Tre bambini piccoli che lavorano montando biro, uno che trasporta per strada scatoloni e grandi sacchi, altri che giocano con i bidoni dell'immondizia: sono immagini dell'immigrazione a Torino, non oggi ma negli Anni Settanta. I piccoli protagonisti sono italiani del Sud, arrivati con i genitori in cerca di un futuro migliore. Gli scatti fanno parte di una mostra fotografica, MigrEye, inaugurata oggi a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte. Le foto, un'ottantina di immagini di Mauro Raffini, mostrano l'immigrazione a Torino in tre momenti diversi: quello della migrazione interna, quello degli Anni Novanta quando hanno cominciato ad affluire i primi stranieri soprattutto dall'Albania e dal Maghreb, e quella attuale. "Ho sempre amato la fotografia sociale - afferma l'autore delle immagini - gli scatti di questa mostra ne sono un esempio". "Essere costretti a emigrare - scrive il presidente del Consiglio regionale, Nino Boeti, nella prefazione del catalogo - è quasi peggio che perdere una guerra, e cinquanta anni fa gli immigrati eravamo noi. L'emigrazione è un fenomeno che si ripete all'infinito. Per comprendere che il diritto a una esistenza dignitosa è comune a tutta l'umanità, occorre riprendere il filo di questa dolorosa memoria". "Gli immigrati - ha detto la consigliera regionale Valentina Caputo, portando il saluto di Boeti - sono risorse, non si deve guardare al fenomeno con paura". "Non dobbiamo girarci dall'altra parte - ha rimarcato l'assessore all'Immigrazione del Piemonte, Monica Cerutti - né sottovalutare ciò che sta capitando. Non praticare l'indifferenza è sempre più importante". Fra gli intervenuti, oltre al presidente dell'Ammi (Associazione multietnica dei mediatori interculturali) Blenti Shehaj, anche Donatella Giunti, funzionaria dell'Area Immigrazione della Prefettura di Torino che ha dato "i numeri veri del fenomeno". A fronte di oltre 4 milioni e 400 mila abitanti, "al 15 giugno erano presenti nelle strutture piemontesi in tutto 12 mila e 575 richiedenti asilo e rifugiati".
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
...
Dentro la notiziaLa newsletter del giornale La Voce
LA VOCE DEL CANAVESE Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.