ferrea volontà di opporsi all’utilizzo dell’ex cava Cogefa oggi Trama come deposito dello smarino di scavo della progettata galleria TAV Torino Lione”.

Era il 2014, e l’anno dopo il sindaco colloquiava già con TELT per giungere a un accordo? Se è così, le faccio rilevare che – a quanto mi risulta – in questi anni il sindaco non ha messo al corrente i cittadini delle trattative in corso. Né mi risulta che in questi cinque anni l’abbia fatto TELT: eppure lei afferma che per la sua società “il dialogo con il territorio è un elemento importante” …

Poi, nel dicembre 2018, il sindaco Rozzino scrive a TELT – abbiamo copia della lettera col numero di protocollo del Comune - nella quale sollecita la società a “procedere con la suddetta progettazione con ogni possibile urgenza affinché questa Amministrazione possa sciogliere tutte le riserve in merito all’istanza di parere preventivo inoltrato dal proprietario”. Aggiungendo: “affinché questa importante occasione di valorizzazione del territorio del Comune di Torrazza Piemonte e del suo tessuto produttivo ed occupazionale possa essere sostenuta”.

Era il dicembre 2018. Eppure sei mesi dopo, nel maggio 2019, ripresentandosi alle elezioni comunali per ottenere un secondo mandato, nel suo programma elettorale il dottor Rozzino rivendicava il “lavoro svolto per l’opposizione alla scellerata eventualità di deponia dello smarino”. E aggiungeva: “dobbiamo continuare su questa strada per ottenere un no definitivo”.

Passano altri sette mesi e il “no definitivo” assolutamente da conseguire si trasforma in un parere favorevole del Comune alla nuova soluzione progettuale: così si legge nella nota delibera di consiglio del 27 dicembre 2019. Insomma, gentile ingegner Bufalini, di chi ci dobbiamo fidare?

La questione dello smarino

Lei assicura: “non ci sarà amianto nello smarino gestito nella cava” di Torrazza “semplicemente perché dal tunnel non ne uscirà”. Però lei aggiunge sempre a proposito dello smarino: “è assolutamente improbabile che ne troveremo”. Allora, ingegner Bufalini, mettiamoci d’accordo: è “assolutamente” oppure è solo “improbabile”, il che vorrebbe dire che ne potreste trovare. È così? In fondo, questa nostra domanda si ricollega alla preoccupazione espressa dal dottor Rozzino, allora consigliere di minoranza, nelle “osservazioni” al progetto TAV da lui firmate nel 2013: “Da diverse fonti informative sembra che non si possa scongiurare la presenza di amianto, di uranio e di altri inquinanti nelle rocce formanti lo smarino che si vuole stoccare per una quantità di 850.000 metri cubi nella cava di Torrazza Piemonte”. 

Dunque, questo amianto, in quelle montagne può esserci o non può esserci?

E potrebbe arrivare a Torrazza? Gentile ingegner Bufalini, lei è disposto ad assicurarci che fra trenta o quarant’anni nessun torrazzese si ammalerà a causa del materiale depositato nella cava? TELT è disponibile a depositare una somma, o ad accendere una fideiussione, che il Comune di Torrazza e i suoi cittadini potranno utilizzare nella “scellerata eventualità” alla quale non vorremmo neppure pensare?

Piero Meaglia

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