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La storia e le origini della pasta di Gragnano

La storia e le origini della pasta di Gragnano

pasta di Gragnano

La pasta di Gragnano ha origini che risalgono al tempo dei romani. In quei tempi l’acqua del torrente Vernotico scendeva verso la Valle dei Mulini macinando il grano che veniva utilizzato per fare il pane nelle città limitrofe di Pompei e di Ercolano. Ma le classi più povere avevano l’esigenza di una scorta alimentare che costasse poco e che comunque portava sazietà, questa esigenza fece nascere la pasta secca che permetteva di poter conservare la semola più a lungo. La pasta di Gragnano fino a quel momento però era poco diffusa, infatti, ottenne il successo solo nel XVI secolo, quando a causa della carestia era fondamentale avere del cibo che si conservasse a lungo, fosse economico e saziasse.

Dall’età d’oro della pasta di Gragnano alla crisi

L’età d’oro della pasta di Gragnano inizia intorno alla fine dell’800 con il boom delle esportazioni, soprattutto nei paesi dove c’era un alto tasso di emigrazione italiana, come per esempio gli Stati Uniti.

Il nome Gragnano, nel nuovo continente, divenne così famoso che molte industrie americane tentarono di emulare il prodotto creando dei falsi marchi per spacciare la propria pasta come quella di Gragnano. Ma non avevano le stesse materie prime e tantomeno conoscevano l’arte dell'essiccazione secolare, che invece in Italia conosciamo bene.

Tuttavia ai giorni nostri è possibile trovare numerosi shop online di pasta di Gragnano, questo avvenne grazie anche all’espansione delle aziende di pasta nel centro nord nel primo dopoguerra.

In questo scenario purtroppo molti pastifici campani artigianali dovettero ridimensionarsi, nel territorio di Torre Annunziata quasi tutti invece dovettero chiudere. Mentre a Gragnano solo i più rinomati e affermati riuscirono a restare in piedi.

Ma la vera svolta si vede negli anni ‘90 con l’ascesa della pasta italiana all’interno dei mercati internazionali. Ad oggi, infatti, la pasta di Gragnano è un prodotto certificato IGP che è il marchio che garantisce l’indicazione geografica protetta.

Per ottenere questo certificato la pasta deve rispettare determinati requisiti, primo tra tutti e imprescindibile, la pasta deve essere fatta all’interno del comune di Gragnano e deve essere fatta solo con acqua locale e semola di grano duro.

La crisi della prima guerra mondiale

L’unico periodo di forte crisi che ha dovuto affrontare questo prodotto si riscontra nel 1915, quando la prima guerra mondiale mandò in crisi non solo l’industria della pasta ma anche l’economia di tutta la nostra penisola. Le esportazioni crollarono e crearono una reazione a catena, infatti le industrie andarono in sottoproduzione e le azioni dei pastifici crollarono inevitabilmente. Nel 1925, con il fascismo di Mussolini, la situazione peggiorò ulteriormente con la Battaglia del Grano. Questa peggiorò le condizioni in quanto prevedeva di colmare il grande divario che si era creato tra il consumo di grano e la sua produzione in tutto il territorio italiano. La grande domanda di grano, che avveniva anche a causa dell’aumento della popolazione, obbligava le aziende a fare rifornimenti all’estero. Per assicurare l’autosufficienza dei granai italiani Mussolini decise di imporre un dazio doganale alle importazioni, facendo aumentare il prezzo del grano. Questo causò la chiusura di moltissimi pastifici a conduzione familiare e quelli di grandi dimensioni dovettero ridimensionarsi. Ma negli anni ‘90 si vede la prima vera svolta della pasta italiana che arriva sui mercati internazionali, fenomeno che ancora oggi è inarrestabile. Tanto da permettere alla pasta di Gragnano di ottenere il certificato I.G.P.
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