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TRIATHLON
30 Settembre 2024 - 20:06
Pietro Colangelo
"Pietro you are an Ironman". Parole sognate. Parole sudate. Parole che sono diventate realtà lo scorso fine settimana quando Pietro Colangelo ha tagliato il traguardo della settima edizione dell'Ironman Italy Emilia-Romagna a Cervia. 3,86 km di nuoto, 180,26 km in bicicletta e una maratona di 42,195 km in 12h55'45". Una fatica immensa, ma che sulla linea d'arrivo del Fantini Club di Cervia l'urlo della folla, la soddisfazione e la gioia per aver coronato un sogno hanno spazzato via in un lampo.
https://www.ironman.com/im-emilia-romagna-results
Chivassese, classe 1984 e grande tifoso dell'Inter, Pietro ha deciso di cimentarsi in questa grande impresa quasi per caso. "A maggio dello scorso anno durante un allenamento di corsa è scoccata la scintilla. Non so nemmeno dire io il perché contando che l'anno prima avevo assistito a una gara del genere di un mio amico e in quell'occasione non avevo minimamente preso in considerazione l'idea di partecipare a un Ironman".
Un'idea balenata dal nulla e che si è trasformata in realtà al termine di un anno di sacrifici. "Si è stato davvero un anno intenso. La preparazione è stata dura anche perché per quello che riguarda il nuoto sono partito praticamente da zero. Da gennaio mi sono allenato quasi tutti i giorni e spesso anche due volte al giorno. Nelle ore precedenti alla gara ero pessimista perché negli ultimi due mesi e mezzo a causa di un infortunio ho dovuto escludere la corsa, che è il mio cavallo di battaglia, dai miei allenamenti e non ero così nemmeno sicuro di portarlo a termine. Il nuoto e il ciclismo ero certo di superarli senza grosse difficoltà, per fortuna anche la maratona grazie soprattutto alla forza mentale sono riuscito a "domarla". E' stata una giornata infinita perché siamo partiti alle 8 del mattino e siamo arrivati in serata, quindi più di 12 ore in attività. Una fatica incredibile, ma per certi aspetti anche un divertimento irripetibile".
E le sensazioni post gara ovviamente sono molteplici così come sono d'obbligo i ringraziamenti. "E' passato qualche giorno, ma continuo a riguardare il video dell'arrivo: un momento che nei giorni precedenti alla gara avevo immaginato in ogni salsa, ma in quell'attimo ha vinto la spontaneità perché appena tagliato il traguardo ho messo le mani alle orecchie per sentire ancora meglio le parole dello speaker, quelle parole che ho inseguito per un anno intero. Non ho osato dormire con la medaglia perché mia moglie non me lo avrebbe permesso, ma ammetto che il giorno dopo l'ho tenuta al collo tutto il tempo".
"Proprio mia moglie Cristina è la prima persona che devo ringraziare perché mi è stata vicina e mi ha supportato ogni giorno in questo anno pieno di sacrifici. Senza il suo appoggio costante non ce l'avrei fatta. Oltre a lei ringrazio i miei genitori che sono venuti a Cervia a sostenermi lungo il percorso, la mia fisioterapista che negli ultimi mesi ha fatto di tutto per "tenermi in piedi", i ragazzi con cui avevo preso parte a un triathlon a Lanzarote presenti anche a Cervia e tutti gli amici che mi sono stati vicino. E' vero che una gara di questo genere è una sfida individuale, ma l'incoraggiamento e dei propri affetti è fondamentale e ti dà la spinta in più per affrontarla e soprattutto per superare i momenti di difficoltà che inevitabilmente si manifestano durante la giornata".
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